L’importo
delle imposte evase nelle regioni settentrionali è di 47,6 miliardi di euro,
mentre al Sud è di 19,8 miliardi di euro, ad attestarlo è il Def approvato venerdì
scorso dal Governo
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze |
Senza considerare i
contributi Inps ed Inail ogni anno vengono
a mancare all’Erario circa 91 miliardi di euro. Il tributo più evaso è
l’Iva. Solo Grecia, Slovacchia, Lituania e Romania fanno peggio dell’Italia. La
categoria di contribuenti che evade di più è quella
dei commercianti.
Negli
ultimi dieci anni,
il gap medio cioè la differenza tra l’ammontare del gettito teorico e quello
effettivo si è abbassato di poco, è stato di 93,5 miliardi di euro nel quinquennio
2001-2006, mentre in quello successivo è stato di 91,3 miliardi di euro, con un
decremento del +2,29%.
L’Iva
evasa ogni anno è di 40,2 miliardi di euro, l’Irpef e l’Ires ammontano a 44 miliardi, mentre
l’Irap è pari a 7,2 miliardi di euro. L’evasione
maggiore si registra nelle regioni del Nord, dove ammonta a 47,6 miliardi di euro cioè il 52% del
totale. Mentre la propensione
all’evasione è maggiore nelle regioni meridionali, dove l’ammontare
complessivo è di 19,8 miliardi di euro cioè il 22% del totale. Al Sud si
registrano ‘livelli più elevati d’intensità di evasione, che in alcuni casi
sfiora il 60%’.
‘Tale
ripartizione –
sottolinea il Rapporto - è influenzata anche
dalla distribuzione territoriale del reddito nazionale, e, a parità di
altre condizioni, tende a concentrarsi maggiormente nella aree del nord dove si
concentra anche la quota maggiore di valore aggiunto prodotto dal
Paese. Il Pil, al netto del settore pubblico, infatti, si distribuisce per il
56% al nord, rispettivamente 33% nel nord ovest e 23% nel nord est’.
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