mercoledì 27 aprile 2022

Corte costituzionale: illegittimo attribuire 'automaticamente' il cognome del padre ai figli

Sono illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre ai figli. A stabilirlo è una sentenza della Corte costituzionale

di Giovanni Pulvino

Palazzo della Consulta - (foto da wikipedia.org)

Sono illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre ai figli. A stabilirlo è una sentenza della Corte costituzionale.

Le norme censurate violano gli articoli 2, 3 e 117 comma 1 della Costituzione, quest’ultimo è in relazione con gli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.  

In pratica la Consulta ha dichiarato illegittima la norma che non consente ai genitori, quando sono di comune accordo, di attribuire al figlio/a il cognome della madre e quelle che in mancanza di un accordo impone il cognome del padre anziché quello di entrambi i genitori.

Quindi è giuridicamente non valida ogni norma che preveda l’attribuzione automatica del cognome del padre. La sentenza riguarda i figli nati nel e fuori dal matrimonio, nonché quelli adottivi.

Per la Corte i genitori devono poter condividere il cognome del figlio/a. In linea di principio esso/a dovrà assumere il cognome di entrambi. Ovviamente nell’ordine che essi avranno concordato. In alternativa e di comune accordo i genitori possono attribuire il cognome di uno dei due.

In caso di controversia sarà il giudice, in conformità all’ordinamento giuridico, a stabilire l’ordine da attribuire al cognome del figlio/a.

Ora, in attesa del deposito della sentenza, spetterà al legislatore regolare con apposita normativa la decisione presa dalla Corte costituzionale.

Fonte cortecostituzionale.it

mercoledì 20 aprile 2022

Intanto, il capitano Priebke, con precisione tedesca, prendeva nota ....

'Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo', PrimoLevi

di Giovanni Pulvino

Foto da anpi.it
La colonna di autoveicoli con i condannati a morte si mise in movimento verso le 14:00, destinazione Fosse Ardeatine. Era il 24 marzo del 1944. Alle 15:30 arrivarono i prigionieri del carcere di Regina Coeli. Subito dopo iniziarono le esecuzioni. A gruppi di cinque dopo essere stati condotti nelle cave  venivano fatti inginocchiare e, all’ordine del capitano Schutz, gli esecutori gli sparavano un colpo di pistola sulla nuca.

Intanto, il capitano Erick Priebke, con precisione tedesca, prendeva nota.

Coloro che tentavano di resistere venivano spinti a forza e assassinati. Per accelerare i tempi i soldati facevano salire i condannati sui cadaveri di chi li aveva preceduti. Diversi, con il corpo devastato, non morirono subito. In alcuni casi fu necessario sparare più colpi sulla stessa vittima.

I ‘Todeskandidaten’ erano 330. Dieci italiani per ogni soldato tedesco morto nell’attentato di via Rasella. A stilare la lista furono il colonello Herbert Kappler ed il suo aiutante il capitano Erich Priebke.

Inizialmente i nomi erano 280, i soldati tedeschi morti fino a quel momento erano 28. I prigionieri presenti in via Tasso erano 290, donne comprese. Queste ultime vennero escluse. Si optò allora per gli ebrei imprigionati in attesa di essere deportati.

All’alba del 24 marzo giunse la notizia che i morti erano saliti a 32. Il colonnello Kappler decise, a quel punto, di inserire tutti i 75 ebrei destinati alla deportazione, otto antifascisti di religione ebraica e 10 tra le persone rastrellate sommariamente in via Rasella dopo l’attentato.

Ma ancora non bastavano. Il capitano Priebke ordinò di aggiungere coloro che erano in attesa di giudizio, tra questi c’erano il colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo e 37 militari italiani.

Infine, fu inserito il sacerdote Paolo Petrucci che era stato accusato di ‘attività comuniste’. Alle ore 13:00 si seppe di un altro soldato deceduto, Priebke non perse tempo: aggiunse alla lista altri dieci nomi tra gli ebrei che erano stati fermati nelle ultime ore.

Solo durante le esecuzioni i carnefici si resero conto che c’erano 5 ‘Todeskandidaten’ in più. Il colonnello Kappler senza esitazione decise di procedere con la loro 'eliminazione' perché ‘avevano visto tutto’.

Fonte wikipedia.org

sabato 16 aprile 2022

Povertà e disuguaglianza non sono casuali

Povertà e disuguaglianza non sono inevitabili. Sono il risultato di precise scelte politiche  

di Giovanni Pulvino

Foto da unicef.it

La crescita economica degli ultimi decenni non ha ridotto le differenze tra i paesi ricchi e quelli poveri e tra le classi sociali. I dati di Oxfam Italia sono inequivocabili. 2,37 miliardi di individui soffrono la fame, 297 mila bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno per acqua contaminata, una persona su tre non ha accesso a farmaci essenziali, 120 milioni di bambine e bambini non possono andare a scuola.

Entro il 2030 sessantanove milioni di bambini con meno di 5 anni rischieranno di morire, a denunciarlo è l’Unicef. I più poveri hanno il doppio delle possibilità di perdere la vita rispetto a quelli più ricchi e 750 milioni di donne si sposeranno da bambine. Un neonato in Sierra Leone ha una probabilità di morire 30 volte superiore a quella di uno nato nel Regno Unito. Nell’Africa Sub Sahariana due bambini su tre vivono in condizioni di povertà estrema.

Siamo nel 2022 e le disuguaglianze anziché diminuire crescono. Cosa stiamo sbagliando? Dove abbiamo sbagliato?

'Investire sui più svantaggiati può dare benefici nell'immediato e nel lungo periodo'. Tutti dovrebbero poter accedere ‘all’acqua, al cibo, all’istruzione, all’assistenza sanitaria’.

Eppure, non è così. Il sistema economico capitalista ha fallito. Il principio secondo cui le economie ricche avrebbero dovuto trainare quelle povere per ‘emulazione’ si è dimostrato inadeguato. Le distanze tra ricchi e poveri aumentano. Il sistema crea privilegi ed ingiustizie. Non concede a tutti le stesse opportunità. 

Nondimeno, una distribuzione equa delle risorse, l’eliminazione dello sfruttamento minorile e non solo, la riduzione dell’orario di lavoro e del precariato e non ultima la lotta ai cambiamenti climatici che stanno provocando desertificazione ambientale e povertà, sono possibili. Se si vuole si può. Ma si vuole?

La diseguaglianza non è permanente o insormontabile, basta volerlo ed agire. 

Fonte oxfamitalia.org e unicef.it

venerdì 8 aprile 2022

Profughi ucraini bianchi si, neri no

Che strana la sorte dei profughi, sono accolti a braccia aperte se sono bianchi ed arrivano in comodi pullman, mentre quelli che vengono dall’Africa rischiando di morire annegati nel Mediterraneo sono considerati come degli ‘invasori’, chissà perché?

di Giovanni Pulvino


Profughi africani e ucraini
Lo spirito di accoglienza dei profughi non è senza sé e senza ma. Le tragiche vicende della guerra tra Ucraina e Russia non hanno scalfito i sentimenti di odio razziale di tanti italiani e non solo. I rifugiati ucraini di colore oltre alle bombe devo affrontare un altro dramma: il razzismo. Se ne parla poco, ma sono diversi gli episodi di intolleranza.

A Palermo due giovani studenti universitari di origine nigeriana sono stati respinti da una donna che intendeva ospitare dei profughi, ma solo se erano bianchi. Non voleva due ‘africani’.

Sono tanti gli episodi di migranti respinti al confine unicamente per il colore della pelle. In diversi hanno dovuto aspettare o gli è stato vietato di salire sui treni in partenza dall’Ucraina. Prima i bianchi, poi voi, si sentivano dire.

Il presidente dell’Unione africana e del Senegal e quello della Commissione dell’unione africana hanno denunciato i respingimenti avvenuti al confine con la Polonia.

Il sentimento buonista di tanti italiani e non solo è double face, riguarda cioè solo i profughi ucraini bianchi. Del resto, un ex ministro degli Interni ha distinto poche settimana fa i rifugiati ‘veri’ da quelli 'finti', riferendosi ai migranti che a rischio della vita sbarcano da anni sulle nostre coste.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Il razzismo è un sentimento difficile da estirpare. I populismi continuano ad istigarlo con le medesime motivazioni che hanno spinto Vladimir Putin ad invadere l’Ucraina. Ed è paradossale che da un lato si condanna l’aggressione russa e dall’altro si continuano a praticare gli stessi sentimenti nazionalisti e razzisti.

Il mondo è strano e l’uomo è strano, o no?

sabato 2 aprile 2022

Basta guerre, cancelliamo l’odio dal mondo

Restiamo in silenzio, impariamo ad ascoltare, la vita è una, non sprechiamola, è breve ed estemporanea, pensiamo ad amare non ad uccidere

di Giovanni Pulvino

Opera di Banksy - (foto da nanopress.it)

Basta, è ora di dire basta. Chi vuole le guerre se le faccia da solo. Niente più incarichi a perdere. Nulla può giustificare la morte. Il cammino dell’uomo è funestato dai conflitti e da inutili controversie militari ed economiche, ma perché?

Ideologie e fedi religiose non devono portare alla fine della vita, ma, al contrario, devono renderla ‘facile’. Sì ‘facile’, nient’altro. È così difficile vivere. Non ci possiamo permettere di sprecare il poco tempo che abbiamo a disposizione. Non possiamo e non dobbiamo morire o uccidere per delega. Nulla lo può giustificare.

Cancelliamo l’odio dal mondo.

Considerate se questo è un uomo’.

Qui al fronte o nei campi di prigionia, al freddo ed al gelo, siamo soli. ‘E non c’è più nessuno che mi parli ancora un po' di lei’, solo silenzi e odore di polvere, di carne che sa già di cadavere, ma perché continuiamo ad ammazzarci? Perché?

Eppure, basterebbe poco.

Ma che bello il sole che sorge là, in fondo all’orizzonte, un giorno dopo l’altro, in un dolce e lieve ripetersi della vita. Così è e così sarà con o senza di noi, non sprechiamo questo tempo che ci è dato.

E, che bello stare seduti in riva al mare a guardare il moto perenne delle onde, magari fissando l’azzurro dell’acqua trasparente come solo a luglio è possibile che sia, sapendo che tutto rimarrà immutato anche dopo di noi, allora perché sprecare la nostra vita sparandoci a vicenda, a che scopo?

E che bello sorridere e gioire guardando un bambino che barcolla nel vano tentativo di alzarsi e camminare. Facciamo in modo da non fargli conoscere l’orrore della guerra, facciamo che non debba mai pronunciare questa terribile parola, cancelliamogliela dal vocabolario, per sempre. Facciamogli e facciamoci  un regalo, basta guerre, basta odio.

E, restiamo in silenzio, impariamo ad ascoltare, la vita è una, non sprechiamola, è breve ed estemporanea, pensiamo ad amare non ad uccidere.

Se si vuole si può, ma si può? Si vuole?