domenica 25 agosto 2019

Zingaretti e Di Maio costretti a dialogare

Il leader del M5s non voleva la crisi di governo e quello del Pd voleva le elezioni anticipate, ora sono costretti ad accordarsi o, quantomeno, a dialogare loro malgrado

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti
La crisi del governo ‘Pentaleghista’ voluta dal segretario della Lega sta evidenziando tutte le contraddizioni del nostro sistema politico. L’intenzione di Matteo Salvini era quella di andare subito ad elezioni anticipate. Il raddoppio dei parlamentari ed i ‘pieni poteri’ erano e sono i suoi obiettivi. Quello che non ha considerato è che la nostra è una Repubblica parlamentare. L’articolo 88 della Costituzione stabilisce: ‘Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura’. Ovviamente il Capo dello Stato prima di emanare il relativo decreto deve verificare se c’è una maggioranza parlamentare in grado di dare la ‘fiducia‘ al Governo. I desideri dei leghisti non sono legge, almeno fino a quando il loro leader non acquisirà ‘i pieni poteri’.
Ora che il ‘capo’ delle Lega si è reso conto di aver fatto il passo più lungo della gamba sta facendo marcia indietro ed è disposto a riprendere il dialogo con il M5s ed a concedere la leadership dell’Esecutivo a Luigi Di Maio, almeno così sembra. Insomma, Matteo Salvini è passato da leader indiscusso del governo ‘Pentaleghista’, alla richiesta di ‘pieni poteri’, alla marcia indietro, il tutto in pochi giorni, alla faccia della coerenza politica.
Matteo Renzi, senatore del Pd, non è da meno. È passato dai popcorn al Governo istituzionale, dal mai con il M5s ad un'intesa a qualunque costo. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, non controllando i suoi gruppi parlamentari, è costretto a seguire le indicazioni dell’ex sindaco di Firenze. Il presidente della regione Lazio avrebbe voluto prima un passaggio elettorale, invece ora è obbligato a questa difficile trattativa.
Luigi Di Maio, a sua volta, non vuole le elezioni, ma è riluttante ad un Esecutivo con il Pd. Un ritorno con la Lega è il suo pensiero fisso, nonostante la crisi di Governo voluta inopinatamente dal leader leghista.
Nicola Zingarerti e Luigi Di Maio sono costretti ad accordarsi o, quantomeno, a dialogare. Nessuno dei due segretari di partito vuole un governo ‘giallorosso’, almeno in questa fase politica. Sono obbligati a confrontarsi per volontà altrui, a loro insaputa, e non sono sicuri di fare la cosa giusta. Da qui i paletti che impediscono un accordo rapido e di legislatura. Riuscirà il presidente Sergio Mattarella ad evitare le elezioni anticipate ed a convincere i leader a fare un passo avanti o, nel caso di nuova intesa tra Lega e M5s, un passo indietro? 'La paura fa novanta', ma un’intesa a tutti i costi non è detto che sia la soluzione migliore, almeno per gli italiani.


Nessun commento:

Posta un commento