‘Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo’, Primo Levi
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| Gaza, 23 dicembre 2025 - Foto da assopacepalestina.org |
Nei paesi occidentali si è festeggiato il Natale ed ora ci si prepara ai botti di Capodanno, ma ci sono luoghi dove non è festa, ma solo sofferenza e dolore. E non è solo una questione religiosa o di calendario. A Gaza i bambini anche volendo non festeggiano. È un Natale che non avrebbero voluto vivere. Ed è un Capodanno che ricorderanno loro malgrado.
Vivono in tende di fortuna. Subiscono
le intemperie dell’inverno. Non hanno cibo a sufficienza, non hanno indumenti
per proteggersi dal freddo, non hanno un tetto per ripararsi dalla pioggia e
dal vento, non hanno nulla, non hanno niente da festeggiare.
Cosa hanno fatto di male per meritarsi tutto questo? La loro unica colpa è quella di essere nati nel posto e nel momento sbagliato. E non possono cancellarsi. Continuano a subire l’occupazione di quella che ancora in molti in malafede continuano a definire l’unica democrazia del Medio oriente.
Malnutrizione, freddo, mancanza di cure, bombe e proiettili, ma che vita è? Sono fantasmi che vivono in tende fatiscenti, sono vittime tre volte: del suprematismo ebreo, del neo colonialismo occidentale, del genocidio negato da chi sta festeggiando senza rimorsi di coscienza il Natale e il Capodanno.
Si, è genocidio, e sta succedendo di nuovo, anzi è successo
di nuovo.
‘Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo. Che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome, senza più forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo, come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore, stando in casa andando per via, coricandovi alzandovi, ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi’, Primo Levi.
Ancora oggi come 75 anni fa c’è chi non può dimenticarsi.
Fonte da Se
questo è un uomo di Primo Levi

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