‘Ci sono troppi assenti nel piano di pace di Trump e Netanyahu...dov'è il popolo Palestinese? Dov'è la Cisgiordania? Dov'è la giustizia?’, Francesca Albanese alla marcia per la Pace Perugia-Assisi
La copertina del nuovo libro di Francesca Albanese
'Quando il mondo dorme'
‘Quanta arroganza nella postura di
noi occidentali
rispetto a culture e parole di cui non comprendiamo significato, radici ed
essenza. Che ha contribuito a rendere invisibile l’umanità dei palestinesi,
allontanando ancora di più la loro salvezza’.
‘Le colonie israeliane in
Cisgiordania sono state progettate strategicamente, affinché la colonizzazione
creasse una frammentazione territoriale capace di ostacolare la continuità del
territorio, alla gestione delle infrastrutture e della mobilità’.
‘Se per uccidere un corpo, infatti,
bastano i proiettili, per uccidere un popolo serve molto di più: occorre
attivare ogni mezzo a disposizione, affinché quel corpo collettivo venga svuotato,
annientato, anche se continua a muoversi.’
‘L’uomo è un filo nel vasto tessuto
dell’esistenza, non il fulcro. Un
modo di stare al mondo che ci restituisce proporzioni dimenticate, ci
riporta a una saggezza antica con il suo simbolismo magico: una rivelazione che
in questo momento storico ha il potere di sussurrarci verità da tempo sopite’.
‘E’ proprio questo che dobbiamo
fare: cogliere ogni occasione per imparare a vedere meglio, a comprendere, a
preservare e onorare la memoria di ciò che è scomparso, lottando al fianco
di chi resiste, per aiutarci a lenire insieme le ferite dei popoli offesi’.
‘Nessuno è libero finché non sono
liberi tutti. Tutti. Tutti quelli che sono stati resi invisibili su questa
Terra; tutti i popoli la cui memoria, tradizione, cultura sono state ridotte a
folclore; tutti quelli che ancora hanno la realizzazione della libertà
dall’oppressione e dal bisogno solo come orizzonte e non come presente’.
‘C’è qualcosa di profondamente
distorto in chi non riesce a riconoscere l’umanità dell’altro .. decolonizzare la mente significa
abbattere confini e barrire, fare del nostro meglio per liberarci, da entrambe
le parti, delle sovrastrutture che ci impediscono di restare in contatto con
ciò che di più umano e vero abbiamo in comune, su questa Terra che condividiamo
e che, in fondo, è l’unica cosa che davvero conta. … i genocidi operano
non solo uccidendo materialmente le persone, ma anche cancellando l’identità
di un popolo’.
‘Le vittime finiscono per non avere
più volti, storie, nomi;
diventano numeri nei bollettini di guerra a cui, giorno dopo giorno, le persone
sembrano assuefarsi’.
‘E’ quando il mondo dorme che si
generano i mostri … Prima di tutto, la nostra indifferenza’.
‘Ricordarmi
che prima di tutto il cambiamento lo devi essere, se vuoi farlo, e che non puoi
cambiare nulla se in qualche modo non cambi te stesso; che non puoi lavorare
alla anche nel mondo se prima di tutto non hai la ace interiore, se non sei un
autentico costruttore di pace…. Portare la pace nella nostra vita di tutti i
giorni, far diventare quella speranza il nostro vizio è la più grande delle
sfide’.
‘Spero che il mondo riesca ad abbracciare israeliani e palestinesi
con spirito di compassione e buon senso. Possano entrambi ritrovarsi in questo
momento di dolore acuto e comprensione del trauma dell’altro’.
Fonte ‘Quando il mondo dorme’, di
Francesca Albanese
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