giovedì 17 settembre 2015

Riforma del Senato, è caccia ai voti mancanti

Ddl Boschi oggi in aula al Senato per la discussione e l’approvazione in terza lettura della riforma della Costituzione

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Maria Elena Boschi e Matteo Renzi
Continua il braccio di ferro all’interno del Pd, ma la minaccia di non votare la riforma del Senato da parte della minoranza non sembra preoccupare il ministro delle riforme Maria Elena Boschi e soprattutto il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Lo scontro è sull’articolo 2, quello che stabilisce l’elezione di secondo grado dei Senatori. L’accusa è di ‘squilibrare’ il rapporto tra i poteri dello Stato, in particolare di limitare la funzione di controllo sull’Esecutivo che, oggi, è una prerogativa fondamentale del Parlamento.
Pier Luigi Bersani
Il governo può contare su 112 senatori del Pd, 35 di Area popolare (Ncd-Udc), 19 del gruppo Psi-Autonomie  (ma tra questi c’è l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che, per motivi di salute, non vota più da tempo), 10 della neoformazione di Denis Verdini, 5 del gruppo Misto, 2 del Gal. A questi si potrebbero aggiungere 2 ex grillini e rifondatori del gruppo dell’Italia dei Valori.
Sulla carta i voti sicuri a favore del ddl Boschi sono 182, ma i dissidenti nel Pd sono 28 e per ottenere la maggioranza assoluta prevista dall’articolo 138 della Costituzione sono necessari 161 voti. Insomma, se il Pd non è compatto e se non arrivano soccorsi ‘esterni’ la riforma rischia di non passare.
Ora, al di là dei numeri, non possiamo non chiederci: si può approvare una riforma costituzionale così importante con i soli voti della maggioranza o peggio ancora con chi darà l'appoggio solo perchè non vuole la fine della legislatura? Dov’è finito il senso delle istituzioni?
Renzi avrà le sue buone ragioni, ma un grande Paese come l’Italia non si può governare e soprattutto la Costituzione non si può stravolgere ‘raccattando’ deputati e senatori. L’esperienza, nel 2010, del governo di Silvio Berlusconi non ha insegnato nulla?  
Forse un atto di umiltà del presidente del Consiglio e di alcuni suoi ministri non sarebbe del tutto sbagliato.

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