Dimenticata fino al 2002 la strage nazifascista di
Castiglione di Sicilia è la prima di una lunga serie di eccidi compiuti sul
territorio italiano tra il 1943 ed il 1945
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Carristi della divisione Hermann Goring (foto da milocca.wordpress.com) |
‘Nel corso dell'ultimo conflitto mondiale fu teatro di
una feroce rappresaglia tedesca che provocò la morte di sedici civili ed il
saccheggio di numerose abitazioni. 12 agosto 1943 - CastiglioneG di Sicilia (CT)’. E’ questa la motivazione con cui il 16 settembre
del 2002 l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, conferì
alla cittadina siciliana la medaglia al valor civile.
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Foto da sitocomunista.it |
Il 12 agosto del 1943 il
governo Badoglio non aveva ancora stipulato l’armistizio di Cassibile e,
pertanto, l’Italia era ancora alleata della Germania nazista. Intanto, le
truppe dell’asse erano già sbarcate in Sicilia ed incalzavano l’esercito
tedesco e quello italiano. Nel corso della ritirata verso Messina la divisione
Hermann Göring, considerata tra i maggiori responsabili dei crimini di guerra
commessi in Italia dai nazisti, era accampata in contrada Sciambro,
nelle campagne di Castiglione di Sicilia. In quei giorni, i tedeschi requisirono
tutto quello che poteva servire per raggiungere la città dello Stretto.
Biciclette, carretti, animali da soma, armi e viveri, mentre i residenti cercavano di difendere quel poco che gli rimaneva per sopravvivere.
Nella tarda serata del 10 agosto del 1943 fu
rubato un camion tedesco carico di generi alimentari o, secondo un'altra tesi,
furono uccisi cinque militari tedeschi. La reazione dei nazisti, qualunque sia stata la motivazione, non si fece attendere, all’alba del dodici ‘un ufficiale al comando di
un autocarro con 40 militari scortati da un carro armato irruppero nella
cittadina sparando contro chiunque si parasse davanti’. I soldati entrarono
nelle case prendendo a calci gli uomini e percuotendoli con i fucili. ‘Una
donna fu buttata giù da un balcone e lasciata sul selciato con le gambe rotte’.
La spietatezza dell’azione di
rappresaglia è raccontata nei dettagli in un articolo pubblicato il 4 ottobre
1943 sul Corriere di Sicilia da un testimone del tempo Nicola Tuccari: ‘Un
giovane di diciassette anni giaceva sulla soglia di casa, accanto ad un
settantenne, trascinandosi morente fin presso ad un letto; la stessa mano che
aveva colpito uno nell'atto d'arrendersi, insistendo poi contro il corpo
martoriato prono nel suo sangue, crivellò il capo canuto di un ottuagenario
inebetito; e non si permise che un padre, ucciso a tradimento da dietro una
porta, fosse sostenuto moribondo dal figlio che l'aveva visto colpire: il
giovane ancora imbrattato del sangue paterno fu spinto fra gli ostaggi’.
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Monumento in ricordo delle vittime del 12 agosto 1943 (foto da anpicatania.wordpress.com) |
Al alcuni spararono perché tentavano di fuggire. Un uomo fu ucciso perché non rispettava l’ordine di non muoversi, ma il
soldato tedesco non sapeva che aveva di fronte un sordomuto. La ferocia
nazista durò mezz’ora, i morti furono 16 ed i feriti 20. Il commando prese in
ostaggio con l’intenzione di fucilarli per rappresaglia circa 300 uomini, tra
loro c’erano bambini ed anziani. Un testimone ricorda che furono rinchiusi per
tre giorni in un torrione detto Cannizzu. Gli ostaggi furono liberati solo
grazie alla mediazione di alcune suore che vivevano nell’Istituto Regina
Margherita. Ecco cosa scrisse sui motivi dell’azione nazista suor Anna Amelia
Casini dell’ordine delle figlie di Sant’Anna: ‘Siccome nel tempo in cui i tedeschi si trovavano a Castiglione... i
paesani avevano ucciso cinque tedeschi perché devastavano le campagne e
spadroneggiavano a più non posso..., quindi per cinque dei loro morti ne
dovevano uccidere trecento’. Suor Emilia racconta invece la
trattativa per liberare i prigionieri: ‘L'interprete girava intorno al
capitano con insistenza ripetendo le stesse parole: i colpevoli sono fuggiti!
Ma il capitano gridava: cinque me ne hanno uccisi, fucilateli subito’. Rivela anche di essersi offerta di morire
in cambio di tutti gli ostaggi. Quel gesto fece cambiare idea al comandante
tedesco che decise di liberare i prigionieri.
La strage di Castiglione, oltre ad essere la prima in Italia, è
dirimente anche perchè i comandanti dell’esercito italiano e delle autorità
fasciste allora ancora alleati con i tedeschi non intervennero per impedire il
massacro di civili inermi e, purtroppo, quello fu solo l’inizio di una lunga serie di eccidi nazifascisti che
insanguinarono il nostro paese fino alla Liberazione, avvenuta il 25 aprile del
1945.
Fonte wikipedia.org
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