Carnefici e vigliacchi coloro che ordinavano, coloro che scortavano, coloro che sprangavano le porte delle docce e coloro che azionavano il gas. Carnefici e vigliacchi coloro che ancora oggi si richiamano a quei dogmi volgari ed insulsi
A
volte utilizziamo termini di cui non conosciamo il significato. Ogni 27 gennaio
ricordiamo con la mente e con il cuore la tragedia della Shoah. Pronunciamo questa
parola con dolore, ma ne comprendiamo il senso?
‘Voi
che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il
cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo. Che lavora nel fango,
che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un
no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome, senza più
forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo, come una rana
d’inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele
nel vostro cuore, stando in casa andando per via, coricandovi alzandovi,
ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi’.
I
tormenti di Primo Levi in ‘Se questo è un uomo’ dicono tutto, ma come arrivano
nei nostri cuori e nelle nostre menti? Noi non c’eravamo, non sappiamo nulla di
quella sofferenza, come possiamo comprenderla?
Non
tutti sanno che la parola Shoah in ebraico vuol dire annientamento. Per i
nazisti ed i fascisti non c’erano tentennamenti o piani B, l’obiettivo era l’eliminazione di
tutti gli ebrei e non solo.
Uomini, donne, bambini e vecchi dovevano morire.
Nei campi di sterminio c’era anche chi rinunciò a lottare perché comprese l’inutilità
dei gesti, delle parole, della famelica ricerca del cibo, dell’aggrapparsi
ad una vita destinata a non essere più ed ha deciso di non
aspettare, di lasciarsi andare, di 'stabilire' come e quando morire.
Era sufficiente non ubbidire per non subire le angherie dei carnefici, per essere liberi, per decidere il momento e la sorte a cui si era destinati.
Bastava poco per non essere più, potevano essere gli stenti causati dalla fame e dal freddo, la bastonata di un kapò, l’alta tensione del filo spinato che li imprigionava, oppure fucilati per il gusto e la cattiveria di un nazista qualunque o peggio ancora ammassati nelle camere a gas.
Ecco
questa è stata la Shoah, l’annientamento dell’uomo, della sua dignità, della
sua vita.
Carnefici e vigliacchi coloro che ancora oggi
si richiamano a quei dogmi volgari ed insulsi. Carnefici e vigliacchi coloro che non hanno fatto i conti con la storia.
‘Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio: è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento. Io chiedo come può l'uomo uccidere un suo fratello ...'
Ma com’è stato possibile tutto questo?
Fonte viafabbri43.net