venerdì 30 agosto 2019

I tassi d’interesse sui Btp sono scesi ai minimi storici, perchè?

Il debito pubblico italiano continua ad aumentare, il Pil non cresce ed il nuovo Governo dovrà predisporre per il 2020 una manovra finanziaria complicata, eppure i rendimenti sui titoli di Stato scendono, perché?

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da twitter.com
La prospettiva delle economie mondiali non è buona. La guerra dei dazi, la stagnazione dell’economia tedesca e la Brexit non sembrano, almeno per ora, preoccupare gli investitori. La situazione italiana è altrettanto allarmante. Il Pil non cresce, il debito pubblico continua ad aumentare e le indicazioni per i prossimi trimestri non sono buone. Tutto farebbe supporre una fibrillazione dei mercati con un aumento dello spread e dei tassi d’interesse sul debito pubblico italiano e non solo. Invece, non è così’, perché? 
I rendimenti dei debiti sovrani stanno crollando dappertutto. Di certo sta influendo l’acquisto dei titoli di Stato da parte delle banche centrali. In particolare, il Quantitative easing posto in essere dalla Bce di Mario Draghi ha abbassato il rischio di insolvenza dei Paesi con il debito pubblico più elevato. Nello stesso tempo esso ha aumentato la quantità di moneta in circolazione ed ha ridotto le opportunità di profitto dei risparmiatori. Inoltre, l'incremento delle disuguaglianze e la concentrazione della ricchezza prodotta con la globalizzazione sta accentuando il fenomeno. Gli speculatori fanno fatica a trovare nuovi strumenti per far fruttare i loro patrimoni finanziari.
I titoli di Stato decennali della maggior parte dei paesi dell'Unione europea non rendono nulla o quasi, anzi in alcuni casi gli investitori ci rimettono. I tassi sui titoli decennali emessi dalla Germania, dai Paesi Bassi, dalla Slovacchia, dall’Austria, dalla Finlandia, dalla Francia, dal Belgio, dalla Slovenia, dall’Irlanda (paesi area Euro), dalla Danimarca e dalla Svezia (paesi Ue) sono tutti negativi. Chi acquista oggi Bund tedeschi lo fa con una perdita dello 0,68% del capitale investito. La sicurezza sulla solvibilità della Germania vale di più del profitto prodotto dai suoi titoli.
L’Italia, insieme a Spagna, Portogallo e Grecia, è, invece, uno dei paesi membri dell’Ue che ancora garantisce un rendimento positivo, quindi appetibile per i risparmiatori. Negli ultimi mesi la loro discesa è stata rapida ed inaspettata. Da un tasso del 3,60% (spread sopra i 350 punti) del dicembre scorso allo 0,93% (spread a 162 punti) di ieri. L’andamento è ai minimi storici, ma garantisce comunque un profitto. Questo spiega perché molti investitori stanno acquistando i Btp italiani nonostante la stagnazione economica e le condizioni difficili della nostra finanza pubblica. Il calo dei tassi dei titoli italiani registrato negli ultimi mesi quindi non è dovuto alle politiche adottate dal governo, ma da ragioni strettamente finanziarie e speculative. Il punto ora è, fino a quando godremo di questa inaspettata fiducia?



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