Ora stanno lì, senza corde, ci sono, sono nuove, ma stanno senza corde ..
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Piazzetta ru tabbacchinu |
Stavamo seduti sul marciapiede o sulle panchine. Dopo una breve 'disputa' si sceglieva una canzone. Seguendo il ritmo della chitarra si iniziava con la prima strofa, a farlo di solito era il più intonato, poi si univano gli altri. Qualcuno andava fuori tempo o cantava senza conoscere le parole, ma che importava.
Non
ricordo chi, quando e come comprammo la prima chitarra, c’era. Giorni interi a
suonare il re o il sol, a tentare le prime melodie. I calli alle dita facevano
male, ma, si sa, non si apprende nulla senza fare qualche sacrificio. Non so cosa ci spinse ad imparare, forse era la moda di
quegli anni o semplicemente era un bisogno innato di conoscenza, di
condivisione, di socializzazione. Oggi non è più così, chissà perché.
Chitarre |
Un
giorno la chitarra era poggiata sul tavolo d'ingresso, ma dava fastidio, fini per terra e la cassa si ruppe. Quel
gesto di insofferenza mi sorprese, ma non reagì, era rispetto, oggi lo
comprendo. Continuammo ad utilizzarla fino a quando non ne comprai una nuova.
La portai in treno da Torino, sembrava uno strumento professionale, ma non lo
era. Non mancava mai nelle feste, in spiaggia o in piazzetta. Nelle fresche serate di luglio cantavamo sottovoce per non disturbare il sonno di chi
dall’altra parte della strada stava con le finestre aperte.
Era
il nostro Karaoke.
Ogni
occasione era buona per comprare un nuovo spartito.
Alcuni
accordi erano semplici altri più complicati. Chissà perché quelli delle canzoni
più note erano ‘facili’ da eseguire. Intonare, si fa per dire, i motivi più
conosciuti era alla portata di tutti o quasi.
Erano
le nostre estati e non solo, erano occasioni per condividere momenti
imperfetti, per dimenticarsi, quando si è giovani è facile, poi capisci che è
solo tempo che trascorre, che è memoria a perdere, nient’altro.
Ora
stanno lì, senza corde, ci sono, sono nuove, ma stanno senza corde ..
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