La manifestazione indetta dal Pd è stata particolarmente importante per consolidare la leadership di Elly Schlein e per dare una prospettiva nuova alla Sinistra italiana
Elly Schlein |
Divenuta
segretaria del Pd il 26 febbraio 2023, Elly Schlein sta
tentando di dare al Centrosinistra una linea politica credibile ed una
prospettiva vincente.
Il
compito è complicato. Il maggiore partito della Sinistra paga le politiche
centriste attuate da Matteo Renzi, l’incapacità di aggregazione di Nicola Zingaretti e l’appiattimento di Enrico Letta al governo di Mario Draghi.
Fare
i salvatori della patria o i presunti tali, ha penalizzato i progressisti e non
è la prima volta che succede.
Il
governo di Lamberto Dini nacque per evitare i disastri del pentapartito, quello di Romano Prodi per fare entrare il Paese nell’Unione monetaria, il governo
di Mario Monti per impedire il fallimento dell'Italia.
Non
solo.
Le divisioni interne e
l’inconsistenza dei partiti di Sinistra stanno complicando il tentativo di costruire
una valida alternativa alla destra destra di Giorgia Meloni, che governa, è
bene ricordarlo, pur essendo minoranza nel paese.
Manifestazione Pd del 17/11/2023 (foto da facebook.com) |
Cosa
può e cosa deve fare Elly Schlein?
Innanzitutto,
non deve lasciarsi intimidire da quelli che Vincenzo De Luca, presidente della
regione Campania, chiama ‘capibastone’. Quindi deve essere sé stessa, senza se
e senza ma. Deve essere cauta, ma ferma nelle sue idee e nel suo modo di essere
ed agire. Non deve snaturare la sua personalità e le sue idee. Il Pd e la
Sinistra italiana hanno bisogno della sua 'gioventù', della sua perspicacia,
della sua intelligenza.
Rimanga
una leader in jeans, rigorosa nei principi, ma gentile nei toni e nell’azione
politica.
Ci vorrà tempo, ma il ‘noi’ è l’unica via da seguire per mettere un freno all’individualismo e al consumismo.
Lottare sempre contro le diseguaglianze e le ingiustizie per non lasciare indietro nessuno deve essere il suo 'mantra'.
La vita è breve per tutti e tutti devono viverla dignitosamente.
E, a
proposito dell’invito alla festa di Atreju, si ricordi le parole di Gian Carlo
Pajetta: ‘Noi con i fascisti abbiamo finito di parlare il 25 aprile del 1945’.
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