di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Una classe dell'Itcat di Polizzi Generosa (Pa) |
Il ‘mostro’ vorrebbe impedire ai nostri
ragazzi di studiare, ma questa per il Coronavirus è una battaglia persa in
partenza. I docenti e gli studenti della scuola italiana stanno continuando a svolgere
l’attività di formazione ed apprendimento. Su indicazione del ministero della
Pubblica Istruzione gli istituti e le facoltà si sono attrezzati con la
cosiddetta didattica a distanza. Del resto sono diversi anni che nelle scuole
si fa uso del registro elettronico, delle aule informatiche, delle Lim, dei
gruppi di lavoro su WhatsApp e di tanti altri strumenti che consentono un
approccio ‘tecnologico’ nell’attività didattica e nella condivisione delle
informazioni tra scuola e famiglie.
Il proficuo utilizzo delle ‘piattaforme’
virtuali dipende dalle abilità e dalle conoscenze acquisite
negli ultimi anni dai docenti e dai collaboratori della scuola. La didattica a
distanza è una sfida, ma nello stesso tempo è un’occasione ed un’opportunità per
accrescere le competenze digitali di docenti ed alunni. È una prova difficile,
ma sarà superata con la professionalità degli insegnanti, dei collaboratori scolastici
e con l’impegno dei ragazzi.
Certo, non tutto è semplice. Per tanti è
una sfida difficile da affrontare. Anche in questa fase contano gli ‘strumenti’ e le disponibilità economiche. Nelle aree dove la Rete è adeguata, in
particolare nelle città dove è disponibile la fibra ottica, l’uso delle video-lezione
sarà più semplice. Come più facile sarà l’approccio delle famiglie che
dispongono di ‘mezzi’ informatici adeguati. Non è raro il caso in cui esse non
dispongano di computer o tablet oppure non hanno (più) la linea telefonica fissa,
per cui dovranno utilizzare i cellulari ed i supporti di telefonia mobile. Insomma, anche
nella didattica a distanza la differenza la faranno il reddito disponibile e la predisposizione a formarsi, ma questa non è una novità.
Il Governo ha stanziato le
risorse per garantire a tutti i mezzi informatici necessari, ma, come sempre,
la loro assegnazione non sarà semplice, né immediata come invece richiederebbe la
situazione. A tale proposito, perché non consentire ai diciottenni che
usufruiscono del bonus cultura di poter acquistare anche supporti informatici?
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