di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti |
Ora
che il ‘capo’ delle Lega si è reso conto di aver fatto il passo più lungo della
gamba sta facendo marcia indietro ed è disposto a riprendere il dialogo con
il M5s ed a concedere la leadership dell’Esecutivo a Luigi Di Maio, almeno così
sembra. Insomma, Matteo Salvini è passato da leader indiscusso del governo ‘Pentaleghista’, alla richiesta di ‘pieni poteri’, alla marcia indietro, il tutto in pochi giorni,
alla faccia della coerenza politica.
Matteo Renzi, senatore del Pd, non è da meno. È passato dai popcorn al Governo
istituzionale, dal mai con il M5s ad un'intesa a qualunque costo. Il
segretario del Pd, Nicola Zingaretti, non controllando i suoi gruppi
parlamentari, è costretto a seguire le indicazioni dell’ex sindaco di
Firenze. Il presidente della regione Lazio avrebbe voluto prima un passaggio
elettorale, invece ora è obbligato a questa difficile trattativa.
Luigi Di Maio, a sua volta, non vuole le elezioni, ma è riluttante ad un Esecutivo
con il Pd. Un ritorno con la Lega è il suo pensiero fisso, nonostante la crisi di Governo voluta inopinatamente dal leader leghista.
Nicola Zingarerti e Luigi Di Maio sono costretti
ad accordarsi o, quantomeno, a dialogare. Nessuno dei due segretari di partito vuole un governo ‘giallorosso’,
almeno in questa fase politica. Sono obbligati a confrontarsi per volontà
altrui, a loro insaputa, e non sono sicuri di fare la cosa giusta. Da qui i
paletti che impediscono un accordo rapido e di legislatura. Riuscirà il presidente Sergio Mattarella ad evitare le elezioni anticipate ed a convincere i leader a
fare un passo avanti o, nel caso di nuova intesa tra Lega e M5s, un passo
indietro? 'La paura fa novanta', ma un’intesa a tutti i costi non è
detto che sia la soluzione migliore, almeno per gli italiani.
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