lunedì 28 agosto 2017

Libero Grassi, un siciliano coraggioso che ha detto no alla Mafia

‘Non sono pazzo. Non mi piace pagare. Perché la rinunzia è una rinunzia alla mia dignità di imprenditore’, Libero Grassi  

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Libero Grassi - (foto da urbanpost.it)
I genitori gli diedero il nome di Libero in ricordo di Giacomo Matteotti ucciso a Roma dai fascisti il 10 giugno del 1924. Entrato in seminario durante gli anni della guerra così giustificò quella scelta: ‘Decisione questa presa non per una vocazione maturata nell'avversità della guerra, bensì per il rifiuto di combattere una guerra ingiusta al fianco di fascisti e nazisti’Finiti gli studi presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Palermo prosegue l’attività di commerciante del padre e negli anni Cinquanta inizia quella imprenditoriale aprendo uno stabilimento tessile. Nel 1955 insieme alla moglie partecipa alla fondazione del Partito Radicale di Marco Pannella. Nel 1961 inizia l’attività politica nelle file del Partito Repubblicano Italiano. Candidatosi nel 1972 alle elezioni provinciali, non viene eletto. 
Foto da laspia.it
Preso di mira da Cosa Nostra, si rifiuta di pagare il pizzo e decide di denunciare gli estortori. Il 10 gennaio del 1991 il Giornale di Sicilia pubblica una sua lettera: Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l'acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere. Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al "Geometra Anzalone" e diremo no a tutti quelli come lui’Il 19 marzo del 1991 denuncia i fratelli Avitabile, ma nonostante le minacce rinuncia alla scorta. La mattina del 29 agosto del 1991, mentre si reca al lavoro viene ucciso con quattro colpi di pistola. Qualche mese dopo viene varato il Decreto con cui è stato istituito il fondo anti-racket di solidarietà per le vittime di estorsione. Nell’ottobre del 1993 vengono arrestati l’autore materiale dell’agguato Salvatore Madonia ed il complice Marco Favaloro. Con la sentenza del 18 aprile del 2008, il killer è condannato al 41-bis insieme a tutti i membri della Cupola di Cosa Nostra.
Nel febbraio del 1992 l’imprenditore siciliano è stato insignito della medaglia d’oro al valore civile, ecco la motivazione: ’Imprenditore siciliano, consapevole del grave rischio cui si esponeva, sfidava la mafia denunciando pubblicamente richieste di estorsioni e collaborando con le competenti Autorità nell'individuazione dei malviventi. Per tale non comune coraggio e per il costante impegno nell'opporsi al criminale ricatto rimaneva vittima di un vile attentato. Splendido esempio di integrità morale e di elette virtù civiche, spinte sino all'estremo sacrificio’.

Fonte wikipedia.org

sabato 26 agosto 2017

Bonus fino all’85% della spesa sostenuta per l’adeguamento antisismico, ma finora sono in pochi ad averlo richiesto

Introdotto con la legge di stabilità 2017 il bonus è un importante strumento per mettere a norma gli edifici che si trovano nelle zone a rischio sismico, ecco come funziona e chi può usufruirne

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da professionisti.it
L’agevolazione riguarda gli immobili per uso abitativo e quelli utilizzati per lo svolgimento di attività agricole, professionali e commerciali che si trovano nelle zone a rischio sismico 1, 2 e 3 (la tabella è disponibile sul sito dell’Agenzia delle entrate). La valutazione compresa in una scala che va da A (meno rischi) a G (più rischi) deve essere fatta da ingegneri e/o architetti che successivamente indicheranno i lavori da effettuare per la riduzione del rischio. Per gli edifici privati la percentuale di detrazione è del 70%, ma sale all’80% se il rischio si riduce di due classi. Per gli interventi sugli immobili condominiali la detrazione sale rispettivamente all’80% e all’85%. Le agevolazioni saranno riconosciute fino al 31 dicembre 2021 ed il bonus potrà essere detratto dalle imposte in cinque rate annuali di pari importo e non in 10 come avviene per le ristrutturazioni. La spesa massima detraibile è di 96mila euro e comprende anche i costi sostenuti per classificazione e la verifica sismica degli immobili. Anche gli incapienti potranno usufruire del credito d’imposta, ma solo se la ristrutturazione riguarda un condominio. Le relative modalità saranno indicate dall’Agenzia delle entrate.

Fonte: Agenzia delle entrate

giovedì 24 agosto 2017

Con l’affaire Neymar i ‘Signori del calcio’ faranno un mucchio di soldi

I 600 milioni di euro pagati dal Psg per il calciatore Neymar non devono sorprendere perché rientrano nei meccanismi tipici del sistema capitalistico 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Neymar - (foto da lastampa.it)
In molti si sono meravigliati della cifra (600 milioni di euro, 222 vanno al Barcellona, il resto tra ingaggi annuali, bonus e commissioni al calciatore) spesa da Qatar Sports Investment per l’acquisto del campione brasiliano, ma non è certo una novità, anche in passato ci sono stati passaggi di calciatori da una squadra all’altra con cifre via via crescenti e ritenute sempre iperboliche. Nel 2001 il giovanissimo Gianluigi Buffon passò dal Parma calcio alla Juventus per 100 miliardi di lire, cioè 54,2 milioni di euro, mentre il club torinese cedette nella stessa stagione Zinédine Zidane al Real Madrid per 150 miliardi di lire, cioè 75,5 milioni di euro ed un anno fa Paul Pogba è passato al Manchester United per 110 milioni di euro. Non deve meravigliare neanche la proposta, trapelata in questi giorni, del Manchester City che sembra voglia spendere 300 milioni di euro solo per il cartellino di Lionel Messi. Questi trasferimenti milionari di calciatori sono sempre avvenuti perché le società ritengono così di accrescere le possibilità di vittoria e di conseguenza generare maggiori profitti.
Foto da forum.rojdirecta.es
I club ‘vincenti’ sono quasi sempre quelli che spendono di più. Di certo le società con maggiori disponibilità finanziarie hanno sempre acquistato i cartellini dei calciatori più bravi dalle squadre cosiddette di ‘provincia’. Insomma, anche nel calcio a dettare legge è il capitale. Chi è ricco o benestante dispone di risorse finanziarie che utilizza per generare altra ricchezza. L’accumulazione del capitale si realizza anche quando l’investimento è finanziato da soggetti terzi, come le banche. L’acquisto di Neymar, quindi, non è uno sfizio o una follia, ma un investimento fatto per generare profitti. Il calcio, oltre ad essere uno sport popolare, è una vera e propria industria ed oggi esso è diventato il simbolo del capitalismo moderno. Il problema è che l'accumulazione del capitale crea disuguaglianze ed ingiustizie. Quello che meraviglia non è solo il fatto che questo avvenga, è sempre stato così, ma l’indifferenza con cui si accettano le disparità e le iniquità che ne derivano. Si afferma cioè come giusto e legittimo il principio secondo cui esso sia frutto di capacità personali. Ora, ammesso e non concesso che sia così, chi erediterà milioni o miliardi di euro che meriti ha? La risposta è nessuno, ma nonostante questo acquisirà privilegi che rimarranno tali per 'sempre' o per diverse generazioni, diventeranno cioè ingiustizie e disuguaglianze difficili da estirpare.

venerdì 18 agosto 2017

Cresce il Pil, ma il debito pubblico non scende e la disoccupazione è a livelli inaccettabili

Esprime soddisfazione il segretario del Pd, Matteo Renzi, ma la crescita economica e la riduzione del debito devono camminare di pari passo, altrimenti i sacrifici fatti sono inutili

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Mario Draghi - (foto da forexinfo.it)
Nel secondo trimestre del 2017 il Pil è cresciuto rispetto ai primi tre mesi dell’anno dello 0,4% e dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2016. A comunicarlo è l’Istat nella stima preliminare del prodotto interno lordo. E’ il dato più alto degli ultimi sei anni. Nel primo trimestre del 2011 l’incremento fu del 2,1%. Il Pil italiano è stimato a 387.458 milioni di euro, mentre nel 2008 era a 424,824 milioni di euro, cioè è ancora inferiore del 6%. Senza considerare le differenze a livello territoriale, tutte le ultime statistiche evidenziano, infatti, un crescente divario tra Nord e Sud del paese. Su questi dati hanno espresso soddisfazione il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ed il segretario del Pd, Matteo Renzi.
Andamento % debito/Pil dal 1861 al 2015
(foto da umbrvei.blogspot.com)
I pochi che hanno avuto l’opportunità di studiare i concetti più elementari di economia politica (la materia è prevista solo nei programmi ministeriali degli istituti tecnici con l’indirizzo affari e marketing, cioè l’ex ragioneria) sanno cosa sono e come funzionano i cicli economici. Ad una fase di recessione segue sempre, dopo un certo periodo di tempo, la ripresa e lo sviluppo. Le ragioni possono essere diverse. Di certo influiscono le politiche economiche dei governi, ma, nel nostro caso, sembrano determinanti i fattori economici e finanziari di carattere internazionale. 
Foto da businessonline.it
Sulla ‘ripresina’ italiana incide di sicuro l’immissione di moneta sul mercato finanziario operata da Mario Draghi con il Quantitative easing. Fino a quando la Banca centrale europea continuerà con l’acquisto del debito sovrano (60 miliardi di euro al mese) non avremo grossi problemi sul debito pubblico e soprattutto con i tassi sugli interessi così bassi continueremo a pagare i nostri creditori con esborsi ‘accettabili’. La cifra è, comunque, ‘monstre’, nel 2016 il debito ci è costato 66,5 miliardi di euro, con una riduzione di 17 miliardi rispetto al 2012. Nonostante ciò il debito pubblico ha raggiunto nel mese di giugno la cifra record di 2.281,40 miliardi di euro, cioè il 132,6% del Pil. La logica ed il buonsenso vorrebbero l’attuazione di politiche 'parsimoniose' sulla spesa pubblica ed una graduale riduzione del debito. Come fece, per intenderci, il governo di Centrosinistra tra il 1996 ed il 2001. Ma tutto questo non sta avvenendo. Il debito non scende e la crescita è minima, tra le più basse in Europa. Un segnale veramente positivo sarebbe quello di una sostanziale riduzione della disoccupazione, in particolare quella dei giovani che vivono nel Sud del paese, ma anche in questo caso siamo lontani da un risultato soddisfacente. 

martedì 15 agosto 2017

Tesori di Sicilia: Torremuzza

La Torre. Torremuzza - Sicilia, 6 agosto 2017 - (foto di Barbera Erina)
'Non è un quadro, è il profumo di Sicilia, è il colore del mare, è il meriggio della vita che si ripete ogni giorno, sempre diverso, inspiegabile.'

lunedì 14 agosto 2017

Abusivi per necessità o speculatori? Per Luigi Di Maio sono ‘solo’ elettori

‘Hanno detto che ero un sindaco demolitore. Ma demolire non è una scelta politica: è un obbligo di legge. È questo il messaggio che mette in pericolo la mia incolumità. Vivo sotto scorta per aver fatto rispettare la legge’, Angelo Cambiano

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Licata, manifestazione contro le demolizioni
 (foto da palermo.repubblica.it)
Il sindaco di Licata ha dovuto lasciare il suo incarico. Angelo Cambiano, diventato famoso per aver firmato le ordinanze di demolizione delle opere abusive costruite nel territorio del suo comune, è stato sfiduciato dal Consiglio comunale. Decisivi sono stati i voti dei consiglieri di maggioranza, in particolare quelli del gruppo 'alfaniano'. Le numerose minacce non erano riuscite a fermare l'azione di legalità avviata dal Primo cittadino di Licata, ma, come accade spesso nel nostro Paese a farlo sono stati i rappresentanti eletti dai cittadini, quelli che si lamentano sempre della cattiva politica e che, nello stesso tempo, sono poco rispettosi delle più elementari regole di convivenza civile.
Luigi Di Maio - (foto da adnkronos.com)
A poche settimane dal voto per eleggere il Governatore e l'Assemblea regionale in Sicilia l'esponente grillino Luigi Di Maio ha dichiarato: ‘Se l’abusivismo è colpa della politica la casa resta un diritto’. La promessa elettorale è chiara: coloro che riusciranno a dimostrare che il mancato rispetto delle regole è stato causato dalla 'cattiva politica' otterranno il condono sugli immobili costruiti abusivamente. Le parole del ‘probabile’ candidato premier del M5s, oltre a rinnegare quanto affermato dai grillini fino ad oggi, ricordano quelle dei forzisti nella campagna elettorale del 2001, quando il Centrodestra vinse le elezioni politiche in Sicilia con un secco 61 a zero. Allora, la promessa fu mantenuta ed il governo di Silvio Berlusconi fece approvare dalla sua maggioranza parlamentare il condono fiscale e quello edilizio. Ora ci riprovano i grillini.
Angelo Cambiano - (foto da licatanotizie.net)
L'opinione di Graziano Delrio è invece di piena solidarietà ad Angelo Cambiano. Ecco cosa ha dichiarato: ‘Ruspe unico deterrente all’abusivismo, sindaco di Licata un eroe’. L'unico mezzo per ripristinare la legalità è - per il ministro delle Infrastrutture - la demolizione degli immobili costruiti senza il rispetto delle regole.
I ritardi e le inefficienze della Pubblica amministrazione italiana sono noti, ma questi non possono giustificare coloro che si fanno beffe delle leggi dello Stato. Per quanto possa essere doloroso, l'atto d’illegalità compiuto per costruire la propria casa non può essere giustificato dalla ‘necessità’ e dal ‘sacrificio’ economico o dalla ‘cattiva politica’. Le regole, oltre ad essere alla base di qualunque convivenza civile, sono l’unico strumento per garantire i diritti dei ceti più deboli della società. L’abusivismo è un atto tipico di una certa cultura retrograda, di chi ritiene di poter fare tutto in barba a qualunque disposizione o al semplice buonsenso. Si fa, cioè, affidamento sull’inefficienza della macchina amministrativa e giudiziaria. Pertanto, chi s’intestardisce ad applicare le regole è visto con diffidenza ed occorre metterlo da parte. Questo è quello che è avvenuto a Licata. Ora, con la sfiducia dei consiglieri ed il ‘beneplacito’ di Luigi Di Maio, rientriamo nella ‘normalità' fatta di grandi e piccole illegalità che spesso restano impunite.


venerdì 11 agosto 2017

12 agosto 1943 la divisione Hermann Göring irrompe a Castiglione di Sicilia 'sparando contro chiunque si parasse davanti'

Dimenticata fino al 2002 la strage nazifascista di Castiglione di Sicilia è la prima di una lunga serie di eccidi compiuti sul territorio italiano tra il 1943 ed il 1945 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Carristi della divisione Hermann Goring
(foto da milocca.wordpress.com)
‘Nel corso dell'ultimo conflitto mondiale fu teatro di una feroce rappresaglia tedesca che provocò la morte di sedici civili ed il saccheggio di numerose abitazioni. 12 agosto 1943 - CastiglioneG di Sicilia (CT)’. E’ questa la motivazione con cui il 16 settembre del 2002 l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, conferì alla cittadina siciliana la medaglia al valor civile.
Foto da sitocomunista.it
Il 12 agosto del 1943 il governo Badoglio non aveva ancora stipulato l’armistizio di Cassibile e, pertanto, l’Italia era ancora alleata della Germania nazista. Intanto, le truppe dell’asse erano già sbarcate in Sicilia ed incalzavano l’esercito tedesco e quello italiano. Nel corso della ritirata verso Messina la divisione Hermann Göring, considerata tra i maggiori responsabili dei crimini di guerra commessi in Italia dai nazisti, era accampata in contrada Sciambro, nelle campagne di Castiglione di Sicilia. In quei giorni, i tedeschi requisirono tutto quello che poteva servire per raggiungere la città dello Stretto. Biciclette, carretti, animali da soma, armi e viveri, mentre i residenti cercavano di difendere quel poco che gli rimaneva per sopravvivere.
Nella tarda serata del 10 agosto del 1943 fu rubato un camion tedesco carico di generi alimentari o, secondo un'altra tesi, furono uccisi cinque militari tedeschi. La reazione dei nazisti, qualunque sia stata la motivazione, non si fece attendere, all’alba del dodici ‘un ufficiale al comando di un autocarro con 40 militari scortati da un carro armato irruppero nella cittadina sparando contro chiunque si parasse davanti’. I soldati entrarono nelle case prendendo a calci gli uomini e percuotendoli con i fucili. ‘Una donna fu buttata giù da un balcone e lasciata sul selciato con le gambe rotte’. La spietatezza dell’azione di rappresaglia è raccontata nei dettagli in un articolo pubblicato il 4 ottobre 1943 sul Corriere di Sicilia da un testimone del tempo Nicola Tuccari: ‘Un giovane di diciassette anni giaceva sulla soglia di casa, accanto ad un settantenne, trascinandosi morente fin presso ad un letto; la stessa mano che aveva colpito uno nell'atto d'arrendersi, insistendo poi contro il corpo martoriato prono nel suo sangue, crivellò il capo canuto di un ottuagenario inebetito; e non si permise che un padre, ucciso a tradimento da dietro una porta, fosse sostenuto moribondo dal figlio che l'aveva visto colpire: il giovane ancora imbrattato del sangue paterno fu spinto fra gli ostaggi’.
Monumento in ricordo delle vittime del 12 agosto 1943
(foto da anpicatania.wordpress.com)
Al alcuni spararono perché tentavano di fuggire. Un uomo fu ucciso perché non rispettava l’ordine di non muoversi, ma il soldato tedesco non sapeva che aveva di fronte un sordomuto. La ferocia nazista durò mezz’ora, i morti furono 16 ed i feriti 20. Il commando prese in ostaggio con l’intenzione di fucilarli per rappresaglia circa 300 uomini, tra loro c’erano bambini ed anziani. Un testimone ricorda che furono rinchiusi per tre giorni in un torrione detto Cannizzu. Gli ostaggi furono liberati solo grazie alla mediazione di alcune suore che vivevano nell’Istituto Regina Margherita. Ecco cosa scrisse sui motivi dell’azione nazista suor Anna Amelia Casini dell’ordine delle figlie di Sant’Anna: Siccome nel tempo in cui i tedeschi si trovavano a Castiglione... i paesani avevano ucciso cinque tedeschi perché devastavano le campagne e spadroneggiavano a più non posso..., quindi per cinque dei loro morti ne dovevano uccidere trecento’. Suor Emilia racconta invece la trattativa per liberare i prigionieri: ‘L'interprete girava intorno al capitano con insistenza ripetendo le stesse parole: i colpevoli sono fuggiti! Ma il capitano gridava: cinque me ne hanno uccisi, fucilateli subito’. Rivela anche di essersi offerta di morire in cambio di tutti gli ostaggi. Quel gesto fece cambiare idea al comandante tedesco che decise di liberare i prigionieri.
La strage di Castiglione, oltre ad essere la prima in Italia, è dirimente anche perchè i comandanti dell’esercito italiano e delle autorità fasciste allora ancora alleati con i tedeschi non intervennero per impedire il massacro di civili inermi e, purtroppo, quello fu solo l’inizio di una lunga serie di eccidi nazifascisti che insanguinarono il nostro paese fino alla Liberazione, avvenuta il 25 aprile del 1945.

Fonte wikipedia.org

Una Sinistra 2.0 è possibile, ma occorre essere flessibili e generosi

La Sinistra italiana è una galassia che fatica ad aggregarsi in un unico soggetto politico, perché? 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Enrico Berlinguer (foto da samizdatonline.it)
Stando agli ultimi sondaggi il Pd, dopo la scissione della minoranza, ha un consenso tra il 26 ed il 27%, mentre la nuova formazione Articolo 1 - Mdp si aggirerebbe intorno al 3%, Sinistra Italiana e Campo progressista di Pisapia sono entrambe sul 2%, ancora meno il movimento Possibile guidato da Pippo Civati e Rifondazione comunista. I rilevamenti statistici a campione non sempre corrispondono alla realtà, ma esprimono un’indicazione, sia pure approssimativa, dell’opinione pubblica. Allora è lecito chiedersi, perché i movimenti di Sinistra hanno un appeal così limitato? E’ un problema di visibilità? E’ la mancanza di una leadership unitaria adeguata? E’ la conseguenza di una proposta politica obsoleta? O, infine, è il risultato della scarsa compattezza dei vari movimenti che dovrebbe costituire il nuovo partito? Le risposte a queste domande sono dirimenti e possono darle solo i militanti. E’ un lavoro difficile, ma è indispensabile se si vuole dare forza e sostanza alla nuova compagine politica.
Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo
(foto da temi.repubblica.it)
I mezzi che si possono utilizzare sono diversi a cominciare dai circoli, ma ci sono anche la Rete e le nuove tecnologie. Un partito liquido e social, democratico ed egualitario, aperto al confronto e alle innovazioni, che combatte le ingiustizie ed i privilegi, che si fa carico degli ultimi, insomma una Sinistra 2.0 è possibile, ma, oltre ad essere ambiziosi, è necessario essere generosi e flessibili nelle proposte e nelle idee che si vogliono affermareNon si tratta di fare un copia ed incolla del blog di Beppe Grillo, ma, oggi, un sito web che dia la possibilità agli iscritti di confrontarsi con i dirigenti nazionali è indispensabile se si vogliono dare basi solide ad un movimento politico. Inoltre, in politica mai dire mai. Escludere a priori ogni forma di dialogo con il Pd o il M5s è autolesionistico, ma lo è, anche, presupporlo come inevitabile.
Foto da repubblica.it
Renzi potrebbe fare un passo di lato ed i grillini, per evitare di rimanere altri cinque anni ai margini del potere, potrebbero accettare il dialogo. E’ assai difficile che queste ipotesi si verifichino, ma non si possono escludere a priori, tutto dipenderà dal risultato delle prossime elezioni politiche. Del resto non si può neanche ipotizzare un grande movimento politico che ha come unico obiettivo quello di andare all’opposizione. In Italia non esistono schieramenti con maggioranze assolute, pertanto se la Sinistra vuole governare deve accettare il compromesso, anzi è l’unico strumento che ha per attuare politiche di giustizia sociale, per dare, cioè, una opportunità a chi non ha un lavoro e vive in una condizione di povertà assoluta o di disagio sociale.




domenica 6 agosto 2017

Dovrebbe andare in pensione invece sarà assunta dal Miur, in Italia succede anche questo

La speranza è proprio l’ultima a morire avrà pensato Bernarda Di Miceli quando ha ricevuto la notizia che sarebbe stata immessa in ruolo con l’inizio del nuovo anno scolastico

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Bernarda Di Miceli - (foto da repubblica.it)
La docente palermitana è una dei pochi precari della Sicilia (5% del totale) sui cinquantuno mila previsti dal ministero che quest’anno saranno immessi in ruolo. L’insegnante di scuola primaria firmerà la prossima settimana presso la sede dell’Ufficio scolastico provinciale il contratto a tempo indeterminato come docente dell’istituto Pio la Torre di Palermo. La particolarità della notizia sta nel fatto che Bernarda Di Miceli pur avendo l’età (69 anni e sei mesi) per andare in pensione (l’età minima è 66 anni e 7 mesi) non può farlo in quanto non ha ancora maturato i requisiti minimi previsti dalla legge, cioè non ha ancora versato 20 anni di contributi previdenziali. Nella sua carriera lavorativa iniziata negli anni Settanta la neo assunta a tempo indeterminato, come tanti altri suoi colleghi, ha sempre lavorato con incarichi annuali o supplenze brevi. Nel 2014 depennata per limiti di età dalla graduatoria provinciale, ha vinto il ricorso fatto su insistenza della figlia che svolge la professione di avvocato, ora reinserita ha diritto all’assunzione. Tuttavia, Bernarda Di Miceli per raggiungere i requisiti minimi contributivi per la pensione di vecchiaia sarà costretta a lavorare fino all’età di 70 anni e 7 mesi, cioè fino al febbraio del 2018.
Foto da palermo.repubblica.it
La vicenda dimostra, oltre alle ‘astrusità’ delle modalità di reclutamento della scuola italiana, l’inadeguatezza del sistema economico e produttivo del nostro Paese. Nelle regioni meridionali il lavoro è una chimera per molti e spesso ci si accontenta anche di occupazioni precarie e superflessibili come sono diventate quelle dei docenti e dei collaboratori Ata della scuola. In particolare i laureati, non potendo sfruttare le competenze acquisite, sono costretti ad emigrare, al Sud restano i meno istruiti, in particolare i cosiddetti Neet, cioè coloro che non lavorano e non studiano. A segnalare questa ‘novità sociale’ sono quasi tutte le indagine statistiche pubblicate negli ultimi anni. Il Mezzogiorno è entrato in un circolo vizioso, nel senso che con le risorse umane migliori costrette ad emigrare le inefficienze nell’apparato politico ed istituzionale inevitabilmente si accentueranno e di conseguenza aumenteranno i ritardi nello sviluppo della struttura economica e produttiva. Il sistema Italia continuerà così a creare ingiustizie e privilegi, soprattutto territoriali tra il Nord e il Sud del paese. Cosa aspettano i responsabili della classe dirigente e politica nazionale ad affrontare la questione occupazionale ed in particolare la Questione meridionale?