martedì 20 giugno 2023

Italiani brava gente?

Spesso si dice che gli italiani sono ‘brava gente’, ma sarà vero? Generalizzare è sempre sbagliato, ma siamo tutti ‘brava gente’? La risposta possiamo trovarla nella storia, ecco due esempi

di Giovanni Pulvino

Un Ufficiale italiano osserva un bambino ucciso
nelle vicinanze di Gorazde nel 1943 
Foto da it.wikipedia.org
Italiani brava gente? Il quesito fa venire in mente il Ventennio e di certo non è casuale. Non possiamo non pensare alla violenza sistematica praticata all’inizio degli anni Venti del secolo scorso dalle squadre della morte organizzate dai fascisti. Gruppi addestrati ai pestaggi e alle uccisioni degli oppositori politici, soprattutto comunisti e socialisti. Intolleranza che è diventata repressione con le leggi ‘fascistissime’ del 1925 e quelle razziali del 1938.

Italiani brava gente? Per gli etiopi di certo non lo siamo stati.

L’occupazione del paese africano è stata a dir poco cruenta. L’attentato fallito del 19 febbraio del 1937 al viceré d’Etiopia, Rodolfo Graziani, capo delle forze militari occupanti, ha provocato una reazione immediata e violenta. Ecco alcune testimonianze oculari.

I civili italiani presenti ad Addis Abeba uscirono nelle strade mossi da autentico squadrismo fascista armati di manganelli e sbarre di metallo, picchiando e uccidendo i civili etiopici che si trovavano in strada’. Ed ancora. ‘Nel tardo pomeriggio, squadre composte da camicie nere, autisti, ascari libici e civili, si riversarono nei quartieri più poveri, e diedero inizio ad «una forsennata "caccia al moro». In genere davano fuoco ai tucul (piccoli edifici di paglia e fango) con la benzina e finivano a colpi di bombe a mano quelli che tentavano di sfuggire ai roghi’.

Non ci fu pietà per nessuno. ‘Gli abitanti di Addis Abeba che malauguratamente portavano addosso anche solo un coltello, venivano uccisi sul posto.  La mattina seguente, attraverso i quartieri lungo i due torrenti, erano rimasti in piedi ben poche abitazioni, e fra le macerie c'erano cumuli di cadaveri bruciacchiati’.

Non fu un episodio isolato, era un modus operandi dei soldati italiani o, meglio, dei loro comandanti. I fascisti più convinti, invece, non aspettavano gli ordini, agivano a prescindere.

Il comportamento non è stato diverso durante l’occupazione della Grecia. Militarmente eravamo deboli, ma fummo feroci con chi si opponeva legittimamente all'occupazione.

Ecco cosa scrivevano ai loro familiari i soldati italiani presenti nei Balcani.

Ho avuto modo … di assistere alla fucilazione di 50 ribelli…è una cosa terribile, ma non puoi fare a meno di godere … è sempre ancora troppo poco far loro saltar le cervella e squarciare la loro pancia e le loro membra a raffiche di mitraglia’.

Ed ancora. ‘Abbiamo distrutto tutto da cima a fondo senza risparmiare gli innocenti. Uccidiamo intere famiglie ogni sera, picchiandoli a morte o sparando contro di loro. Se cercano soltanto di muoversi tiriamo senza pietà e chi muore muore’.

No, gli italiani non siamo brava gente, non tutti almeno. Ci sono coloro che godono nel causare dolore e sofferenza. E noi, il ceppo o etnia italica come direbbe il ministro Francesco Lollobrigida, non siamo secondi a nessuno.

Fonte it.wikipdia.org

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