venerdì 29 marzo 2024

‘I poveri spesso mangiano meglio' dei ricchi, si sa

Mentre a piazza Affari le banche si accingono a distribuire 34 miliardi di euro di dividendi, l’Istat stima che 5,7 milioni di italiani vivono in povertà assoluta

di Giovanni Pulvino

Le famiglie in povertà assoluta sono l’8,5%, in aumento rispetto al 2022, erano l'8,3%. Si tratta di circa 5,7 milioni di individui, cioè il 9,8% della popolazione, l’anno precedente erano il 9,7%.

La situazione è peggiorata soprattutto nel nord del Paese, dove ‘le persone povere sono quasi 136mila in più rispetto al 2022’.

L’incidenza a livello individuale è passata dall’’8,5% al 9,0%. Il Mezzogiorno mostra dati in calo (12,1% da 12,7%) anche se sono più elevati rispetto al resto del Paese. 

La povertà assoluta tra le famiglie con almeno una persona occupata è stabile (8,2%). Riguarda oltre 1 milione e 100mila famiglie. Invece, l’incidenza con persona di riferimento lavoratore dipendente ‘raggiunge il 9,1%, in aumento rispetto al 2022 (8,3%) quando riguardava oltre 944 mila famiglie'.

In Italia anche chi lavora è povero, mentre i ricchi sono sempre più ricchi.

Nelle prossime settimane le principali banche italiane distribuiranno dividendi per 34 miliardi di euro. Il rendimento dei titoli azionari va dal 6 al 9 per cento, mentre i titoli di Stato garantiscono mediamente il 3,5%.

La diseguale distribuzione della ricchezza prodotta anziché ridurre le differenze tra le classi sociali le incrementa. Dovrebbe essere compito dello Stato correggere le storture del sistema economico e redistribuire le risorse in modo equo, ma così non è.

Il Governo Meloni ha riformato il Reddito di cittadinanza togliendolo a circa 500mila famiglie e, nello stesso tempo, non è stato capace di applicare la tassa sugli extraprofitti delle banche. La Destra di governo si dimostra inflessibile con gli ultimi, ma debole con i poteri forti. Ma questa non è una novità.

Il 28 settembre del 2018 Luigi Di Maio proclamava: 'abbiamo abolito la povertà', ora Giorgia Meloni ce l'ha ridata in tutta la sua interezza.

In gran parte, dicono gli esponenti della Destra, sarebbero dei ‘fannulloni’ che stanno seduti sul divano ad aspettare l’assegno del Rdc. E che 5,7 milioni di individui non sarebbero un problema anzi, come sostiene il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, 'spesso mangiano meglio' dei ricchi.

Fonte istat.it

venerdì 22 marzo 2024

Divisi si perde. E' matematico

Divisi si perde. È matematico. Le ambizioni personali sono legittime, ma senza un minimo di umiltà creare un’alternativa coesa alla Destra è impossibile

di Giovanni Pulvino

Giuseppe Conte

Il M5s sostiene con convinzione i candidati del cosiddetto ‘campo largo’ solo se questi sono grillini, come è avvenuto in Sardegna. Invece, nicchia se è un indipendente o un democratico, come è avvenuto in Abruzzo. O addirittura minaccia di andare da solo se il Pd non accetta le condizioni grilline, come potrebbe avvenire in Piemonte.

Il Movimento pretende dalle altre forze del Centrosinistra un sostegno incondizionato, ma non è altrettanto generoso con i suoi alleati, perché?

Cosa teme Giuseppe Conte? Il M5s non ha una base territoriale solida. Non solo. Il suo elettorato ha un orientamento ideale indistinto a detta degli stessi grillini. Non siamo né di Destra, né di Centro, né di Sinistra. Questo modus operandi funziona solo se si è da soli e se si è all’opposizione, ma quando si devono fare le scelte concrete o quando si deve aderire ad una coalizione inevitabilmente si perdono consensi.

Per il M5s, con Ely Schlein alla guida del Partito democratico, il pericolo di perdere ‘voti’ è concreto. Da qui i distinguo, le precisazioni, i veti al cosiddetto campo largo.

Divisi si perde. È matematico. Le ambizioni personali sono legittime, ma senza un minimo di umiltà creare un’alternativa coesa alla Destra è impossibile.

Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono divisi su temi importanti come la guerra tra Russia ed Ucraina, sulle politiche europee, sulla coesione nazionale, eppure ad ogni elezione sono compatti, come mai?

Gli elettori progressisti non si accontentano di un patto elettorale, occorre altro. I contenuti ci sarebbero, quella che manca è la volontà politica.

Per superare i timori di una perdita di consensi occorre una visione strategica. La prospettiva deve essere quella del medio e lungo periodo. Ed è necessario mettere da parte le ambizioni personali. 

Ma i leader del Centrosinistra sapranno essere umili e lungimiranti? 

sabato 16 marzo 2024

Elezioni Basilicata: Lacerenza rinuncia

In Sardegna ha prevalso il centrosinistra con Todde, in Abruzzo la Destra con Marsilio, come mai?

di Giovanni Pulvino

Ely Schlein, Giuseppe Conte, Carlo Calenda,
Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni

Nelle elezioni amministrative il voto è spesso determinato da dinamiche locali. Di certo incide il sistema elettorale che è diverso per ogni regione. Decisive sono le candidature e come queste vengono individuate.

In Sardegna ha prevalso il Centrosinistra con Todde, in Abruzzo la Destra con Marsilio, come mai?

Nel primo caso il 'campo largo' era ‘ristretto’ a Pd, M5s e AVS ed ha vinto, nel secondo invece era sostenuto da tutte le forze politiche di opposizione ed ha perso, perché?

La Destra ad ogni elezione conferma i suoi voti anche se c’è un travaso da un partito all’altro. Prima prevaleva Forza Italia con Silvio Berlusconi, poi la Lega con Matteo Salvini ed ora Fratelli D’Italia con Giorgia Meloni, ma qualunque sia il leader restano sempre compatti quando si tratta di elezioni o di gestione del potere.

Il Centrosinistra invece ha un comportamento quasi ‘schizofrenico’. Le ultime due elezioni lo dimostrano. Quando il candidato è un grillino questi è sostenuto con convinzione dalle forze politiche, anche se non da tutte. Quando invece occorre sostenere un moderato o un indipendente come D’Amico una parte della coalizione e degli elettori non mostra lo stesso entusiasmo. Vengono a mancare una parte dei consensi dei grillini e quelli dei partitini del cosiddetto Centro (Azione e Italia Viva). Spesso queste forze politiche mettono veti sui nomi e sulle possibili coalizioni creando uno stato di confusione e scoramento tra gli elettori.

La prossima tornata elettorale che si terrà tra poche settimane in Basilicata per il Centrosinistra parte in salita. La leader del Partito democratico per evitare di rompere con il M5s ha dovuto dire sì ad un candidato che non ha mai fatto politica e che è praticamente sconosciuto agli elettori. Si tratta di Domenico Lecerenza medico oculista che lavora in Basilicata, ma è pugliese.

La candidatura è durata poche ore. Ecco cosa ha dichiarato dopo una notte di riflessione il medico lucano in mail inviata ad un quotidiano locale: ‘Dopo un'attenta riflessione voglio comunicare la mia rinuncia alla candidatura a Presidente della Regione Basilicata’.

L’indicazione voluta fortemente dal M5s non ha rinsaldato la coalizione, anzi ha creato ulteriori frizioni tra i partiti di opposizione e confusione tra gli elettori. 

Per il Centrosinistra è notte fonda.

Stando così le cose creare un'alternativa credibile da opporre alla Destra è assai difficile. Il compito che si è proposto di portare avanti Ely Schlein non solo è ingrato, ma è anche al limite dell'impossibile. 


lunedì 4 marzo 2024

Valditara e le ‘classi separate per gli alunni stranieri’

Apriamo classi di potenziamento separate per gli alunni stranieri’, è l’ultima iniziativa del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara

di Giovanni Pulvino

La proposta del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di aprire classi separate non è una novità per la scuola italiana.

Le classi differenziate esistevano già negli anni Sessanta.

La legge n. 1859 del 31 dicembre 1962 stabiliva all'articolo 12 che ‘possono essere istituite classi differenziali per gli alunni disadattati scolastici’. Esse potevano avere un calendario speciale con appositi programmi e orari di insegnamento.

Cinque anni dopo, il DPR n. 1518 del 22 dicembre 1967, stabilì che ‘soggetti che presentano anomalie o anormalità somato-psichiche che non consentono la regolare frequenza nelle scuole comuni e che abbisognano di particolare trattamento e assistenza medico-didattica sono indirizzati alle scuole speciali’.

Con l’introduzione della figura dell'insegnante di sostegno queste classi sono state abolite nel 1977.

Oggi la didattica integrativa prevede diversi strumenti per l’inclusione e il potenziamento degli alunni che hanno difficoltà di apprendimento. La Legge 104 del 1992 e la 42 del 28 marzo 2003 regolano la personalizzazione dei piani educativi. I cosiddetti BES (Bisogni Educativi Speciali) prevedono tre sottocategorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale

Gli strumenti per il superamento delle difficoltà di apprendimento degli alunni stranieri già esistono. Le classi separate non servono. La proposta del ministro è solo propaganda politica e nostalgia per un’epoca buia a cui qualcuno pensa di poter tornare.

Le parole pronunciate da Primo Levi nel 1974 delineano in modo chiaro un periodo della storia che non vorremmo vivere più, eppure ancora oggi c un'Italia che non si rassegna alla cultura della democrazia e della tolleranza.

Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti’, Primo Levi, 1974.