di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da tiscali.it |
Questa
dichiarazione è stata rilasciata pochi giorni fa dal presidente della Ssc Napoli Aurelio De Laurentis. In Serie A ci sono venti squadre, di queste solo due sono club del Sud (Napoli e Cagliari) e soltanto uno dei due è in grado di competere con quelli del Nord. Quel
che è peggio è che la stragrande maggioranza dei meridionali tifa Juventus,
Inter e Milan. Lo sport ed il calcio in particolare sono l’emblema del divario economico
e sociale che si è creato nel nostro Paese.
Le differenze strutturali tra Nord e Sud sono il risultato di un lungo processo storico. La lontananza dai mercati di sbocco e l’incapacità dei meridionali di
incidere sulle decisioni politiche ed economiche del Paese hanno determinato un
dualismo difficilmente risolvibile. Le
responsabilità sono tante. La prima è dei meridionali che si 'accontentano' e che
non sono capaci di emanciparsi dalla condizione di sudditanza sociale ed
economica in cui si trovano da sempre. La situazione si è aggravata negli
ultimi tre decenni, da quando cioè dall’attuazione di politiche meridionaliste
si è passati al cosiddetto ‘federalismo fiscale’. Nell’era dell'informatizzazione e della
globalizzazione il Nord opulento non ha più bisogno delle ‘cattedrali nel
deserto’ erette negli anni Sessanta e Settanta, il Sud è diventato un peso da
utilizzare solo in campagna elettorale e come mercato di sbocco per i prodotti
delle imprese 'padane'. Ma non è finita.
Il governo ‘gialloverde’ intende sancire l’accordo sulle autonomie regionali di
Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, le aree più ricche del Paese. Se qualcuno,
soprattutto meridionali, non avesse ancora capito di cosa si tratta è opportuno
precisare che questa sarebbe la ‘mazzata’ definitiva per il futuro del Mezzogiorno.
Il divario economico già ampio diventerebbe incolmabile, ma forse è questa la
volontà politica di gran parte delle forze politiche presenti oggi in
Parlamento ed è quello che, va detto, molti meridionali si meritano.
Fonti: vesuviolive.it e tiscali.it
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