Pretendono, pongono veti, dettano la linea politica, mancano di umiltà, sono autoreferenziali, si sentono indispensabili, ma sono solo Generali senza truppe
Il trasformismo ed i cambi di ‘casacca’ oltre ad essere poco etici sono inevitabili.
La
legge voluta dal governo di Matteo Renzi riesce a riprodurre contemporaneamente
gli aspetti più negativi del sistema proporzionale e di quello maggioritario.
Non garantisce la governabilità e non consente ai partiti, sia grandi che
piccoli, di essere autonomi. Tutte le formazioni politiche sono ‘costrette’ al
compromesso prima delle elezioni, ma possono far saltare tutto subito dopo.
I
generali senza truppe si moltiplicano, soprattutto nello schieramento di
Centrosinistra. Il loro potere di contrattazione a volte è superiore alla loro
forza elettorale. Il partito di Carlo Calenda, Azione, è l’esempio più evidente
di questa tendenza.
Rappresenta
un numero piuttosto limitato di cittadini, non ha un apparato adeguato per la
formazione delle liste, eppure ha dimostrato di avere un potere di negoziazione
elevatissimo. Nella trattativa con il Pd l’ex ministro dello sviluppo
Economico ha imposto il numero dei seggi da garantire ai suoi candidati, ha messo
veti e pretendeva di stabilire la linea politica a tutto il Centrosinistra come
se fosse il leader.
Il
passo indietro delle ultime ore è emblematico. Gli accordi si fondano sui
compromessi, non possono essere frutto di imposizioni e veti. Ora, Enrico Letta
può rimediare al suo errore inziale, quello di aver escluso il M5s e l’Unione
popolare di Luigi de Magistris da ogni possibile accordo elettorale.
Rimanere inerti e andare al voto divisi è da irresponsabili.
Se si è umili si può, anzi si deve fare se non si vuole consegnare il Paese alle Destre.
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