L’indagine condotta da Altroconsumo smentisce
un luogo comune assai diffuso, soprattutto tra i ‘padani’, secondo cui il costo
dei beni e dei servizi sarebbe più basso al Sud
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da gdoweek.it |
Altroconsumo
ci dice che non è così, anzi nelle regioni del Sud i prezzi dei beni alimentari
sono più alti della media nazionale. La ragione è semplice: la maggior parte
dei prodotti che i meridionali trovano sugli scaffali dei supermercati provengono
dalle aziende che hanno sede nelle regioni del Nord. La conseguenza economica è
che sul prezzo finale oltre al costo di produzione grava anche quello del
trasporto. Pertanto, comprare il latte o le merendine in un supermercato di
Cosenza è più ‘salato’ che comprarlo nel centro di Milano.
Nel
dialetto siciliano si dice: ‘Curnuti e vastuniati’, cioè cornuti e
bastonati. È un modo di dire per indicare una persona che non solo è vittima di
un atto compiuto a sua insaputa, ma che, nello stesso tempo, è il solo a pagarne le conseguenze. Qui è la stessa cosa.
Non solo le opportunità di lavoro nel Mezzogiorno sono inferiori rispetto al
Centro-nord, ma anche il costo complessivo dei beni di prima necessità e non solo è mediamente più alto.
I
dati della ricerca condotta da Altroconsumo, che ha preso in esame i prodotti di
1.017 negozi di 67 città, rilevando 1,2 milioni di prezzi, sono emblematici. Il
Veneto è risultata la regione dove fare la spesa è più conveniente, ad essa segue
il Friuli-Venezia Giulia, mentre quelle più care sono la Sicilia (Messina è la
città più cara) e la Calabria.
Il
Sud è ultimo per numero di occupati, per il livello del reddito medio pro-capite,
per la qualità della vita, per lo sviluppo economico, invece è primo per numero
di disoccupati, per il calo dei residenti, per il basso il tenore di vita ed ora si
apprende anche per il costo dei beni prima necessità.
Piove
sul bagnato, ma non è una novità. Adesso, il Governo giallorosso sembra voler adottare
per il Mezzogiorno nuove e più incisive misure di politica economica. Il punto allora
è: sono solo buone intenzioni o siamo alla vigilia di un vero cambiamento?
Fonte: altroconsumo.it
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