Quando
i siciliani, e non solo, non intendono immischiarsi in una vicenda ‘poco
chiara’ fanno finta di non saperne nulla nella consapevolezza che è meglio non
inimicarsi i ‘poteri forti’
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Matteo Renzi e Maria Elena Boschi - (foto da investireoggi.it) |
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Giuseppe Vegas, Pier Carlo Padoan, Ignazio Visco, Federico Ghizzoni - (foto da lettera43.it) |
Le
vicende della banca aretina dimostrano, ancora una volta, come i sistemi di
controllo sul risparmio siano inutili
e di come la politica e, più in generale, la classe dirigente utilizzino gli enti
pubblici come fossero ‘cosa loro’, li adoperano, cioè, per favorire questo o
quell’amico nella più totale indifferenza per la sorte degli investimenti fatti,
spesso inconsapevolmente, dai piccoli risparmiatori. L’esponente del
Partito democratico nelle ultime settimane ha incontrato i responsabili della
vigilanza sulle banche. Lo scopo era avere informazioni sul tentativo di
salvataggio di Banca Etruria che, è bene ricordarlo, è stata amministrata, con
un ruolo di primo piano, dal padre della sottosegretaria. Il conflitto d’interesse era evidente eppure Maria Elena Boschi ritiene
di non avere nulla da rimproverarsi e, pertanto, non è disposta a rinunciare al
suo incarico. Inoltre, l’ex
ministra ha negato di essersi occupata della vicenda asserendo che non ha fatto
‘pressioni’, ma è intervenuta solo per avere ‘info’ (informazioni). Ma, la principale collaboratrice dell’ex
sindaco di Firenze pensa veramente che gli italiani siano così ingenui? Del
resto c’era da aspettarselo, se non si è dimessa dopo la sconfitta nel referendum costituzionale, perché avrebbe
dovuto farlo adesso e rinunciare alla candidatura nelle prossime elezioni
politiche? Se poi questo significa far crollare definitivamente il Pd e con
esso il Centrosinistra, pazienza, ‘muoia Sansone con tutti i Filistei’. Del
resto, l’obiettivo di Matteo Renzi è un
governo di larghe intese, e magari Maria Elena tornerà a fare la ministra delle
Riforme, non importa di quali, ciò che conta è il potere e la poltrona,
come nel peggior trasformismo democristiano, che ancora oggi continua ad essere
praticato diffusamente dai deputati e dai senatori di tutti gli schieramenti.
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