A beneficiare dell’abolizione
della Tasi saranno soprattutto i proprietari di case, ville e castelli di lusso,
mentre sarà piuttosto limitato il risparmio per i cittadini dei piccoli Comuni
del Sud
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Matteo Renzi |
Il
presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato per il 16 di dicembre il
‘funerale’ per la Tasi e l’Imu sull’abitazione principale. Inoltre, di fronte ai dubbi
sollevati dall’Ue sull’opportunità di abolire la tassazione sugli immobili, ha
rivendicato con orgoglio il diritto del Governo italiano a decidere quali imposte introdurre o mantenere per
garantire i vincoli di bilancio decisi in sede comunitaria.
I
continui cambiamenti
sulla regolamentazione della tassazione sugli immobili, avvenuti negli ultimi
anni nel nostro Paese, sono grotteschi. Prima è stata introdotta l’Ise, subito
sostituita con l’Ici, a sua volta abolita e reintrodotta per essere poi
rimpiazzata con l’Imu, anch’essa soppressa e poi camuffata con varie sigle,
l’ultima è stata la Tasi. Ora il governo di Matteo Renzi vuole cancellarla
definitivamente, ma ancora non è chiaro con quali risorse sarà sostituita. Secondo
Paolo Zabeo della Cgia di Mestre ‘verranno
a mancare 4,6 miliardi di euro di gettito che, per il momento, non sappiamo
ancora come saranno reperiti’.
Inoltre,
l’utilità economica di cui potranno usufruire i cittadini non è uguale per
tutti. Secondo
l’ufficio studi della Cgia di Mestre le famiglie che beneficeranno
dell’abolizione della tassazione sulla prima casa sono 19 milioni. Per i
proprietari delle abitazioni con categoria A2 il risparmio sarà mediamente di
227 euro, mentre per i possessori di una villa o di
un’abitazione signorile il guadagno sarà di 1.830 euro. I proprietari di
castelli risparmieranno addirittura 2.280 euro.
Ovviamente
nei piccoli comuni del Sud, dove il valore degli immobili è più basso, anche lo
sgravio delle imposte sull’abitazione principale sarà minore. Oltre a ciò, è bene ricordarlo, le imposte patrimoniali non sono progressive e quindi non tengono conto del
reddito percepito dal contribuente. Devono cioè essere corrisposte a
prescindere dalla capacità contributiva del soggetto passivo.
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