‘Non sono pazzo. Non
mi piace pagare. Perché la rinunzia è una rinunzia alla mia dignità di
imprenditore’,
Libero Grassi
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Libero Grassi - (foto da urbanpost.it) |
I genitori gli
diedero il nome di Libero in ricordo di Giacomo Matteotti ucciso a Roma dai
fascisti il 10 giugno del 1924. Entrato in seminario durante gli anni della guerra così
giustificò quella scelta: ‘Decisione questa presa non per una vocazione
maturata nell'avversità della guerra, bensì per il rifiuto di combattere una
guerra ingiusta al fianco di fascisti e nazisti’. Finiti gli studi presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Palermo prosegue l’attività di commerciante del padre e negli anni Cinquanta inizia quella
imprenditoriale aprendo uno stabilimento tessile. Nel 1955 insieme alla moglie
partecipa alla fondazione del Partito Radicale di Marco Pannella. Nel 1961
inizia l’attività politica nelle file del Partito Repubblicano Italiano.
Candidatosi nel 1972 alle elezioni provinciali, non viene eletto.
Foto da laspia.it |
Preso di mira da Cosa
Nostra, si rifiuta di pagare il pizzo e decide di denunciare gli estortori. Il 10
gennaio del 1991 il Giornale di Sicilia pubblica una sua lettera: ‘Volevo
avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono
minaccioso e le spese per l'acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto
non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione
della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita
e non intendo chiudere. Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica
chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega
in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al "Geometra Anzalone" e
diremo no a tutti quelli come lui’. Il 19 marzo del 1991 denuncia
i fratelli Avitabile, ma nonostante le minacce rinuncia alla scorta. La mattina
del 29 agosto del 1991, mentre si reca al lavoro viene ucciso con quattro colpi
di pistola. Qualche mese dopo viene varato il Decreto con cui è stato
istituito il fondo anti-racket di solidarietà per le vittime di estorsione.
Nell’ottobre del 1993 vengono arrestati l’autore materiale dell’agguato Salvatore
Madonia ed il complice Marco Favaloro. Con la sentenza del 18 aprile del 2008, il
killer è condanna to al 41-bis insieme a tutti i membri della Cupola di Cosa
Nostra.
Nel febbraio del 1992 l’imprenditore siciliano è stato insignito della medaglia d’oro al
valore civile, ecco la motivazione: ’Imprenditore siciliano, consapevole del grave rischio cui si
esponeva, sfidava la mafia denunciando pubblicamente richieste di estorsioni e
collaborando con le competenti Autorità nell'individuazione dei malviventi. Per
tale non comune coraggio e per il costante impegno nell'opporsi al criminale
ricatto rimaneva vittima di un vile attentato. Splendido esempio di integrità
morale e di elette virtù civiche, spinte sino all'estremo sacrificio’.
Fonte
wikipedia.org
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