La democrazia diretta è una
forma di Democrazia assai complessa, di certo non può essere considerato come tale lo
strumento decisionale utilizzato dai grillini sulla loro piattaforma digitale
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da gazzettafilosofica.net |
Il
termine ‘Democrazia’ deriva dal greco antico dèmos e kratòs ossia ‘governo del
popolo’, ed è in contrapposizione ad 'Aristocrazia', che ha origine da àristos e
kratòs cioè ‘governo di pochi o dei migliori’. Oggi essa è una delle forme di
Stato più diffuse al mondo. La sua prima applicazione risale all’antica Grecia,
ma la sua affermazione in epoca moderna inizia con la concessione della Magna
Carta del 1215 e, successivamente, con la Dichiarazione di indipendenza degli Stati
Uniti d’America del 1776 e con la Rivoluzione francese del 1789. Il passaggio
dallo Stato assoluto a quello costituzionale e poi alle democrazie liberali
avviene lentamente. Con la rivoluzione industriale la borghesia diventa la
classe sociale di riferimento. I proprietari dei mezzi di produzione non potevano
restare a lungo senza acquisire anche il potere politico. La Democrazia come la
conosciamo oggi nasce da questa esigenza: l’accesso al potere da parte del ceto
sociale che già aveva la supremazia economica e patrimoniale. Il diritto di
voto inizialmente era limitato a pochi, solo dopo la Seconda guerra mondiale esso
è stato esteso a tutti, cioè senza distinzione di condizioni economiche e di
genere. In Italia le donne hanno acquisito questo diritto solo nel 1946.
La
forma di Stato prevista dalla nostra Costituzione è quella della democrazia rappresentativa. Con questo sistema gli elettori delegano per un certo periodo
di tempo il potere di legiferare e di governare ai loro rappresentanti. Anche il
presidente della Repubblica è eletto da un’assembla costituita dai parlamentari
e dai delegati delle Regioni. Gli strumenti di democrazia diretta
previsti dalla nostra Carta sono pochi. Il referendum abrogativo sancito
dall’articolo 75, quello confermativo sulle riforme costituzionali stabilito
dall’articolo 138, la petizione popolate regolata dall’articolo 50 e l’iniziativa
legislativa prevista dall’articolo 71. In questi casi ad essere chiamati a
decidere sono i cittadini che godono del diritto di voto.
La procedura adottata dalla piattaforma Rousseau, invece, non può essere considerata
come ‘democrazia diretta’ per il semplice fatto che gli elettori sono oltre 50
milioni (dati 2019), mentre i grillini iscritti al Blog sono circa 100 mila,
cioè lo 0,20% degli italiani che hanno il diritto al voto.
La
pretesa che a decidere per ‘tutti’ siano poche decine di migliaia di
sostenitori del M5s è inaccettabile. Quella posta in essere dal Movimento è,
piuttosto, un’oligarchia di elettori. Ed è certo che fino a quando gli
strumenti informatici non saranno utilizzati consapevolmente da tutti gli elettori
e non saranno sottoposti ad un rigido controllo pubblico, la democrazia diretta
proposta dai grillini rimarrà solo uno strumento di propaganda politica.
Fonte
it.wikipedia.org
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