domenica 29 dicembre 2019

‘Il divario fra Nord e Sud verrà colmato solo nel 2020’

Non è una battuta e neanche una fake news, è il titolo di un articolo pubblicato nel 1972 dal Corriere della Sera. Ma, da allora, il divario non solo non è stato colmato, ma negli ultimi tre decenni è cresciuto notevolmente, perché?

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Corriere della Sera del 13 settembre 1972
(foto da ilpost.it)
La previsione è stata fatta dal professore Pasquale Saraceno ed è stata riportata in un rapporto del ministero del Bilancio, l’anno era il 1972. Il boom economico degli anni Sessantanel Sud è avvenuto in modo disordinato, aggiungendo ai vecchi motivi di arretratezza nuove cause di disorientamento’. L’articolista descrive come ‘Piramidi sulle sabbie mobili’ le industrie siderurgiche (Taranto) e petrolchimiche (Milazzo, Gela e Pozzallo) sorte in quegli anni con la Cassa per il Mezzogiorno. Esse ‘hanno rappresentato le espressioni più avanzate dell’industrializzazione del Sud, ma si tratta di attività produttive a basso tasso di occupazione’. Ed ancora: ’In questo quadro di arretratezza laureati e diplomati non trovano sblocchi professionali, mentre un’élite lotta tenacemente, quanto sfortunatamente, contro resistenze ancestrali’.
Sembra un’analisi fatta oggi, invece è di 47 anni fa. Da allora nulla è cambiato. I diplomati ed i laureati continuano ad emigrare ed il declino economico e sociale del Sud prosegue. Due dati, tra i tanti che si potrebbero citare, ci fanno capire la situazione. Il reddito medio pro-capite al Nord (circa 33.000 euro) è quasi il doppio di quello del Sud (circa 17.000 euro). Il tasso di disoccupazione in alcune aree del Mezzogiorno supera il 18%, mentre in tante città settentrionali è meno del 5%.
Il 2020 è arrivato e possiamo affermare senza timore di essere smentiti che la previsione fatta dal Corriere della Sera non si è avverata, anzi le distanze economiche e sociali tra Nord e Sud del paese sono cresciute notevolmente, perché?
Di certo ci sono ragioni strutturali come la lontananza dai mercati di produzione e di sbocco dei prodotti, una rete di infrastrutture inadeguate, una classe dirigente incapace e spesso collusa con la criminalità organizzata. Ma tutto questo non basta. Dietro il mancato sviluppo del Meridione ci sono le scelte di politica economica fatte dalle classi dirigenti che hanno governato il Paese dal dopoguerra ad oggi. Nonostante l'intraprendenza di tanti piccoli imprenditori meridionali, il Sud era ed è destinato ad essere un mercato di sbocco per i prodotti delle aziende lombarde, piemontesi, venete ed emiliane. Nello stesso tempo esso è un bacino elettorale per quelle forze politiche che intendono mantenere il ‘dualismo’ e che oggi con l'autonomia differenziata vorrebbero addirittura incrementare.
La previsione per il 2050, a questo punto, è facile: il divario si manterrà se va bene per i meridionali. Del resto, ad illudere chi non ha nulla ci vuole poco e per foraggiare le clientele non occorre molto, bastano le briciole.

Fonte ilpost.it


martedì 24 dicembre 2019

Hallelujah di Leonard Coen, interpretata da Jeff Buckley

Dedicata a tutti coloro che soffrono

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)


Video da yuotube.com

Il testo della canzone:

Ho sentito che c'era un accordo segreto (Now, I've heard there was a secret chord)
Quel David ha suonato e ha fatto piacere al Signore (That David played, and it pleased the Lord)
Ma non ti interessa davvero la musica, vero? (But you don't really care for music, do you?)
Va così, il quarto, il quinto (It goes like this, the fourth, the fifth)
La caduta minore, l'ascensore maggiore (The minor fall, the major lift)
Il re sconcertato che componeva l'alleluia (The baffled king composing hallelujah)
Hallelujah .... (Hallelujah ....)
La tua fede era forte ma avevi bisogno di prove (Your faith was strong but you needed proof)
L'hai vista fare il bagno sul tetto (You saw her bathing on the roof)
La sua bellezza e la luce della luna ti hanno rovesciato (Her beauty and the moonlight overthrew ya)
Ti ha legato a una sedia da cucina (She tied you to a kitchen chair)
Ti ha rotto il trono e ti ha tagliato i capelli (She broke your throne, and she cut your hair)
E dalle tue labbra ha disegnato l'alleluia (And from your lips she drew the hallelujah)
Hallelujah ... (Hallelujah ...)
Dici che ho preso il nome invano (You say I took the name in vain)
Non conosco nemmeno il nome (I don't even know the name)
Ma se l'ho fatto, beh davvero, che ti succede? (But if I did, well really, what's it to you?)
C'è una fiammata di luce in ogni parola (There's a blaze of light in every word)
Non importa quale hai sentito (It doesn't matter which you heard)
Il santo o il rotto alleluia (The holy or the broken hallelujah)
Hallelujah ... (Hallelujah ...)
Ho fatto del mio meglio, non era molto(did my best, it wasn't much)
Non riuscivo a sentire, quindi ho provato a toccare (I couldn't feel, so I tried to touch)
Ho detto la verità, non sono venuto per ingannarti (I've told the truth, I didn't come to fool you)
E anche se tutto è andato storto (And even though it all went wrong)
Starò davanti al signore della canzone (I'll stand before the lord of song)
Con nient'altro che alleluia (With nothing on my tongue but hallelujah)
Hallelujah ... (Hallelujah ..)
Compositori: Leonard Cohen (1975)
Testo di Hallelujah © Sony/ATV Music Publishing LLC

lunedì 23 dicembre 2019

La Lega Nord cambia il nome, perchè?

La svolta sovranista del 2013 giunge a compimento con il ‘nuovo’ partito nazionale, ma i principi ed i valori della Lega Nord continuano ad essere parte integrante del nuovo corso politico

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da @tervin_mi (twitter.it)
Le parole pronunciate da Umberto Bossi al congresso federale nazionale della Lega Nord sono inequivocabili: ‘Mi sembra giusto aiutare il Sud, sennò se non li aiutiamo 'a casa loro' straripano e vengono qui. È un po' come l'Africa’. Ed ancora: ‘L'Africa non è stata aiutata e ci arrivano tutti addosso’. Sul nuovo partito, il vecchio leader è categorico. Ecco cosa ha detto alzando il dito medio: ‘Col c...o che questo è un funerale’. Matteo Salvini, imperturbabile ha ribattuto: ‘Inizia nuova fase. Bossi? Suo sogno vive ancora’. Se il ‘sogno’ dei leghisti vive ancora, perché l’ex ministro dell’Interno ha deciso questo cambio di nome e di Statuto con la fondazione di un partito nazionale?
Il pensiero corre subito ai 49 milioni di euro dello Stato fatti sparite dalle casse della Lega Nord e che saranno rimborsati con piccole rate in circa 80 anni. A tale proposito Roberto Calderoli è stato chiarissimo: ’La Lega Nord continua a essere un soggetto politico e giuridico che avrà un proprio ruolo politico. Noi intendiamo da una parte rispettare gli impegni presi con la Procura di Genova, onorare i debiti e continuare a pagare le nostre rate, dall'altra parte qualunque ricorso sia possibile per avere giustizia e non avere più questa spada di Damocle sopra la testa, noi intendiamo percorrerlo’. La Lega Nord diventa così una specie di ‘bud company’, mentre la nuova formazione si presenta come un nuovo soggetto politico svincolato, giudici permettendo, dalle conseguenze giudiziarie relative ai 49 milioni di euro e non solo.
Il secondo motivo del cambiamento è stato sottolineato dallo stesso esponente leghista: ‘La Lega è diventata nazionale, lo dico rispetto a chi ha nostalgia della Lega Nord che in Italia due terzi dell'elettorato è al Centro e al Sud, quindi se vogliamo cambiare le cose dobbiamo prendere i voti anche di quella parte del Paese’. Il progetto del partito di Matteo Salvini non è nuovo. E' sempre stato così. Il Meridione, dall'Unità d'Italia in poi, è stato utilizzato come bacino elettorale e come mercato di sbocco per le merci delle imprese del Nord.
Insomma, la svolta sovranista del 2013 giunge a compimento con il ‘nuovo’ partito nazionale, ma essa è funzionale ai principi ed i valori della Lega Nord che continuano ad essere parte integrante del nuovo corso politico. Resteranno il simbolo di Albert de Giussan e la parola ‘Padania’ nel primo articolo del nuovo Statuto e la sede del partito rimarrà a Milano in via Bellerio. Inoltre, essa renderà più difficile la restituzione dei 49 milioni di euro che rimarranno a carico della ‘vecchia’ Lega Nord.
Furbizia tipicamente padana? Probabile, di certo non stupisce. Del resto, per la Destra italiana e non solo, le regole non valgono per tutti, ma solo e sempre per gli altri.


sabato 21 dicembre 2019

Il presepe più antico del mondo si trova a Siracusa

La più antica rappresentazione della Natività si trova in Sicilia, a Siracusa e risale al IV secolo d.C.

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Il sarcofago di Adelfia - (foto da wikipedia.org)
Il prezioso reperto della riproduzione del Presepe è custodito nel museo archeologico ‘Paolo Orsi’ di Siracusa. La galleria è dedicata all’arte cristiana e prende il nome di Adelfia. Il sarcofago dove è deposto il corpo della donna risale al IV secolo d.C. ed è stato rinvenuto nel 1872 da Francesco Saverio Cavallari. Era in un cubicolo delle catacombe della chiesa di San Giovanni. Siracusa, infatti, conserva, come Roma, ‘percorsi catacombali e tracce della più antica devozione cristiana’. 
Un particolare del sarcofago di Adelfia dove è riprodotta la
Natività - (foto da wikipedia.org)
Alla morte della donna il marito comes Balerius Valerius (Valerio) volle dedicargli un’urna di marmo decorata da immagini del Vecchio e del Nuovo Testamento. Tra le rappresentazioni riprodotto nel sepolcro c’è la NativitàNell’effige si possono distinguere chiaramente i tre magi che indossano ‘un copricapo sui loro lunghi capelli, una tunica, mentre procedono con i loro doni verso Gesù. Una tettoia ricoperta da tegole e ceppi ripara il Messia in fasce, adagiato in un cesto di vimini e scaldato dal fiato del bue e dell’asinello, mentre Maria siede su una roccia’.


domenica 15 dicembre 2019

Ma la Mafia non era una ‘prerogativa’ del Sud?

Cade un altro falso stereotipo: i meridionali sono 'tutti' mafiosi, mentre il Nord è laborioso ed immune da ogni forma di criminalità organizzata. Le ultime inchieste dimostrano, invece, che il fenomeno mafioso è diffuso su tutto il territorio nazionale

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da @battpier22 (twitter.it)
Il Presidente della Regione Valle d’Aosta, Antonio Fosson, si è dimesso. La motivazione è l’avviso di garanzia ricevuto ‘per scambio elettorale politico mafioso’. L’inchiesta risale al 2018. L’ipotesi degli inquirenti è il condizionamento operato dalla ‘ndrangheta nelle elezioni regionali in Valle d’Aosta. Anche due assessori ed un consigliere, indagati per voto di scambio, hanno annunciato le dimissioni. Ferma restando la presunta estraneità degli indagati sugli illeciti a loro contestati dalla Dda, è ormai accertato il fatto che il fenomeno mafioso non è più, se mai lo è stato, una prerogativa delle Regioni del Sud. Per decenni si è ritenuto che la ‘mafiosità’ fosse un tratto caratteristico di siciliani, calabresi e campani. Invece, no. La Mafia, la Camorra e la ‘Ndrangheta sono organizzazioni criminali radicate anche nelle Regioni centro-settentrionali. Le inchieste su Roma capitale, sulle organizzazioni ‘ndranghetiste e mafiose in Lombardia e Piemonte ed in diversi altri comuni del Nord Italia, dimostrano che il fenomeno mafioso è diffuso in tutto il territorio nazionale.
Secondo alcuni questa proliferazione sarebbe la logica conseguenza del ‘soggiorno obbligato’ previsto da una legge del 1956. In realtà, ‘la criminalità organizzata cresce e si radicalizza dove c’è ricchezza e denaro, creando, in quei territori collusioni con la politica e l’economia legale’. Aver ipotizzato, pertanto, che il Centro ed il Nord del Paese ne fossero immuni era solo colpevole ignoranza. Ed oggi continuare a ripetere che la criminalità organizzata nelle Regioni settentrionali non c'è non solo è falso, ma ricorda le affermazioni mendaci fatte per decenni dai politici meridionali collusi o affiliati con la Mafia o la ‘Ndrangheta. La‘sceneggiata’ si ripete. Non si vuole vedere, sentire, parlare. Ma tutto questo, oggi come lo era allora, è fallace ed illusorio per chi lo sostiene.
Ecco cosa ha dichiarato nel novembre del 2017 a ilfattoquotidiano.it il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Palermo, Roberto Scarpinato: ‘Milano è il posto giusto per parlare di Mafia perché le mafie di nuova generazione hanno scelto i territori del Centro-nord per dare vita a un nuovo modo di operare, quello di ridurre la minimo la violenza e cavalcare la cultura e la logica degli affari. Questo nuovo versante non è ancora stato capito in profondità e aprire un faro di riflessione è importante’.



domenica 8 dicembre 2019

Liliana Segre: ‘il 48 per cento parla di quello che non sa’

'Il 48 per cento non c'era quando c'era l'uomo forte al potere quindi parla di quello che non sa', questo il commento di Liliana Segre al report pubblicato dal Censis

di Pulvino Giovanni (@PulvinoGiovanni)

Il presidente Sergio Mattarella e la senatrice Liliana Segre
(foto da wikipedia.org)
Secondo il Centro studi del Censis sono otto milioni gli italiani convinti che la democrazia liberale sarà presto superata e sarà sostituita da un regime autoritario. Non solo, ma quasi metà dei nostri concittadini vorrebbe ‘un uomo forte al potere’. Un ‘Capo’ che non debba preoccuparsi del Parlamento e delle elezioni. Il commento della senatrice a vita, Liliana Segre, ai risultati di questa indagine è stato perentorio: ‘il 48 per cento non c'era quando c'era l'uomo forte al potere quindi parla di quello che non sa’. A non credere più nella Democrazia sono soprattutto gli operai (58%) ed i disoccupati (55%), valori più bassi si registrano, invece, tra i manager ed i quadri (34%), imprenditori e lavoratori autonomi (42%). I cittadini che vogliono l’uomo forte sono  gli operai (67%), i soggetti poco istruiti (62%) e le persone con redditi bassi (56,4%). Dallo studio emerge, inoltre, che solo il 19% degli italiani si occupa frequentemente di politica, mentre il 76% non ha fiducia nei partiti, la percentuale arriva fino all’81% tra gli operai e all’89% tra i disoccupati.  
Il dato è, per certi aspetti, sorprendente, ma non deve stupire il fatto che la mancanza di fiducia nelle istituzioni democratiche si stia ampliando tra coloro che appartengono alle classi sociali più disagiate. Con l’incremento delle disuguaglianze è cresciuto anche il rancore verso le classi dirigenti che hanno dimenticato il loro compito principale: fare gli interessi di tutti i cittadini, in particolare dei ceti sociali più deboli.
L’auspicio ad avere un uomo solo al comando esprime il disagio economico e sociale di una parte rilevante della popolazione. Farsi carico di quei bisogni e di quel malessere dovrebbe essere compito della Sinistra, ma oggi essa non è più percepita come una forza al fianco dei lavoratori e dei ceti più deboli. Impedire un ritorno a logiche nazionalistiche, particolarmente pericolose per il nostro sistema democratico, è un impegno irrinunciabile per tutte le forze progressiste del Paese, ma occorre agire ora, tra poco potrebbe essere troppo tardi.

Fonte censis.it


lunedì 2 dicembre 2019

MES, i debiti vanno comunque onorati

La polemica politica sul MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, non tiene conto del motivo per cui esso è nato: fornire assistenza alle banche e agli Stati dell’area Euro che si trovano in difficoltà finanziaria

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)


Foto da @anpa100
Il MES è attivo dal 2012 ed è l’evoluzione di altri meccanismi: il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria ed il Meccanismo Europeo di Stabilità Finanziaria. Il suo scopo è fornire assistenza finanziaria ai Paesi dell’area Euro che dovessero avere gravi problemi di finanziamento. Esso è sovvenzionato dai singoli Stati membri. La Germania contribuisce con il 27,1%, seguita dalla Francia (20,3%) e dall’Italia (17,9%). Il finanziamento diretto è di 80 miliardi di euro (27 Germania, 20 Francia e 14,3 Italia), ma possono essere raccolti sui mercati finanziari altri 620 miliardi con l’emissione di bond. Le modifiche del MES di cui si sta discutendo sono sostanzialmente tre. Se la riforma sarà approvata dai Parlamenti dei singoli Stati la richiesta di una linea di credito al Fondo di risoluzione potrà essere fatta con una lettera d’intenti. Questa procedura semplificata potrà essere adottata solo da quei Paesi che rispettano i parametri di Maastricht. L’Italia non è tra questi, in quanto il rapporto tra il debito ed il Pil supera abbondantemente il 60%.
Per contro, gli Stati più indebitati hanno ottenuto il cosiddetto ‘backstop’. Con esso il MES potrà finanziare il Fondo di risoluzione fino a 55 miliardi di euro. In questo modo le banche dell’area Euro che si trovano in difficoltà avranno una doppia protezione. Infatti, il Fondo di risoluzione sarà finanziato oltreché dalle banche europee anche dal MES. 
Infine, la riforma rende più facile ‘ristrutturare’ il debito pubblico di un Paese che ricorre al Fondo di salvataggio. Il nuovo meccanismo prevede, per gli Stati che hanno chiesto l’intervento, l’obbligo di emettere titoli con una clausola che permetterà la ‘ristrutturazione’ del debito tramite il solo voto dei creditori. Questa modifica potrebbe provocare, per i Paesi più indebitati, un aumento del tassi di interesse sui loro debiti sovrani, perché, per loro, più alto è il rischio di insolvenza.
La questione di fondo, quindi, è sempre la stessa: lo Stato italiano è in grado di sostenere il suo enorme debito pubblico? Inoltre, le variazioni del tasso di interesse sui nostri titoli dipendono dalla nostra credibilità internazionale e non dalla semplificazione di un meccanismo che già esiste e che è stato creato per salvaguardare l’Euro e le banche dell’Unione Europea
Quella 'gridata' in questi giorni da Giorgia Meloni e da Matteo Salvini è, pertanto, solo l'ennesima polemica pretestuosa e propagandistica di chi non ha nessun senso delle istituzioni e, di certo, non fa gli interessi degli italiani, almeno di quelli seri ed onesti.

Fonte ilsole24ore.com