di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Il rendimento dei Btp a 10 anni dal 2014 ad oggi - (foto da fineco.it) |
Il
trend è iniziato in modo robusto dopo le dichiarazioni rilasciate qualche
settimana fa da Mario Draghi. Il presidente uscente della Banca centrale europea ha prospettato
una riapertura del Quantitative Easing (l’acquisto di titoli del debito
pubblico dei Paesi dell’Unione europea) e nuovi aiuti alle banche per stimolare
l’economia del 'Vecchio Continente' che sta rallentando. Inoltre, la manovra correttiva approvata dal Consiglio dei ministri (Luigi Di Maio era
assente), ha scongiurato, almeno per ora, la procedura d’infrazione per eccesso
di debito. Non solo, ma la Flat tax potrebbe essere ‘annacquata’ come lo sono stati
il Reddito di cittadinanza e la Quota 100. Potrebbe, cioè, costare molto meno rispetto a quanto ipotizzato in
campagna elettorale. Poi ci sono le parole rassicuranti del presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, che ha detto ‘che non ci sono motivi per una
procedura d’infrazione, l’Italia ha un’economia solida’.
Sembra che nel nostro Paese ci siano due governi, uno guidato dal premier Giuseppe Conte
e sostenuto dal Quirinale che dialoga con l’Europa ed un altro che minaccia
rivolgimenti su tutto, che ha i voti in Parlamento e che in queste ultime
settimane è in un momento di ‘quiete propangandistica'. Insomma,
i toni ‘accondiscendenti’ delle dichiarazioni degli ultimi giorni sui temi
economici e sui rapporti con l’Ue rilasciate da Luigi Di Maio e Matteo Salvini
e, nello stesso tempo, quelle tranquillizzanti di Mario Draghi e Sergio
Mattarella, sembrano rassicurare gli investitori. Del
resto, i nostri titoli di Stato hanno, in questa fase, un rapporto rendimento/rischio ‘appetibile’
per i risparmiatori. Poi in autunno si vedrà, a vendere basta un clic sul
computer, tanto a pagare la mancanza di rigore nella gestione delle risorse pubbliche non saranno gli speculatori e neanche i nostri governanti, ma i soliti noti: lavoratori e pensionati.
Fonte fineco.it
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