martedì 11 dicembre 2018

Tutto ebbe inizio il 12 dicembre 1969 con ‘la madre di tutte le stragi’

Il Sessantotto, l’Autunno caldo, poi l’attentato di Piazza Fontana, ’la madre di tutte le stragi’. Tra il 1968 ed il 1974 in Italia furono compiuti oltre 140 attentati, lo scopo fu quello di impedire al Pci l’accesso al governo del Paese

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

L'interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura, luogo della 
strage di piazza Fontana, dopo l'esplosione della bomba 
(12 dicembre 1969) – (Foto da wikipedia.org)
Il 12 dicembre 1969 l’attentato di piazza Fontana a Milano è considerato la ‘madre di tutte le stragi’. Quel giorno all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura esplose una bomba ad alto potenziale che provocò 17 morti e 88 feriti. Nel giugno del 2005 la Corte di Cassazione ha stabilito che l’atto terroristico fu opera di ‘un gruppo eversivo costituito a Padova nell’alveo di Ordine  Nuovo e capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura’, non più perseguibili in quanto in precedenza assolti con giudizio definitivo dalla Corte d’Assise d’Appello di Bari. Gli esecutori materiali sono rimasti ignoti.  
Il 22 luglio 1970 la strage di Gioia Tauro provocò 6 morti e 66 feriti. L’atto terroristico determinò il deragliamento del treno direttissimo Palermo –Torino. Le cause non vennero accertate, ma secondo il giudice istruttore del tribunale di Palmi l’attentato dinamitardo fu l’ipotesi più plausibile.
Il 31 maggio 1972 la strage di Peteano a Gorizia causò 3 morti e 52 feriti. I tre carabinieri, vittime dell’attentato, furono chiamati a fare un sopralluogo a Sagrado, frazione di Peteano, dove c’era un auto sospetta che invece si rivelò un’autobomba che espose quando gli agenti tentarono di aprire lo sportello a cui era collegato l’innesco esplosivo. I responsabili Vicenzo Vinciguerra, Carlo Cicuttini (latitante fino al 1998) e Ivano Boccaccio, tutti e tre appartenenti al gruppo neofascista di Ordine Nuovo, furono identificati e condannati nonostante i tentativi di depistaggio compiuti da esponenti delle forze armate e dell’ordine.
Il 17 maggio 1973 la strage della Questura di Milano provocò 4 morti e 52 feriti. Mentre era in corso la cerimonia in memoria del commissario Luigi Calabresi alla presenza del ministro degli Interni Mariano Rumor un ordigno esplose in mezzo alla folla riunita per la celebrazione. L’attentatore, Gianfranco Bertoli, venne fermato ed arrestato. Nel 2002 il generale Nicolò Pollari (ex direttore del SISME) sentito dai giudici della terza Corte d’appello di Milano ha confermato che 'Bertoli è stato un informatore del SIFAR prima e del SID in seguito (servizi segreti italiani)
Il 28 maggio 1974 la strage di piazza della Loggia a Brescia provocò 8 morti e 102 feriti. Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre si stava svolgendo una manifestazione antifascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista. Dopo decenni di depistaggi e processi sono stati condannati i membri del gruppo neofascista di Ordine Nuovo Ermanno Buzzi, Maurizio Tramonte, Carlo Digilio e Marcello Soffiati. Come mandante fu condannato il dirigente fascista Carlo Maria Maggi. Altri furono assolti, tra di loro Pino Rauti ex segretario del Msi e fondatore del centro studi Ordine Nuovo.
Il 4 agosto 1974 la strage dell’Italicus (sull’espresso Roma – Brennero) provocò 12 morti e 105 feriti. Alle ore 1:23, quando il treno si trovava presso San Benedetto Val di Sambro, una bomba ad alto potenziale esplose nella quinta vettura del treno espresso 1486, proveniente da Roma e diretto a Monaco di Baviera. Secondo quanto affermato dalla figlia Maria Fida, su quel treno doveva esserci l’allora ministro degli Esteri Aldo Moro. Ma ‘pochi minuti prima della partenza del treno venne raggiunto da alcuni funzionari che lo fecero scendere per firmare alcuni documenti’
La strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 provocò 85 morti e 200 feriti. Gli esecutori materiali, appartenenti al gruppo neofascista dei Nuclei Armati Rivoluzionari, Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini sono stati individuati e condannati (1995), mentre i mandanti sono ancora sconosciuti.
Gli anni Settanta sono stati un’occasione mancata. La spinta al cambiamento che venne dagli studenti (1968), dalla classe operaia (autunno caldo 1969) e dal movimento femminista produsse numerose riforme che ancora oggi costituiscono i pilastri della nostra società. Lo Statuto dei lavoratori, il Diritto di famiglia, la legge sul Divorzio, la riforma della scuola e dell’università, l’introduzione dell’Iva, la modernizzazione del sistema televisivo, l’introduzione delle regioni a statuto ordinario e numerosi altri provvedimenti hanno determinato un profondo cambiamento nella società italiana. Tuttavia, le forze ‘oscure’ dei servizi segreti deviati ed i gruppuscoli di neofascisti riuscirono, con la strategia della tensione, a limitare il fervore ideologico e programmatico che caratterizzò un'intera generazione. Ed è per questo che quella fu una ‘rivoluzione incompiuta. Oggi è il tempo di riprendere e completare quel percorso.

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