Ddl Boschi oggi in aula al Senato
per la discussione e l’approvazione in terza lettura della riforma della
Costituzione
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Maria Elena Boschi e Matteo Renzi |
Lo
scontro è sull’articolo 2,
quello che stabilisce l’elezione di secondo grado dei Senatori. L’accusa è di ‘squilibrare’
il rapporto tra i poteri dello Stato, in particolare di limitare la funzione di
controllo sull’Esecutivo che, oggi, è una prerogativa fondamentale del
Parlamento.
Pier Luigi Bersani |
Sulla
carta i voti sicuri
a favore del ddl Boschi sono 182, ma i dissidenti nel Pd sono 28 e per ottenere
la maggioranza assoluta prevista dall’articolo 138 della Costituzione sono
necessari 161 voti. Insomma, se il Pd non è compatto e se non arrivano soccorsi
‘esterni’ la riforma rischia di non passare.
Ora, al di là dei
numeri, non possiamo non chiederci: si
può approvare una riforma costituzionale così importante con i soli voti della
maggioranza o peggio ancora con chi darà l'appoggio solo perchè non vuole la fine della legislatura? Dov’è
finito il senso delle istituzioni?
Renzi avrà le sue
buone ragioni, ma un grande Paese come l’Italia non si può governare e soprattutto la Costituzione non si può stravolgere
‘raccattando’ deputati e senatori. L’esperienza, nel 2010, del governo di
Silvio Berlusconi non ha insegnato nulla?
Forse un atto di
umiltà del presidente del Consiglio e di alcuni suoi ministri non sarebbe del
tutto sbagliato.
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