mercoledì 26 febbraio 2020

Chi sarà il primo sindaco d'Italia?

L'ultima ‘idea’ di Matteo Renzi è il Sindaco d'Italia, una riforma costituzionale difficile da realizzare, ma molto simile all'elezione diretta del Presidente della Repubblica propugnata dalla Destra italiana

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Giorgia Meloni, Matteo Renzi e Matteo Salvini
(foto da ilprimatonazionale.it
Nel corso della trasmissione Rai 'Porta a Porta' il segretario di Italia Viva, Matteo Renzi, ha dichiarato: 'Bisogna riformare le istituzioni, il Paese ha bisogno di un 'sindaco d'Italia'. Ed ancora: 'Siccome non si può andare avanti così, faccio un appello a tutte le forze politiche: fermi tutti, portiamo l’unico metodo istituzionale che funziona, che è quello dei sindaci, a livello istituzionale. Il sindaco d’Italia. Si vota una persona che sta lì per 5 anni'. L’ex segretario del Pd non si rassegna. Continua a ritenersi il 'Capo' indiscusso del Centrosinistra. La parabola discendente della sua leadership è evidente a tutti ma non a lui. Con la sua segreteria i democratici sono passati dal 40% delle europee del 2014 al 18,7% delle ultime elezioni politiche, a cui si deve aggiungere il tonfo nel referendum costituzionale del 2016. Inevitabili le dimissioni dalla segreteria, ma dopo l'elezione di Nicola Zingaretti è uscito dal partito per fondarne uno nuovo: Italia Viva. Un raggruppamento di 'Centro' che gli consenta di continuare ad essere leader di 'qualcosa' e che, nello stesso tempo, lo ponga al centro dell'attenzione mediatica e politica. 
Si sa, egocentrismo, ambizione e spericolatezza animano l’esponente politico toscano, ma non è il solo. Solo pochi mesi fa Matteo Salvini chiedeva ‘i pieni poteri’, cioè di poter governare senza vincoli o compromessi. Sulla stessa linea l’altra esponente del Centrodestra, Giorgia Meloni. La leader di FdI da tempo ha fatto dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica il simbolo della linea politica propugnata della Destra italiana. Insomma, i tre politici chiedono la stessa cosa: una radicale semplificazione delle procedure democratiche. Ma le analogie non finiscono qua. Affini sono anche le proposte sull’economia, sulla corruzione, sulla prescrizione, sulla scuola, sui rapporti con l’Unione Europea e così via.
Programmi analoghi ed un’idea di architettura istituzionale simile: un uomo solo al comando o comunque un Governo che ‘decida’ ed operi senza se e senza ma, che possa agire, cioè, senza i compromessi ed i vincoli di legge tipici di un sistema democratico parlamentare.
Certo oggi è difficile ipotizzare un’alleanza tra il nuovo partito di Renzi ed il Centrodestra, ma domani chissà? Se dovesse cadere il governo Conte ogni soluzione potrebbe diventare possibile, anche un Esecutivo istituzionale con i due Matteo e la Meloni insieme. Tutto, ovviamente, nell’attesa di sapere chi sarà il primo sindaco d’Italia tra Renzi, Salvini e la Meloni.


venerdì 14 febbraio 2020

Diminuiscono le nascite, ma il calo dei residenti è ‘solo’ al Centro-Sud

Diminuiscono i residenti nel Mezzogiorno e nel Centro, mentre prosegue, nonostante il calo delle nascite, il processo di crescita della popolazione nelle regioni del Nord Italia

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da istat.it
Secondo i dati pubblicati dall'Istat nel 2019 i residenti sul territorio nazionale erano 60 milioni 317 mila, 116 mila in meno rispetto al 2018. Nello stesso periodo è aumentato il divario tra nascite e decessi, ogni 100 persone scomparse ci sono state 67 nascite, dieci anni fa erano 96. Il calo dei residenti è una costante degli ultimi cinque anni, ma la tendenza è diversa a seconda delle aree geografiche del Paese. Le diminuzioni si sono verificate nel Mezzogiorno (-6,3 per mille) e nel Centro (-2,2 per mille), mentre nel Nord Italia è continuato il processo di crescita della popolazione (+1.4 per mille).
Il maggior incremento è stato registrato nelle Province autonome di Bolzano e Trento e nelle regioni della Lombardia e dell’Emilia-Romagna. ‘Particolarmente critica’ è, invece, la situazione in Molise e Basilicata. Le due regioni hanno perso, in un solo anno, l'1% della loro popolazione.
Un altro motivo dello spopolamento del Mezzogiorno è la migrazione interna. Il calo dei residenti è una costante dal 2014. Sono diminuiti i flussi migratori netti: il saldo è stato positivo per 143 mila unità (32 mila in meno rispetto al 2018), ma anche i nuovi arrivati emigrano nelle città del Nord.
I dati pubblicati dall’Istat non sono una novità. Confermano un andamento in corso da almeno due decenni. Il calo dei residenti nel Mezzogiorno è la logica conseguenza del suo declino economico. Un trend che sembra inarrestabile e la buona volontà di chi resta non è sufficiente per invertire la tendenza.

Fonte istat.it

domenica 9 febbraio 2020

Graviano, la Mafia ed i ‘Poteri forti’

‘La mia famiglia e il Cavaliere erano soci’, quest'affermazione, subito smentita dai legali di Silvio Berlusconi, è stata fatta dal boss mafioso Giuseppe Graviano

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Silvio Berlusconi e Giuseppe Graviano
(foto da infosannio.wordpress.com)
Le rivelazioni fatte nel corso del processo alla ‘ndrangheta che si sta celebrando a Reggio Calabria dal boss mafioso stragista Giuseppe Graviano non sorprendono. La Mafia ha sempre stretto patti con ‘i poteri forti’ e con settori deviati delle istituzioni. Senza queste ‘relazioni’ la criminalità organizzata non avrebbe potuto proliferare ed arricchirsi. La storia italiana è caratterizzata da collusioni e, in taluni casi, da veri e propri legami associativi della ‘Politica’ con ‘Cosa nostra’. Ecco come Giovanni Fasanella e Mario José Cereghino, autori del libro Tangentopoli nera, definiscono i legami tra il Fascismo e la Mafia. ‘Eloquenti anche le informazioni sui rapporti tra il fascismo e la mafia, a dispetto del mito creato dalla propaganda del regime intorno alla figura del <Prefetto di ferro> quel Cesare Mori inviato in Sicilia negli anni Venti per debellare le cosche. In realtà, fin dal 1919, Mussolini ha sistematicamente perseguitato e annientato le vecchie <famiglie> rurali ancora legate ai partiti dell’età liberale, sostituendole con la <giovane mafia> in camicia nera, diretta espressione del Pnf, composta da delinquenti comuni di città provenienti dai ranghi criminali più bassi, ladri, ruffiani, borsaioli, rapinatori, assassini, spacciatori, tutti elementi violenti e aggressivi per indole. Insomma, le stesse tipologie emerse dai rapporti di polizia sulla banda Giampaoli (gerarca fascista). Non è casuale, dunque, che diversi elementi provenienti dall’isola operino nelle squadre d’azione milanesi e di altre città del Nord.
I rapporti affaristici tra il regime e le cosche si ramificano anche oltreoceano e passano attraverso un pezzo da novanta delle famiglie americane di origine siciliana e campana: Vito Genovese, il tramite occulto fra Mussolini e un notissimo editore e costruttore statunitense nato in provincia di Benevento, Generoso Pope. Assieme ai suoi tre figli, dietro la facciata di stimato imprenditore, Pope è in realtà uno dei capi delle organizzazioni criminali italiane negli Usa. Controlla il fronte del porto di New York, ha di fatto il monopolio delle opere edilizie a Manhattan, è proprietario del quotidiano Il Progresso Italo-Americano, ha contatti con gran parte del mondo politico e gode di ampie entrature persino alla Casa Bianca del presidente Franklin Delano Roosevelt. Tra i suoi sodali, oltre a Vito Genovese, c’è anche il terribile Frank Costello. Pope appoggia il fascismo sin dai primordi, tant’è che nei suoi viaggi a Roma ha più volte incontrato Mussolini. È la sua rete criminale, oltre a essere in affari con il Duce ed altri gerarchi, serve anche da supporto occulto per l’intelligence italiana sulla costa orientale degli Sati Uniti. Un patto d ferro che andrà avanti fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale’.

Fonte ‘Tangentopoli Nera’ di Mario José Cereghino e Giovanni Fasanella, editore Sperling & Kupfer