venerdì 19 dicembre 2025

Il ladro di libri

'Cultura, non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri', Antonio Gramsci da i Quaderni dal Carcere

di Giovanni Pulvino

La biblioteca del Liceo artistico di Cefalù (Pa) 
Foto di Giovanni Pulvino

Sono chiusi a chiave, sembrano ingabbiati, ma perché tenerli così? Esiste un ladro di libri? Si rubano i libri? Forse quelli per collezionisti possono essere oggetto di interesse per il ladro, ma la stragrande maggioranza sono libri comuni e non godono di molta popolarità, soprattutto nel nostro paese.

Eppure leggere ci permette di entrare nei pensieri di chi ha sentito la necessità di scrivere. Di viaggiare in luoghi e storie stando seduti sul divano di casa. Il tutto al prezzo di una pizza o poco più. Se poi a prestarcelo o regalarcelo è un amico o un’amica non ci costa nulla, anzi facciamo comunanza con una persona che ci è cara. Sfogli le pagine è pensi a chi lo ha fatto prima di te. E che bello evidenziare le stesse frasi. Il ladro di libri, quello vero, sorride all’idea di aver rubato un pensiero e a rendersi conto che è identico al suo.

Si il ladro di libri esiste ma non vuole diventare 'ricco', no, è un approfittatore di conoscenza, di emozioni, di leggerezza che solo le pagine di un racconto, di una poesia, di un saggio, di un manuale possono dare stando comodamente seduti, magari sorseggiando un succo di frutta alla pera, rigorosamente alla pera, o sgranocchiando una patatina San Carlo e magari succhiando inconsapevolmente le dita per sentirne il sapore dopo averle finite tutte, anche le briciole che sono rimaste in fondo al sacchetto.

Non devi fare altro che leggere e viaggiare con la fantasia. 

Per un momento le parole ti consentono di dimenticarti. Altre ti impediscono di farlo. Non sei tu che decidi. I pensieri di chi ha scritto ti trascinano dove vogliono loro. E se non vuoi farlo puoi chiudere il libro, ma se lo fai non saprai dove voleva condurti, cosa voleva dirti.

La lettura non deve essere una fuga, un estraniarsi, un abbassare la testa per non guardare cosa ti sta intorno. Un libro non può impedire 'il mal di vivere', ma può spiegarlo e può permettere di superalo o di accettarlo come inevitabile.

E poi ci sono loro, i lettori ed i ladri di libri, riconoscerli è facile, hanno il volto soddisfatto, sono sempre pronti a darti una risposta, a farti un sorriso di condivisione. In cambio non vogliono nulla se non il titolo di un libro, del migliore che hai letto e che devi leggere assolutamente.

Se vuoi essere gentile, se vuoi comprendere le esigenze di chi ti sta di fronte, se vuoi condividere i tuoi e i suoi problemi, le tue e le sue gioie, devi imparare a leggere, a fare memoria, a ricordare. Non c'è un altro modo. La conoscenza permette di vivere senza pregiudizi, di essere leggeri, di attraversare l'estemporaneità della vita nella consapevolezza che nulla è dato per sempre e che tutti, ma proprio tutti, hanno il diritto di vivere il loro tempo in modo dignitoso.



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