Esprime
soddisfazione il segretario del Pd, Matteo Renzi, ma la crescita economica e la
riduzione del debito devono camminare di pari passo, altrimenti i sacrifici fatti
sono inutili
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Mario Draghi - (foto da forexinfo.it) |
Nel secondo trimestre
del 2017 il Pil è cresciuto rispetto ai primi tre mesi dell’anno dello 0,4% e
dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2016. A comunicarlo è l’Istat nella
stima preliminare del prodotto interno lordo. E’ il dato più alto degli ultimi
sei anni. Nel primo trimestre del 2011 l’incremento fu del 2,1%. Il Pil italiano è stimato a 387.458
milioni di euro, mentre nel 2008 era a 424,824 milioni di euro, cioè è ancora inferiore del 6%.
Senza considerare le differenze a livello territoriale, tutte le ultime statistiche evidenziano, infatti, un crescente divario tra Nord e Sud del paese. Su questi
dati hanno espresso soddisfazione il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni,
il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ed il segretario del Pd, Matteo
Renzi.
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Andamento % debito/Pil dal 1861 al 2015
(foto da umbrvei.blogspot.com) |
I pochi che hanno
avuto l’opportunità di studiare i concetti più elementari di economia politica
(la materia è prevista solo nei programmi ministeriali degli istituti
tecnici con l’indirizzo affari e marketing, cioè l’ex ragioneria) sanno cosa
sono e come funzionano i cicli economici. Ad
una fase di recessione segue sempre, dopo un certo periodo di tempo, la ripresa
e lo sviluppo. Le ragioni possono
essere diverse. Di certo influiscono le politiche economiche dei governi, ma,
nel nostro caso, sembrano determinanti i fattori economici e finanziari di
carattere internazionale.
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Foto da businessonline.it |
Sulla
‘ripresina’ italiana incide di sicuro l’immissione di moneta sul mercato finanziario
operata da Mario Draghi con il Quantitative easing. Fino a quando la Banca centrale
europea continuerà con l’acquisto del debito sovrano (60 miliardi di euro al
mese) non avremo grossi problemi sul debito pubblico e soprattutto con i tassi sugli interessi così bassi continueremo a pagare i nostri creditori con esborsi
‘accettabili’. La cifra è, comunque, ‘monstre’, nel 2016 il debito ci è costato 66,5 miliardi di
euro, con una riduzione di 17 miliardi rispetto al 2012. Nonostante ciò il
debito pubblico ha raggiunto nel mese di giugno la cifra record di 2.281,40
miliardi di euro, cioè il 132,6% del Pil. La
logica ed il buonsenso vorrebbero l’attuazione di politiche 'parsimoniose' sulla
spesa pubblica ed una graduale riduzione del debito. Come fece, per intenderci, il
governo di Centrosinistra tra il 1996 ed il 2001. Ma tutto questo non sta
avvenendo. Il debito non scende e la crescita è minima, tra le più basse in
Europa. Un segnale veramente positivo sarebbe quello di una sostanziale riduzione
della disoccupazione, in particolare quella dei giovani che vivono nel Sud del
paese, ma anche in questo caso siamo lontani da un risultato soddisfacente.
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