giovedì 17 settembre 2020

Il referendum costituzionale e la ‘demagogia’ grillina

La riforma voluta dai grillini è incompleta e ‘demagogica’ così come era ‘pasticciata’ quella del Partito democratico di Matteo Renzi

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da interno.gov.it

I fautori del Si sostengono che la riforma costituzionale oggetto del referendum ridurrà i costi della politica e favorirà una razionalizzazione del sistema politico-istituzionale. Il risparmio sarebbe di circa 80 milioni di euro all’anno. La cifra è irrisoria se consideriamo l’entità del bilancio statale. Essa rappresenterebbe appena lo 0,009% della spesa pubblica. Ogni italiano risparmierebbe in valori assoluti 1,33 centesimi all’anno. La motivazione della riduzione dei costi della politica è, quindi, risibile.

Per i sostenitori del No la riforma sarebbe pericolosa per la democrazia. L’attività legislativa diventerebbe più complicata. Pochi parlamentari potrebbero condizionare l’operato della maggioranza e del Governo. La nuova legge non differenzia i compiti delle due Camere. Il Senato, con appena 200 seggi, sarebbe in balia di pochi senatori che potrebbero condizionarne l’operatività.

Allora, il quesito a cui dovremo rispondere il 20 ed il 21 prossimi non sarà il taglio dei costi della politica, ma il seguente: mantenere una classe politica numericamente ampia, in parte incapace ed opportunista, per evitare derive autoritarie o rischiare l’uomo solo al comando per tagliare una parte irrisoria dei costi della politica? Conoscendo la storia dell’Italia la risposta dovrebbe essere No.

I numeri sono importanti, ma lo sono ancora di più la serietà e la competenza di chi è chiamato a guidare una comunità. Eleggere 945 parlamentari o 600 non cambierebbe le ‘qualità personali’ degli eletti. Il trasformismo, alimentato dal numero elevato di parlamentari, è, da sempre, un argine alle derive populiste, ma è anche un limite delle democrazie. L’inefficienza o, semplicemente, il malfunzionamento dell’attività parlamentare potrebbe favorire un sistema politico autoritario, cioè con un solo uomo al comando.

Forse è meglio tenerci la Costituzione così com’è. Ridurre il numero di parlamentari non risolverà i problemi di governabilità, anzi al Senato potrebbe accentuarli. E non risolverà i problemi del bilancio pubblico. La riforma ha un solo scopo: fare gli interessi elettorali di un partito: il M5s. La riforma voluta dai grillini è incompleta e ‘demagogica’ così come era ‘pasticciata’ quella del Partito democratico di Matteo Renzi.

Una modifica del testo costituzionale forse è necessaria, ma solo se a farlo sono persone competenti come lo erano i costituenti che scrissero la Carta nel 1947.

Fonte soldionline.it

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