sabato 27 febbraio 2021

Continua l’odissea degli operai ex Fiat di Termini Imerese

A giugno agli operai dell'ex stabilimento Fiat scadrà la cassa integrazione ed i sindacati sono preoccupati sul silenzio delle istituzione sulla questione Blutec di Termini Imerese

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Operai ex Fiat davanti ai cancelli dello
stabilimento Blutec di Termini Imerese (Pa)

Circa trecento operai si sono riuniti in assemblea davanti ai cancelli della fabbrica Blutec di Termini Imerese. ‘Rimarremo qui fino a quando il ministero dello Sviluppo non ci convocherà’, ha detto Roberto Mastrosimone della Fiom.

Intanto è iniziato il processo per il presunto utilizzo indebito di fondi statali ottenuti per la trasformazione dello stabilimento ex Fiat. La Regione Sicilia, la Fiom nazionale e regionale, Blutec, Metec e Invitalia hanno presentato richiesta per costituirsi parte civile. L’accusa è la distrazione di 16 milioni di euro di finanziamenti pubblici ottenuti per il rilancio della fabbrica.

Per i lavoratori è un’odissea che dura da oltre dieci anni.

La vicenda ha avuto inizio nel 2010 quando il nuovo amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, annunciò la chiusura della fabbrica. La dismissione si concretizzerà il 31 dicembre del 2011. Circa 800 operai ed oltre 1.000 addetti dell’indotto rimasero senza lavoro. Il tentativo di accordo per il salvataggio dello stabilimento con il gruppo Dr Motor Company attiva nella costruzione di auto elettriche fallì e dal 2015 la fabbrica è passata alla NewCo Blutec. La società si impegnò a riassumere 50 operai entro il mese di aprile del 2016 ed altri 200 entro la fine di quell’anno. Ma ad oggi il processo di rinascita della fabbrica e del polo industriale di Termine Imerese non si è realizzato.

Gli operai dell’ex stabilimento Fiat non vogliono assistenza, ma lavoro. La rinascita del polo industriale di Termini Imerese è fondamentale per lo sviluppo di tutta l’area. Non è un problema di infrastrutture. A Termini c’è il porto, l’autostrada e la ferrovia. È solo una questione di volontà politica.

Finora nulla di concreto è stato realizzato o prospettato. Al Sud lo Stato non investe, le aziende private delocalizzano, le infrastrutture sono fatiscenti e le opportunità di iniziare un'attività economica sono pochissime.

In questa situazione di degrado e di sottosviluppo ai meridionali non resta che emigrare o continuare a vivere di assistenza.

Fonte: REDNEWS

 

mercoledì 24 febbraio 2021

La vittoria di Pirro di Matteo Renzi

Matteo Renzi non potrà più condizionare l’operato del Governo e se dovesse pronunciare ‘Draghi stai sereno’, siamo sicuri che stavolta non produrrebbe nessun effetto

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Matteo Renzi e Mario Draghi

535 sì, 56 voti contrari di cui 16 del M5s e 5 astenuti, questi i numeri con i quali la Camera dei deputati ha dato la fiducia al nuovo governo di Mario Draghi. Al Senato i voti favorevoli sono stati 262, 34 i no di cui 15 del M5s e 8 assenti. Un consenso parlamentare ‘bulgaro’ si sarebbe detto negli anni Settanta. Gli unici che hanno deciso di ‘rimanere’ all’opposizione sono stati gli esponenti di Fratelli d’Italia, i dissidenti del M5s e Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana.

È una ‘Maggioranza Ursula’, ampia, cioè, come quella che ha ottenuto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Fare la sintesi sarà complicato. Mediare su tutto sarà impossibile, ad un certo punto il nuovo presidente del Consiglio dovrà decidere quali interessi tutelare.

Il suo compito principale sarà quello di pianificare l’utilizzo dei finanziamenti del Recovery Plan. Incidere sulle modalità del loro utilizzo è, probabilmente, il vero motivo del sostengo di gran parte della Destra al nuovo Governo e della caduta di quello precedente, il Conte 2. Un'altra ragione è che si è voluto impedire lo scioglimento anticipato della legislatura. La riforma costituzionale approvata pochi mesi fa ha ridotto il numero di deputati e di senatori, pertanto molti di essi non sarebbero stati rieletti.

Mario Draghi ha il vantaggio di essere un tecnico. Le sue decisioni non saranno condizionate da esigenze elettorali. È un uomo delle istituzioni. Da presidente della Bce è stato capace di mettere d'accordo chi propugnava politiche monetarie restrittive e chi, invece, era favorevole a quelle espansive. È stato colui che ha avallato le politiche di rigore attuate nel 2011 e nello stesso tempo ha dato avvio al Quantitative Easing, cioè alle politiche monetarie espansive dell’Unione Europea. Oggi è apprezzato da quasi tutte le cancellerie internazionali.

Riservato e riflessivo, saprà mettere d’accordo Brunetta e la Gelmini con Speranza e Orlando? E Zingaretti, Di Maio e Salvini? Vedremo. Unica certezza è che l’altro Matteo, quello di Italia Viva, non potrà più condizionare l’operato del Governo. L’ex sindaco di Firenze resterà ai margini e se dovesse pronunciare ‘Draghi stai sereno’, siamo sicuri che stavolta non produrrebbe nessun effetto.

martedì 16 febbraio 2021

Ma i vaccini sono efficaci sulle varianti del Covid-19?

Cresce la preoccupazione degli esperti sulla diffusione delle varianti del Covid-19. ‘Serve un lockdown totale ed immediato’ auspica Walter Ricciardi consigliere del ministro della Salute

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Gam-COVID-Vac, nome commerciale
Sputnik-V - 
(foto da it.wikipedia.org)

È una lotta contro il tempo. La rapidità delle campagne vaccinali è dirimente. Di certo riusciremo a battere il Covid-19 anche se non sappiamo quando. Gli esperti e gli enti statali ed europei preposti ad autorizzare le somministrazioni assicurano sull’efficacia dei vaccini, ma quelli approvati lo sono anche per le varianti del virus? Molti virologi ritengono di sì, ma solo il tempo potrà confermare questa ipotesi.

Intanto occorre accelerare la campagna di vaccinazione. Affinché questa avvenga con rapidità occorrono un numero sufficiente di medici ed infermieri e, ovviamente, di vaccini. Il primo problema da risolvere è l’incremento della capacità produttiva delle aziende farmaceutiche che sono titolari dei brevetti. Pfizer, Moderna e Astrazeneca possono garantire quantità limitate. Per aumentare la produzione è necessario sospendere i diritti che derivano dalla privativa. Occorre, cioè, un trasferimento tecnologico ad altre aziende farmaceutiche. Ma le multinazionali saranno disposte a rinunciare ad una parte dei profitti?

Poi ci sono le varianti del virus. Per evitare che si propaghino le soluzione sono due. Un altro 'lockdown' come auspicato dal consigliere del ministero della Salute Walter Ricciardi oppure una campagna vaccinale rapida.

La guerra contro il Covid-19 non è vinta. Le misure adottate nell’ultimo mese non sono state sufficienti a far scendere la curva dell’epidemia. Il numero dei contagi si mantiene stabile e la variante inglese preoccupa molto. Siamo in un momento delicato. Non è necessario essere degli esperti per capire che il virus tenterà di adattarsi alla nuova situazione. È una battaglia contro il tempo. L’uomo di certo la vincerà, ma quando questo avverrà dipende molto dai nostri comportamenti e dalla capacità degli Stati di imporre l’interesse generale a quello privato delle aziende farmaceutiche.

Tutto nella speranza che i timori degli esperti sull’arrivo di una terza ondata siano infondati.

mercoledì 10 febbraio 2021

Quando il calcio è poesia

Il gesto di lealtà sportiva compiuto da Andrea Belotti durante la partita Atalanta -Torino è poesia

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Andrea Belotti - (foto dal profilo facebook)

E' il 33° minuto del primo tempo della partita Atalanta -Torino. I bergamaschi sono avanti di tre gol. L’arbitro Fourneau fischia un fallo a Cristiano Romero e lo sanziona con il cartellino giallo. Andrea Belotti, incurante dell’opportunità di calciare una punizione dal limite dell’aria, fa segno all’arbitro che il fallo non c’era e che avrebbe dovuto togliere l’ammonizione al difensore neroazzurro.

Il giudice di gara inizialmente resta fermo nella sua decisione. Poi, di fronte alle insistenze del giocatore del Torino, concorda una punizione con la restituzione della palla agli avversari. Belotti non ci pensa due volte e riconsegna il pallone agli atalantini.

Sarà stato un caso, ma da quel momento l’inerzia della partita è cambiata. Il Torino ‘perdente’ torna ad essere il ‘Toro’. Nella ripresa segna tre gol e conquista un punto prezioso per la salvezza. Non possiamo affermare che il comportamento tenuto da Belotti sia stato dirimente, ma di certo fa onore al centravanti della nazionale.

Una condotta che dovrebbe essere la normalità, ma così non è. Spesso i giocatori di calcio, ma in genere gli sportivi, mettono il risultato prima di tutto. Per la maggior parte degli atleti ‘il fine giustifica i mezzi’. È la logica del successo a tutti i costi. Pur di  vincere molti sono disposti a compiere atti di slealtà e scorrettezza. Quante volte abbiamo assistito a scene di simulazione tese a confondere l’operato del giudice di gara ed a contestarlo anche quando aveva ragione.

Comportamenti che si dovrebbero rifiutare, ma purtroppo non è così. Nello sport come nella vita dobbiamo decidere ogni giorno da che parte stare, se agire, cioè, con serietà e nell’interesse comune oppure pensare solo a noi stessi ed essere disposti ad utilizzare qualunque mezzo pur di raggiungere i nostri obiettivi.

Siamo condizionati dal potere e/o dal profitto a tutti costi. Come se la nostra vita dovesse durare per sempre, ma così non è.

I comportamenti sono più importanti del fine, spesso effimero, che vogliamo raggiungere. Ed è per questo che il gesto di lealtà sportiva compiuto da Andrea Belotti è poesia, è il gol più bello che l’attaccante granata potrà mai realizzare ed è quello che resterà nella mente e nei cuori di chi ama il calcio e di chi vive nel rispetto di sé stesso e degli altri.

sabato 6 febbraio 2021

I vaccini? Prima ai paesi ricchi, poi agli altri

Nel 2021 i tre colossi farmaceutici, Pfizer/BioNTech, Moderna e AstraZeneca produrranno vaccini contro il Covid-19 solo per l’1,5% della popolazione mondiale. A sostenerlo sono Oxfam, Emergency, Frontline AIDS e Global Justice Now, membri della People’s Vaccine Alliance

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto oxfamitalia.org

‘Il sistema che garantisce i monopoli sta provocando una crisi globale di forniture con conseguenze drammatiche in termini di vite umane e impatto economico’, sostiene Oxfam Italia. I brevetti ‘esclusivi’ impediscono che ci siano dosi sufficienti per tutti. È necessario sospendere le ‘regole che tutelano la proprietà intellettuale e la condivisione della tecnologia’. Solo in questo modo sarà possibile un incremento della produzione ed un accesso rapido ai vaccini per tutti i popoli del mondo.

Pfizer/BioNTech, Moderna e AstraZeneca possono coprire ‘il fabbisogno di un terzo della popolazione mondiale’. Inoltre, la maggior parte dei vaccini sono stati acquistati dai paesi ricchi. Solo AstraZeneca ha destinato parte della sua produzione ai paesi in via di sviluppo.

Eppure, basterebbe poco.

In tutto il mondo stiamo assistendo ad una corsa contro il tempo per raggiungere l’immunità di gregge e tenere sotto controllo il Covid-19, salvare milioni di vite e far ripartire le nostre economie. È una gara contro il tempo che dobbiamo vincere prima che nuove mutazioni del virus rendano obsoleti i vaccini esistenti. – ha detto Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam ItaliaEppure la logica del profitto e i monopoli imposti dai colossi farmaceutici rallentano pericolosamente la corsa globale verso l’immunizzazione Se aziende come Moderna e Pfizer/BioNTech continueranno a non condividere brevetti e tecnologia, non saremo in grado di vincere questo terribile virus’.

Il diritto alla salute di tutta l’umanità deve venire prima dei profitti degli azionisti. Un’azienda privata non dovrebbe avere il potere di decidere chi ha accesso a cure o vaccini e a quale prezzo. Soprattutto, in questo caso, quando si stima che i contribuenti abbiano finanziato la ricerca e produzione dei vaccini con più di cento miliardi di dollari. Investimenti di questa portata li rendono dei veri e propri beni pubblici – aggiunge Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCYI governi hanno gli strumenti per indurre le aziende a condividere i brevetti, e li devono usare. Se vogliamo superare questa crisi senza precedenti, tutti devono fare la propria parte e agire per il bene comune: cittadini, istituzioni pubbliche e aziende’.

Nel mondo ideale, vaccini per tutti. Nel modo reale si salvi chi può. La pandemia è anche un conflitto tra nazioni, c’è chi ne uscirà più forte e chi invece resterà indietro. E di certo sta accentuando le disuguaglianze e le ingiustizie, ma anche questa non è una novità.

Fonte oxfamitalia.org

mercoledì 3 febbraio 2021

Torremuzzari, ‘nzusari, ….

I pensieri corrono dove vogliono, come sempre. Solo la stanchezza può fermali, ma è solo un attimo, poi ripartono sempre senza volere

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni

La Torre (foto di Ciccia Antonino)

Durante l’estate era nostra abitudine andare alla Torre per fumare di nascosto una sigaretta o semplicemente per ammirare il panorama. Da lì potevamo distinguere le sagome delle isole Eolie, a sinistra la Rocca di Cefalù e dal lato opposto le case di Porta Palermo a Santo Stefano di Camastra. Oltre la curva c’era la campagna. Un chilometro più in là c’era ‘Maccarruni’. Per arrivarci dovevamo percorrere un sentiero in terra battuta. Ci andavamo per giocare o per 'allenarci'. Passeggiando o correndo per quella strada avevi la sensazione di essere immerso nel verde, tra alberi di ulivo, di limoni ed aranci. C'erano diverse coltivazioni accudite con cura. I solchi dell’acqua erano ben in vista e ben allineati per assicurare l’irrigazione continua delle piante. Raramente vedevamo i proprietari e, per rispetto, mai avevamo la tentazione di cogliere un frutto. Eri in mezzo alla natura, si direbbe oggi. Respiravamo aria pura ed incontaminata. Un intenso profumo di zagara e di agrumi ti avvolgeva, anche se, essendo un posto isolato, avevi la sensazione di essere in un mondo nuovo, misterioso. In alcuni punti si vedeva il mare, che era cinquanta metri più in basso, ma anche se non si scorgeva sapevi che c’era. Questo bastava a consolarti.

Che belli questi pensieri, ti deviano per portarti altrove, ma ora è tempo di tornare al principio.

In due o tre stavamo seduti sul muretto in pietra ad ammirare il panorama. Subito sotto, quasi in verticale, vedevamo la strada statale, che curva in quel punto, in basso lo scoglio. Sembrava di starci sopra. Da lì potevamo distinguerne la forma, anzi nelle giornate di mare calmo si vedeva anche il fondale sabbioso o, com’era più spesso, pieno di pietre. Qualcuno o qualcuna aveva la cattiva abitudine di andare alla Torre in modo ‘furtivo’, cioè si nascondeva alla vista di chi stava sulla riva o in acqua. Lo scopo era quello di spiare chi andava a fare il bagno proprio lì sotto o nel tratto di mare subito oltre lo scoglio.

Cielo azzurro, mare piatto e là in fondo l'orizzonte che fa un tutt'uno con il cielo, nient'altro, ma questo bastava, e basta ancora oggi per non pensare, per dimenticarsi.

Una volta da quel punto uno di noi per gioco e per superficialità, quella tipica dei ragazzini, lanciò un sassolino per colpire un’auto che stava passando. Purtroppo per noi, il conducente si fermò. Sapevamo chi era. Non ci mise molto a capire da dove era arrivata la pietra e, conoscendo la strada, corse a velocità verso di noi. Scappammo via, ma richiamammo il nostro compagno: ‘sono cose che non si fanno’, gridammo. Quando si è giovani si è leggeri e ingenui. Quel giorno avremmo potuto fare un danno enorme al conducente, per fortuna fu solo paura e rabbia per Lui e per Noi che eravamo altrettanto sorpresi per quel gesto stupido e pericoloso.

Non solo i colori del cielo e del mare, ma anche leggerezza ed uno scorrere lento ed inconsapevole del tempo e della vita che in esso si manifesta e si dilegua. 

La Torre è un punto di osservazione perfetto, da lì si può vedere tutto il Borgo o quasi. La frazione è piccola, ma divisa in due dalla strada statale che un tempo non era asfaltata. Quelli che dimoravano nella parte bassa erano i 'torremuzzari', quelli che invece avevano l’abitazione nella parte alta erano i ‘nzusari’. Quando sei bambino anche piccole distanze ti sembrano enormi se non conosci i luoghi. Si sa, la consapevolezza abbatte i muri, sempre. Per noi era un altro paese, in realtà erano solo pochi metri, quelli necessari per attraversare la strada. Poi cresci e ti rendi conto che i ‘muntagnoli’ erano semplicemente coloro che raramente venivano al mare e che per questo avevano avuto qualche difficoltà ad imparare a nuotare, qualcuno di loro non ha mai imparato.

I ricordi seppur scoloriti non vanno via, restano lì in attesa di essere rivissuti ancora una volta, l'ultima.

Pochi passi ci separavano, ma le differenze sembravano tante. Noi 'torremuzzari' ci sentivamo privilegiati rispetto ai nostri coetanei ‘nzusari’. Due piazzette, un cortile, ‘a vanedra, i ponti della ferrovia, lo stabilimento, la spiaggia, il mare, e, ogni tanto, le escursioni in campagna, nient’altro. Era il nostro piccolo mondo. Non c'erano pericoli, le macchine erano poche ed eravamo liberi di muoverci, di giocare, di bisticciare, di fantasticare.  Quando si è piccoli si è innocenti e basta poco per essere felici. Ma il tempo non si può fermare, soprattutto quello delle piccole gioie. 

È un attimo, solo un attimo. Poi il nulla, ecco cosa resterà, il nulla. Vorresti tornare indietro, ma non puoi, sei inchiodato al presente. Ed anche quando vorresti afferrare la realtà non puoi, è già oltre, è già passato. Rimane solo il ricordo, ma solo di chi c’era e c’è ancora. E tra poco neanche quello. Siamo memoria effimera. Solo un mucchio di pensieri a termine. Nient’altro.