mercoledì 30 settembre 2015

Ponte sullo Stretto: tanto rumore per nulla

La Camera dei deputati ha approvato una mozione presentata dal Ncd che impegna il Governo a valutare l’opportunità di riconsiderare la costruzione del Ponte sullo Stretto, ma è subito polemica tra le forze politiche 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Cavallo di battaglia del secondo governo di Silvio Berlusconi, il Ponte sullo Stretto torna al centro delle polemiche tra chi è favorevole e chi invece ritiene che sia un'opera inutile e costosa.
‘Oggi alla Camera sì da maggioranza e Governo a nostra mozione sul Ponte sullo Stretto. Il #Mezzogiorno riparte #unaltrosuccesso #Sud’. Con questo tweet il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, commenta la mozione votata ieri alla Camera con la quale s’ipotizza di riprendere in considerazione la costruzione del Ponte sullo Stretto. Ed ancora: “Si riparte con il progetto, è un grande successo per il Meridione”. Ma il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, frena gli entusiasmi del leader politico siciliano: “Sì solo a una valutazione, il dossier non è sul tavolo”.
La mozione presentata dal Ncd contiene un impegno del governo a ‘valutare l’opportunità di una riconsiderazione del progetto del ponte sullo stretto come infrastruttura ferroviaria previa valutazione e analisi rigorosa del rapporto costi – benefici’. In sostanza non si tratta di un impegno concreto, ma solo un’analisi sull’ipotesi di trasformare il progetto in un’infrastruttura ferroviaria. Tanto è bastato a far esultare il leader del Ncd.
Disappunto ha invece espresso il presidente Pd della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, che definisce il progetto “un’opera inutile, non strategica” e che comporterebbe “un ulteriore spreco di soldi pubblici”.
Nichi Vendola, leader di Sel, ha accusato il governo di “continuare a gingillarsi con un’opera inutile, dannosa e delirante”. Mentre il Capogruppo in Commissione Trasporti della Camera, Andrea Cioffi, del M5s ha dichiarato che la maggioranza di governo è “in balia dei deliri al cemento del Ncd di Alfano”.
Insomma, torna la polemica politica sulla costruzione del Ponte sullo Stretto, ma anche questa volta sembra essere solo una foglia di fico per non affrontare i tanti, troppi, problemi economici e sociali che i siciliani ed i meridionali devono affrontare e sopportare giornalmente.

Istat: disoccupazione all’11,9%

Nel mese di agosto l’occupazione, secondo le stime dell’Istat, è cresciuta dello 0,3%

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

‘Istat. In un anno più 325mila posti di lavoro. Effetto #Jobsact #italiariparte #labuonavolta’, così ha commentato con un tweet il presidente del Consiglio Matteo Renzi le stime sulla disoccupazione nel mese di agosto comunicati dall’Istat. Gli occupati sono cresciuti dello 0,3%, pari ad un incremento di 69 mila unità. In particolare sono aumentati i lavoratori con contratti a termine (+45 mila unità). Dopo l’incremento di giugno dello 0,1% e di luglio dello 0,3%, l’occupazione su base annua è cresciuta dell’1,5% (+325 mila persone), mentre il tasso di occupazione è aumentata dell’0,9 %, arrivando al 56,5%.
I disoccupati sono diminuiti di 11 mila unità, il tasso è sceso all’11,9%, proseguendo il calo del mese precedente (-0,5%). Negli ultimi dodici mesi la disoccupazione è diminuita di 162 mila unità e il tasso di disoccupazione dello 0,7%. Anche gli inattivi fra i 15 ed i 64 anni sono diminuiti nell’ultimo mese di 86 mila persone cioè dello 0,6%. Il tasso d’inattività è calato al 35,6%, in calo dello 0,2%. Mentre su base annua la riduzione è stata dell’1,7%, che corrisponde a -248 mila persone inattive.

lunedì 28 settembre 2015

Ciclone in arrivo sul Mediterraneo tra giovedì e venerdì

Nei prossimi giorni tempo instabile, ma con l'arrivo di un ciclone sul Mediterraneo ci sarà un deciso peggioramento nella giornata di giovedì 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto dal satellite di lunedì 28 settembre 2015 (da meteoam.it)
Inizio della settimana con tempo variabile con venti freschi che affluiranno da Nordest su tutto il Mediterraneo.
Martedì piogge sparse soprattutto tra la Sicilia e la Calabria, dove saranno possibili rovesci e temporali. Tempo soleggiato nel Nordovest e sulle regioni tirreniche. Temperature minime in diminuzione. Venti deboli, mari poco mossi.
Mercoledì si avvicinerà sull’Italia un ciclone che determinerà un graduale peggioramento del tempo, dapprima in Sardegna e Sicilia orientale, poi si estenderà al resto del Sud e nella giornata di giovedì anche nel Nordovest. I venti gireranno di Scirocco sul basso Tirreno e sullo Ionio.
Giovedì temporali frequenti e piogge insistenti con possibili temporali ed alluvioni su molte regioni, in particolare nelle due isole maggiori e in Calabria.
Venerdì maltempo su gran parte d’Italia. Temperature in diminuzione. Temporaneo miglioramento delle condizioni atmosferiche solo nella seconda parte della giornata di Sabato, ma solo nelle regioni meridionali, mentre continueranno le condizioni d’instabilità al settentrione. Tempo variabile domenica con cielo nuvoloso in tutto il paese ma con possibilità di piogge di lieve intensità al Centro e nel Nordest.

sabato 26 settembre 2015

Il paradiso fiscale è a Burgio

Esiste in Italia un paese dove non si pagano le tasse comunali. L’amministrazione di Vito Ferrantelli, sindaco di Burgio piccolo centro in provincia di Agrigento, ha abolito o ridotto al minimo tutte le imposte locali  

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Il manifesto fatto affiggere dal sindaco Vito Ferrantelli
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha promesso per il 2016 l’abolizione della Tasi e dell’Imu sulla prima casa. Eppure in Sicilia esiste un Comune dove queste imposte già oggi non si pagano. Inoltre, l’Imu sulle seconde case e la tariffa sull’acqua pubblica sono state ridotte al minimo e l’addizionale comunale Irpef non è prevista.
Burgio è un piccolo paesino in provincia di Agrigento. I suoi 2.740 abitanti godono di una riduzione delle imposte locali che non ha eguali in tutta Italia.
Il sindaco, Vito Ferrantelli, ha fatto affiggere un manifesto dove c’è scritto: ‘In quale paese della Sicilia i cittadini non pagano la Tasi? Non pagano l’addizionale Irpef? Non pagano l’Imu sui terreni e i fabbricati agricoli? E dove le tariffe dell’acqua sono le più basse d’Italia? E quelle dell’Imu sulla seconda casa sono al minimo? Nel comune di Burgio!’.
Burgio (Ag)
Eletto sette anni fa nella lista civica ‘Amare Burgio’, il Sindaco e la sua amministrazione hanno di fatto abolito le tasse sulla casa. Non si pagano la Tasi e l’Imu sulla prima abitazione e quella sulle seconde è stata ridotta al minimo. Non è prevista l’addizionale comunale Irpef e la tariffa sul servizio idrico è ridottissima ed è la più bassa d’Italia. Gli abitanti di Burgio pagano per ‘l’acqua pubblica’ circa 100 euro l’anno.
“Far risparmiare i cittadini è possibile”, ha detto Vito Ferrantelli ed ha aggiunto: ”Ogni anno abbiamo fatto lavorare periodicamente circa 250 giovani locali con il servizio civico e le borse lavoro. Abbiamo impegnato 300 giovani con corsi di ceramica e sport”.
Insomma, gestire la 'cosa pubblica' con parsimonia e con efficienza è possibile, basta utilizzare tutte le risorse disponibili e soprattutto affidarsi ad amministratori capaci ed onesti.

martedì 22 settembre 2015

Il record di evasione fiscale è al Nord

L’importo delle imposte evase nelle regioni settentrionali è di 47,6 miliardi di euro, mentre al Sud è di 19,8 miliardi di euro, ad attestarlo è il Def approvato venerdì scorso dal Governo  

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze
Il rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all’evasione fiscale allegato alla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri evidenzia due aspetti molto significativi. ‘I valori più elevati di evasione si attestano nelle regioni settentrionali, perché sono le più ricche, mentre la più alta propensione all’evasione si riscontra nel Mezzogiorno’.
Senza considerare i contributi Inps ed Inail ogni anno vengono a mancare all’Erario circa 91 miliardi di euro. Il tributo più evaso è l’Iva. Solo Grecia, Slovacchia, Lituania e Romania fanno peggio dell’Italia. La categoria di contribuenti che evade di più è quella dei commercianti.
Negli ultimi dieci anni, il gap medio cioè la differenza tra l’ammontare del gettito teorico e quello effettivo si è abbassato di poco, è stato di 93,5 miliardi di euro nel quinquennio 2001-2006, mentre in quello successivo è stato di 91,3 miliardi di euro, con un decremento del +2,29%.
L’Iva evasa ogni anno è di 40,2 miliardi di euro, l’Irpef e l’Ires ammontano a 44 miliardi, mentre l’Irap è pari a 7,2 miliardi di euro. L’evasione maggiore si registra nelle regioni del Nord, dove ammonta a 47,6 miliardi di euro cioè il 52% del totale. Mentre la propensione all’evasione è maggiore nelle regioni meridionali, dove l’ammontare complessivo è di 19,8 miliardi di euro cioè il 22% del totale. Al Sud si registrano ‘livelli più elevati d’intensità di evasione, che in alcuni casi sfiora il 60%’.
‘Tale ripartizione – sottolinea il Rapporto - è influenzata anche dalla distribuzione territoriale del reddito nazionale, e, a parità di altre condizioni, tende a concentrarsi maggiormente nella aree del nord dove si concentra anche la quota maggiore di valore aggiunto prodotto dal Paese. Il Pil, al netto del settore pubblico, infatti, si distribuisce per il 56% al nord, rispettivamente 33% nel nord ovest e 23% nel nord est’.

lunedì 21 settembre 2015

Migranti: ancora due tragedie al largo di Lesbo

L’Ue ipotizza una multa o il rinvio dei ricollocamenti dei rifugiati. Intanto, le tragedie continuano

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

La Slovenia sta innalzando una barriera al confine con la Croazia. Lo scopo è di evitare che i rifugiati provenienti dalla Croazia entrino illegalmente attraverso campi e boschi.
Intanto, si cerca un accordo sul ricollocamento dei rifugiati. Secondo fonti Ue s’ipotizza il pagamento di 6.500 euro a profugo oppure concedere la possibilità di ritardare i collocamenti di sei mesi. Un accordo è stato raggiunto invece sul numero dei 120mila ricollocamenti da fare, ma senza indicare le percentuali relative ai singoli Paesi. Quel che è certo è che i beneficiari dovranno organizzare gli ‘hot spot’ sul proprio territorio. Ma Croazia ed Ungheria non sono disponibili e questo potrebbe favorire l’Italia e la Grecia.
Mentre l’Ue discute le tragedie continuano. Tredici persone sono annegate, tra loro quattro bambini, nella collisione tra un traghetto turco ed un gommone carico di migranti. ”Era buio, abbiamo visto la nave che veniva verso di noi. Abbiamo provato a fare dei segnali con le torce e i telefonini, ma non ci hanno visti”, ha raccontato uno degli otto superstiti.
Un altro barcone si è rovesciato nella notte sempre al largo dell’isola di Lesbo. In 20 si sono salvati, mentre altri 26 risultano dispersi.  
Stamane, la guardia costiera greca ha recuperato al largo dell’isola di Lesbo il corpicino di una bimba di 6 anni. Una vittima ancora senza nome, l’ennesima che ha perso la vita nel tentativo di fuggire dalla guerra e dalla fame.

sabato 19 settembre 2015

Sicilia regina delle opere incompiute

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato l’elenco delle opere non ultimate o non fruibili, in Sicilia sono 215

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Palermo, la diga di Blufi i cui lavori sono fermi dal 1995
In Italia le opere pubbliche d'interesse nazionale incompiute rilevate dal monitoraggio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono 868, in aumento rispetto all’anno prima quando erano 692. Novantatre sono da terminare in Calabria e ottantuno in Puglia, mentre la Campania è tra le regioni più virtuose con dodici opere incompiute.
In Sicilia ci sono duecentoquindici opere non ultimate o non fruibili, un quarto di quelle italiane. Il loro valore è di 420 milioni di euro. L’anno prima erano ‘solo’ sessantasette. Inoltre ce ne sono quaranta con uno stato di avanzamento dei lavori del 20%, mentre altre otto sono state completate, ma non sono ancora fruibili come il Centro sociale a Casalvecchio Siculo in provincia di Messina o la casa di riposo a Casteltermini in provincia di Agrigento.
Gela, superstrada inutilizzata
L’Anagrafe è stata istituita nel 2011, ma è divenuta operativa nel 2013 ed è, quindi, al terzo anno di rilevamento. Per ogni opera il sistema segnala nei tabulati la stazione appaltante, le risorse, la percentuale di lavori compiuti e le cause rilevanti dell’interruzione e se questa è temporanea o se è dovuta a cause ostative come contenziosi o fallimenti, oppure se il collaudo non è stato eseguito per mancanza di requisiti o di risorse.
 Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, così ha commentato i dati: “Ora dobbiamo andare oltre la stesura e istituire a cura del Ministero un’apposita task force che, così come avvenuto con l’Agenzia della Coesione per i Fondi europei, segua punto per punto le opere meritevoli di essere completate”.

venerdì 18 settembre 2015

Bersani: 'bene le aperture sull’articolo 2'

Pier Luigi Bersani giudica positivamente la disponibilità del governo a discutere di modifiche sulla riforma costituzionale, in particolare quelle relative alle modalità di elezione dei Senatori

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Pier Luigi Bersani
Pier Luigi Bersani sulla sua pagine facebook giudica positivamente il tentativo di mediazione del governo sulla riforma del Senato: “Leggo di disponibilità a discutere modifiche delle norme sul Senato. Sarebbe davvero una buona cosa. La questione di fondo è semplice: bisogna che in modo inequivocabile i cittadini-elettori decidano e questo può essere solo affermato dentro l’articolo 2”.
Ed ancora: ”E’ su questo che si vuole ragionare seppur chirurgicamente? Ebbene, se è così lo si faccia con chiarezza e semplicità. Con la consapevolezza, cioè, che ambiguità, tatticismo, giochi di parole potrebbero solo aggravare un situazione già complicata”.
Ieri è iniziata la discussione in Aula e le prime due votazioni hanno rigettato le pregiudiziali di costituzionalità presentate dall’opposizione. La seduta sul ddl Boschi riprenderà martedì 22 settembre. Intanto nel Pd, dopo aver visto i ‘bersaniani’ votare con la maggioranza, cresce l’ottimismo ed alcuni esponenti sono sicuri su un esito positivo del confronto, “una condivisione è possibile” dicono.

Roma: ancora una chiusura dei siti archeologici per assemblea sindacale

Stamane i siti archeologici più importanti della Capitale hanno ritardato l’apertura per assemblea sindacale

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni) 

Foto ansa.it
‘S’informano i signori visitatori che l’area archeologica del Palatino – Foro Romano chiuderà dalle ore 8,30 alle ore 11,30 per assemblea’. L’avviso riporta la stessa scritta in inglese per informare i visitatori che i due siti archeologici rimarranno chiusi per assemblea sindacale. La ritardata apertura ha riguardato anche le Terme di Diocleziano e Ostia Antica, a comunicarlo è stata la Sovrintendenza archeologica. In una nota riportata dall’agenzia Ansa il Garante per gli scioperi Roberto Alesse così ha commentato la notizia : “La chiusura ai visitatori dei principali siti archeologici della Capitale questa mattina, motivata da un’assemblea sindacale (peraltro regolarmente convocata), porta, ancora una volta, alla ribalta l’urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali”.
Il coordinatore nazionale della Uil Beni Culturali, Enzo Feliciani, ha dichiarato: “Le assemblee sindacali di questa mattina non si sono svolte solo a Roma, ma in diverse parti di Italia, a Firenze per esempio hanno ritardato l’apertura tutti i musei di Palazzo Pitti. I problemi sono di livello nazionale”.
In particolare i sindacati lamentano "il salario accessorio che non viene versato da nove mesi, la riforma del ministero sulla riorganizzazione delle sovrintendenze che ha generato il caos, il personale insufficiente a garantire la funzionalità dei vari istituti e la non chiarezza delle competenze: ci è stato attribuito un organico totalmente insufficiente e stiamo chiedendo assunzione di personale che manca dappertutto".

giovedì 17 settembre 2015

Riforma del Senato, è caccia ai voti mancanti

Ddl Boschi oggi in aula al Senato per la discussione e l’approvazione in terza lettura della riforma della Costituzione

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Maria Elena Boschi e Matteo Renzi
Continua il braccio di ferro all’interno del Pd, ma la minaccia di non votare la riforma del Senato da parte della minoranza non sembra preoccupare il ministro delle riforme Maria Elena Boschi e soprattutto il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Lo scontro è sull’articolo 2, quello che stabilisce l’elezione di secondo grado dei Senatori. L’accusa è di ‘squilibrare’ il rapporto tra i poteri dello Stato, in particolare di limitare la funzione di controllo sull’Esecutivo che, oggi, è una prerogativa fondamentale del Parlamento.
Pier Luigi Bersani
Il governo può contare su 112 senatori del Pd, 35 di Area popolare (Ncd-Udc), 19 del gruppo Psi-Autonomie  (ma tra questi c’è l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che, per motivi di salute, non vota più da tempo), 10 della neoformazione di Denis Verdini, 5 del gruppo Misto, 2 del Gal. A questi si potrebbero aggiungere 2 ex grillini e rifondatori del gruppo dell’Italia dei Valori.
Sulla carta i voti sicuri a favore del ddl Boschi sono 182, ma i dissidenti nel Pd sono 28 e per ottenere la maggioranza assoluta prevista dall’articolo 138 della Costituzione sono necessari 161 voti. Insomma, se il Pd non è compatto e se non arrivano soccorsi ‘esterni’ la riforma rischia di non passare.
Ora, al di là dei numeri, non possiamo non chiederci: si può approvare una riforma costituzionale così importante con i soli voti della maggioranza o peggio ancora con chi darà l'appoggio solo perchè non vuole la fine della legislatura? Dov’è finito il senso delle istituzioni?
Renzi avrà le sue buone ragioni, ma un grande Paese come l’Italia non si può governare e soprattutto la Costituzione non si può stravolgere ‘raccattando’ deputati e senatori. L’esperienza, nel 2010, del governo di Silvio Berlusconi non ha insegnato nulla?  
Forse un atto di umiltà del presidente del Consiglio e di alcuni suoi ministri non sarebbe del tutto sbagliato.

mercoledì 16 settembre 2015

‘Gli stranieri ci rubano il lavoro’, ma sarà vero?

Secondo uno studio condotto da Openpolis i lavoratori stranieri regolari in Italia sono il 10,8% della forza lavoro e producono 123 miliardi di Pil 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Gli stranieri residenti in Italia sono quasi cinque milioni e costituiscono l’8% della popolazione. A scriverlo è Openpolis nel MiniDossier ‘Immigrazione il giorno dopo’. Le nazionalità presenti sono 190, la più numerosa è quella rumena con oltre un milione di persone. La loro presenza è quadruplicata negli ultimi dieci anni e sono concentrati soprattutto nelle regioni del Centro-Nord.
Il 71% degli stranieri residenti che hanno un regolare permesso di soggiorno sono extracomunitari. I principali motivi per il rilascio del documento sono il lavoro (33%), la famiglia (25%) o lo studio (10%), mentre per asilo politico i permessi concessi sono ‘solo’ il 7,49%. La percentuale di lavoratori regolari in Europa è del 7%, in Italia è del 10,82%. Negli ultimi dieci anni l’aumento è stato del 146%. Si tratta di 2,7 milioni di lavoratori che producono il 9% della ricchezza nazionale, cioè 123 miliardi di Pil. Nella maggior parte dei casi sono colf, badanti, operai, muratori ed agricoltori. I loro compensi in media sono inferiori a quelli degli italiani. L’80% degli extracomunitari guadagna al massimo 1200 euro al mese, la percentuale scende al 19,2% per i guadagni oltre tale cifra. Inoltre, con la crisi economica l’occupazione per i lavoratori stranieri è scesa dell’8,3%, mentre  il rischio povertà è aumentato al 43,6%.
Insomma, nonostante i tanti problemi legati ai processi d’integrazione, l’immigrazione conviene. Perché chi arriva produce e paga le tasse. Il migrante che fugge dalla guerra o dalla fame è disposto ad occupare mansioni lavorative che gli italiani spesso non sono disposti a ricoprire. E questo sia per il tipo di lavoro, sia per la retribuzione considerata insufficiente. 
Secondo alcune stime per salvare le pensioni degli europei occorrerebbero 250 milioni di rifugiati entro il 2060. Inoltre, le cronache di queste ultime settimane dimostrano come il fenomeno dell’emigrazione sia un fatto umano che non si può impedire, ma solo gestire e regolare. Quindi, alzare muri o reticolati è inutile. E, del resto, l’unica alternativa all’accoglienza è l’intolleranza e noi italiani che siamo un popolo di migranti lo sappiamo bene.

martedì 15 settembre 2015

Migranti: sciopero della fame al confine Ungheria-Serbia

Situazione di tensione al confine tra Ungheria e Serbia, dove un centinaio di migranti hanno iniziato lo sciopero della fame per protestare contro la chiusura della frontiera

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

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Secondo Frontex gli arrivi nei primi otto mesi del 2015 sono stati oltre 500mila, per l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni sono stati 464.876 i rifugiati che hanno attraversato il Mediterraneo, i morti sono stati 2.812.
Intanto, l’Ungheria ha completato il muro ed ha dichiarato lo Stato di emergenza in due contee che confinano con la Serbia. Lo scopo è di dare più poteri alla polizia e nello stesso tempo autorizzare l’intervento dell’esercito nel controllo delle frontiere. Con le nuove norme chiunque entrerà illegalmente in Ungheria sarà arrestato. Già oggi 170 migranti che hanno attraversato il confine sono stati fermati. Per protestare contro la chiusura della frontiera un centinaio di migranti hanno dato inizio allo sciopero della fame.
Il ministro degli Esteri tedesco Gabriel, dopo il mezzo fallimento dell’incontro dei membri dell'Unione europea sulla questione dei migranti, ha dichiarato: “Ieri l’UE si è coperta di ridicolo’.
Intanto, mentre i Paesi dell’est Europa prospettano un ‘problema politico’ sull’eventuale voto per il ricollocamento dei migranti, la cancelliera Angela Merkel ha chiesto un vertice straordinario dell’Ue e ‘hotspot’ in Italia e Grecia. Anche il ministro degli esteri dell’Unione europea, Federica Mogherini ha espresso la sua preoccupazione: “La mancanza di unità dell’Ue mina la sua credibilità”. Ed ancora: “Nessun muro fermerà chi scappa dalla schiavitù”.



domenica 13 settembre 2015

In arrivo una nuova ondata di caldo africano sul Sud Italia

Da martedì torna il caldo, in particolare nelle regioni meridionali, dove i venti sciroccali determineranno un notevole aumento della temperatura

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni) 

Mappa termica - Temperatura al suolo
prevista alle ore 12 del 15-09.2015
(a cura di 3bmeteo,com)
La prossima settimana tornerà il caldo in tutta Italia. Un anticiclone africano in espansione verso il Mediterraneo porterà tempo soleggiato con temperature oltre i trentatrè gradi nelle regioni meridionali.
Una perturbazione atlantica sta attraversando il Nord del paese e nella giornata di lunedì porterà maltempo nelle regioni settentrionali e nel nord della Toscana, dove saranno possibili temporali localmente molto forti.
Martedì il tempo cambierà, un promontorio di alta pressione di origine africana si espanderà verso l’Italia. Sul Sud-Ovest le temperature sono previste in aumento e nella giornata di mercoledì supereranno i trenta gradi con punte oltre i trentacinque sulle zone interne e sulle isole maggiori.  I venti saranno in prevalenza da Sud, i mari saranno mossi, almeno fino a venerdì prossimo.
Insomma, da martedì e per tutta la settimana, tornerà l’estate al Centro-Sud con temperature al di sopra della media stagionale, mentre il clima sarà soleggiato ma settembrino al Nord.

sabato 12 settembre 2015

Saviano: ‘Renzi tace sul diciassettenne ucciso …. Grave’

Lo scrittore campano, Roberto Saviano, accusa il premier Matteo Renzi d’inerzia sulla ‘Questione meridionale’  

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Roberto Saviano e Matteo Renzi
‘Renzi tace sul diciassettenne ucciso a Napoli e sul bambino di 9 anni ferito a Giugliano da proiettile vagante. Grave’. Così ha twittato sul suo profilo, Roberto Saviano.
Con il post ‘La paranza dei bambini nella guerra di Napoli’, pubblicato sul suo sito online, lo scrittore campano è ancora più chiaro e rivolgendosi al premier scrive: ‘si renda conto che Napoli e l’emergenza criminalità sono una priorità del Paese e che alla città serve un progetto politico che sappia riportarla alla normalità. Napoli è una città difficile. Tra un anno ci saranno le Amministrative. Renzi se ne disinteresserà come ha fatto con le Regionali?’.
Poi cita Guido Dorso che nel 1925, su invito di Pietro Gobetti, scrisse: ‘No, il Mezzogiorno non ha bisogno di carità, ma di giustizia; non chiede aiuto; ma libertà. Se il Mezzogiorno non distrugge le cause della sua inferiorità da se stesso, con la sua libera iniziativa e seguendo l’esempio dei suoi figli migliori, tutto sarà inutile’.
Ad organizzare l’educazione alla legalità, scrive Saviano, ‘non  è la politica o le forze dell’ordine. Cinquantaquattro telecamere e cinquanta poliziotti sono provvedimenti che così declinati non serviranno. Dopo la tragedia arrivano i proclami. E poi nulla cambierà’.
Qui lo Stato è la Fondazione di Comunità San Gennaro voluta da don Antonio Loffredo, la Rete di Alex Zanotelli, l’Orchestra Santainsamble dei bambini del Rione Sanità organizzata dall’associazione l’Altra Napoli e dall’insieme di tutte le altre strutture di volontariato e non che operano nel sociale, che agiscono ‘senza armi e senza il codice penale contro la paranza dei bambini, il peggior prodotto di una terra dimenticata contesa tra disperati e indifferenti. E le lacrime di dolore che tracimano da queste storie nascono dalla difficoltà di resistere e non dalla celebrazione del lamento. E’ questa la differenza tra il pianto e il piagnisteo che in molti dovrebbero imparare a capire per capire questo Sud’.

venerdì 11 settembre 2015

11 settembre 1973, inizia la strage di Pinochet in Cile

Tra gli eventi che hanno segnato la storia degli anni Settanta c’è il colpo di Stato militare in Cile avvenuto l’11 settembre del 1973

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Il colpo di Stato in Cile, avvenuto l’11 settembre del 1973, ha dato inizio ad un periodo tragico per le democrazie del sud America e non solo. Nel 1970 viene eletto per la prima volta un socialista alla carica di presidente: Salvador Allende. Nonostante le difficoltà egli attua la riforma agraria e un vasto piano di nazionalizzazioni.
Il presidente cileno subisce il boicottaggio economico statunitense, ma non perde la fiducia dell’elettorato ed ottiene l’affermazione anche nelle elezioni alla Camera del 1973.
La figura che abbatterà la democrazia cilena sarà quella di Augusto Pinochet, nominato un mese prima dallo stesso Allende come capo delle Forze armate. Il giorno del golpe, Allende non cederà, le sue ultime foto da vivo lo ritraggono con un elmetto e un mitra in mano. Il Presidente morirà negli scontri, chi dice assassinato, chi dice suicidato.
I giorni che seguiranno saranno tragici per il Cile. Nei diciassette anni di dittatura le vittime saranno almeno 32 mila.

giovedì 10 settembre 2015

Inps: crescono le assunzioni, ma anche il divario tra il Centro-Nord ed il Sud del Paese

Nei primi sette mesi del 2015 i contratti di lavoro a tempo indeterminato sono cresciuti di 286mila unità, ma il divario tra le Regioni del Centro-Nord e quelle del Sud è aumentato

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Nei primi sette mesi del 2015 i contratti a tempo indeterminato sono cresciuti di 286mila unità, a comunicarlo è l’Inps. La percentuale tra quelli nuovi o variati è passata dal 32,8% dei primi sette mesi del 2014 al 40,2% dello stesso periodo del 2015.
La variazione netta tra attivazioni e cessazioni dei contratti di lavoro a tempo indeterminato è di 140mila unità, se a questi si aggiungono le variazioni di rapporti a termine e apprendisti in tempi indeterminati, la variazione netta sale a 527mila unità.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha commentato la notizia con un tweet: ‘Il #JobsAct ha prodotto 286mila stabilizzazioni dall’inizio del 2015. Più diritti e meno precariato, come promesso #italiariparte’.
Secondo l’Inps questi dati sono stati determinati innanzitutto dalle normative entrate in vigore quest’anno, in particolare quella relativa alla decontribuzione fino a 8mila euro per i contratti stabili ed il Jobs Act con le sue tutele crescenti. Con quest’ultimo tipo di contratto, infatti, nei primi tre anni di assunzione non è previsto l’obbligo del reintegro in caso di licenziamento senza una ‘giusta causa’. In sostanza, nonostante i contratti siano a tempo indeterminato, il dipendente, non usufruendo della tutela prevista dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, può essere licenziato in qualsiasi momento.
L’Inps conferma anche l’aumento del divario tra il Centro-Nord ed il Sud del Paese. L’incremento delle assunzioni a tempo indeterminato nel 2015 rispetto al 2014 risulta superiore alla media nazionale del +35,4% in tutte le Regioni del Centro e del Nord Italia, mentre è nettamente più bassa nel Mezzogiorno. L’aumento in Friuli-Venezia Giulia è stato dell’85%, in Umbria del 66,5%, nelle Marche del 55,4%, in Trentino-Alto –Adige del 53,3%, in Piemonte del 53,1%, in Emilia Romagna del 51,1%, in Liguria del 48,3%, in Veneto del 47,4%, nel Lazio del 41,9%, in Lombardia del 40,6%, in Toscana del 37,4% e in Sardegna del 36,4%.
I risultati peggiori sono stati al Sud: in Calabria l’incremento è stato del 18,6%, in Puglia del 17,3% ed in Sicilia dell’11,2%.
Insomma, ad avvantaggiarsi con i nuovi contratti sono soprattutto i datori di lavoro delle Regioni del Centro e del Nord Italia, mentre nel Mezzogiorno la situazione economica continua ad essere di sottosviluppo, ma questa non è una novità.  

mercoledì 9 settembre 2015

Caltavuturo: chiusa per maltempo la trazzera grillina

La trazzera costruita dopo il cedimento del viadotto Himera sull’A19 con i soldi dei deputati grillini è stata chiusa per ventiquattro ore da un’ordinanza del sindaco di Caltavuturo

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)  

L'inaugurazione della bretella 'grillina'
Il sindaco di Caltavuturo, Mimmo Giannopolo, ha emesso un’ordinanza di divieto di transito della bretella sulla A19 costruita con i soldi dei deputati siciliani del M5s. La strada, che in origine era una Regia Trazzera di epoca borbonica, è stata chiusa al transito per allerta meteo dalle sette di mercoledì fino alla stessa ora di giovedì, con l’invito ad usare prudenza anche nei giorni in cui è prevista l’alternanza di pioggia con le schiarite.
La ‘via dell’onestà’, com’è  stata battezzata dai suoi finanziatori, doveva rappresentare un esempio di capacità amministrativa e, nello stesso tempo, mettere in evidenza l’inefficienza della Regione e dell’Anas.
Con le prime piogge stanno emergendo invece tutti i problemi di utilizzo del nuovo raccordo stradale, che, è bene ricordarlo, è stato asfaltato solo per metà ed è percorribile solo dalle automobili con un limite di velocità di venti chilometri orari. 
“Non è una chiusura vera e propria, ma un’interruzione al transito per 24 ore in via precauzionale. Tutto qui”. Ha detto Giancarlo Cancelleri del M5s. Ed ancora: “Da quando la trazzera è stata costruita non si è mai verificata una bomba d’acqua o una pioggia torrenziale e, visto che in un tratto il fiume è prospiciente, è meglio non correre rischi".
L’assessore alle Infrastrutture della Regione Sicilia, Giovanni Pizzo, ha dichiarato: “La chiusura della trazzera del M5s in vista dell’allerta meteo conferma quanto sostengo da tempo: quella strada è inutile e pericolosa. E se dovesse piovere per venti giorni consecutivi, sarà chiusa per venti giorni? Il geometra Giancarlo Cancelleri mi conferma che se piove la trazzera è pericolosa, quindi inutile. Si fanno le strade solo per il periodo estivo?”.
Intanto, i lavori per realizzare la nuova bretella sono iniziati. Secondo l’Anas saranno necessari tre mesi per costruire il raccordo che si percorrerà lungo il primo tratto della strada provinciale 24 di Caltavuturo e per realizzare la rampa per accedere all’autostrada.

martedì 8 settembre 2015

L’8 settembre del 1943 ebbe inizio il Secondo Risorgimento italiano

Quel giorno di settantadue anni fa decine di migliaia d’italiani aderirono alla lotta partigiana per la Liberazione del suolo italiano dall’occupazione nazifascista

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

“Il Governo italiano, riconosciuta l’impossibilità a continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze armate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”. Con questo messaggio radiofonico diffuso l’otto settembre del 1943 il generale Badoglio comunicò l’armistizio dell’Italia con le forze anglo-americane.
Partigiani garibaldini in piazza San Marco a Venezia nei giorni della Liberazione
Quel giorno ebbe inizio il Secondo Risorgimento italiano, l’azione militare svolta dai movimenti politici italiani che si opposero al nazifascismo diede avvio alla Resistenza e alla lotta di Liberazione dell’Italia.
Comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, cattolici, liberali, repubblicani, anarchici si organizzarono nel CLN, il Comitato di Liberazione Nazionale che alla fine della guerra diede vita anche ai primi governi dell’Italia liberata.
Fu guerra patriottica, ma anche insurrezione popolare spontanea, conflitto di classe e soprattutto lotta per la liberazione del suolo italiano dall’occupazione nazifascista.
L’8 settembre del 1943 è una data da ricordare perché quel giorno decine di migliaia d’italiani iniziarono a combattere ed in 100 mila persero la vita, e perché dal loro sacrificio ebbero origine la Repubblica italiana, l’Assemblea Costituente, la Costituzione, la democrazia e la libertà per tutto il popolo italiano.

lunedì 7 settembre 2015

Allerta meteo in Sicilia e Sardegna

In arrivo su Sicilia e Sardegna tempo instabile e rovesci soprattutto nelle giornate di martedì e mercoledì

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto meteoam.it
Una circolazione di area instabile sta interessando le isole maggiori, dove saranno possibili rovesci e temporali, particolarmente intensi nella giornata di martedì in Sicilia e sul Sud-est della Sardegna. Sul resto del Paese prevale invece il tempo soleggiato.
Nella giornata di mercoledì l’area di depressione si estenderà tra il basso Tirreno e le isole maggiori. S’intensificheranno i temporali nelle due isole maggiori e riguarderanno anche la Calabria, ma durante la notte i fenomeni si estenderanno su tutto il Sud mentre l’anticiclone Bacco continuerà a proteggere il Centro ed il Nord del Paese.
Il maltempo nelle regioni meridionali continuerà anche nella giornata di giovedì, in particolare in Puglia e Calabria ionica.
Le condizioni atmosferiche miglioreranno durante la serata e soprattutto venerdì quando la pressione tornerà ad aumentare anche al Sud, ma non sono escluse piogge residue. 
Clima settembrino per il fine settimana su tutto il Paese con la sola eccezione del Nord-Ovest dove il tempo sarà instabile.

sabato 5 settembre 2015

Confessano gli assassini di Anatolij Korol

I due assassini di Anatolij Korol, l’ucraino che ha sventato una rapina a Castello di Cisterna, hanno confessato

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Anatolij Korol
Ad uccidere il migrante ucraino Anatolij Korol sarebbero stati Marco Di Lorenzo e Gianluca Ianuale, fratellastri, figli del boss Ianuale, attualmente detenuto per associazione camorristica, droga ed omicidio. I due giovani, sottoposti a fermo come indiziati per la morte di Korol, avrebbero confessato il delitto.
Sabato scorso il migrante ucraino aveva tentato di sventare una rapina in un supermercato. Ma durante la colluttazione con i due malviventi è stato colpito a morte con due colpi di pistola. I tentativi di rianimarlo fatti dai commessi e dai clienti del punta vendita erano stati inutili.
“Siamo poveri - ha detto agli inquirenti Marco Di Lorenzo - i nostri mobili a casa sono vuoti come quelli esposti in un mobilificio. Quel signore (Anatolij) mi stringeva la gola con le mani, mi sono sentito oppresso e ho provato a colpirlo con una penna, che poi s’è spezzata”. A quel punto è intervenuto Gianluca. Gli ha preso la pistola dalle mani ed ha fatto fuoco. “Credevo di averlo colpito solo alle gambe”.
La moglie di Anatolij dopo aver saputo dell’arresto ha dichiarato: “Ringrazio le forze dell’ordine e in particolare i carabinieri di Castello di Cisterna che mi sono sempre stati vicini in questi giorni tragici”.