lunedì 9 settembre 2019

Roberto Saviano: ‘In questo nuovo governo manca un’idea sul Sud’

Il taglio della spesa pubblica e degli investimenti attuato dai governi negli ultimi decenni sta impoverendo il Sud, il nuovo Esecutivo giallorosso saprà invertire questa tendenza?

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

I ministri del nuovo governo Conte - (foto da repubblica.it)
Tutti i dati statistici segnalano un crescente divario economico e sociale tra il Centro-Nord ed il Sud Italia. La Questione meridionale non è più una priorità. Le differenze di reddito, di opportunità di lavoro, di servizi pubblici efficienti e di qualità della vita non solo non sono state colmate, ma, anzi, esse tendono ad incrementarsi. Nel Mezzogiorno mancano quasi tre milioni di posti di lavoro rispetto al Centro-Nord, a sostenerlo è lo Svimez nelle anticipazioni al suo Rapporto 2019. Ed ancora, nel 2018 sono stati ‘investiti in opere pubbliche nel Mezzogiorno 102 euro pro-capite rispetto ai 278 del Centro-Nord, nel 1970 erano rispettivamente 677 e 452 euro pro-capite’. Tra il 2002 ed il 2017 nel Sud c’è stato un notevole calo demografico. I residenti sono diminuiti di 852 mila unità. Nel solo 2017 il saldo tra arrivi e partenze è negativo per circa 70 mila unità.
Gli occupati, secondo i dati Istat, nel Mezzogiorno sono -258 mila (-3,9%) rispetto al livello precrisi (2008), mentre al Nord si contano 205 mila occupati in più. Il reddito medio pro-capite al Nord (32.889) è quasi il doppio di quello del Sud (17.984). Le famiglie che vivono in una condizione di povertà assoluta nel Mezzogiorno sono il 10,3%, più del doppio rispetto al Nord dove sono circa il 5%.
Il divario è strutturale, ma la situazione si è aggravata negli ultimi tre decenni. Le politiche adottate per realizzare il federalismo fiscale hanno accresciuto le distanze, che potrebbero diventare incolmabili con la cosiddetta autonomia differenziata richiesta dai governatori leghisti della Lombardia e del Veneto.
Il nuovo Governo, Conte bis, si accinge ad ottenere la fiducia dal Parlamento, ma nel programma presentato alla Camera dei deputati non c’è nulla di concreto che faccia supporre un cambiamento delle politiche economiche fin qui adottate.
I primi atti del nuovo Esecutivo riguarderanno la sterilizzazione dell’Iva, il taglio del cuneo fiscale sui salari, una maggiore attenzione per l’ambiente, ma per il Sud ci sono solo annunci e buone intenzioni, nulla di più. Eppure, una nuova stagione potrebbe essere avviata. Le condizioni politiche se si vuole ci sono. 
Del resto, il Prodotto interno lordo tornerà a crescere in modo adeguato solo se la crescita economica coinvolgerà tutto il Paese. Questo potrà avvenire solo incrementando gli investimenti pubblici nelle regioni più povere e non accrescendo quelli delle regioni più ricche, che di nuove risorse non hanno bisogno.
Il nuovo Governo giallorosso saprà invertire un andamento che sembra irreversibile? I dubbi sono tanti e sono più che legittimi.



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