Proporzionale, maggioritario, uninominale, liste bloccate, soglia di sbarramento, liste di genere, ballottaggio, turno unico, è un guazzabuglio di regole e di sistemi elettorali, votare in Italia è una corsa ad ostacoli per candidati ed elettori, ma com’è possibile?
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Tafazzi da 'Mai dire gol' (Foto da it.wikipedia.org) |
I
nostri politici dal 1991, data del referendum che abolì le preferenze,
continuano ad inventarsi sistemi elettorali nuovi. Ogni Regione per
disposizione costituzionale ha il suo. Per i Comuni cambia in base al numero di
abitanti. Per le Province è di secondo livello, lo stesso vale per le Città
metropolitane.
Per
eleggere i rappresentati al Parlamento europeo è previsto quello proporzionale, mentre per le elezioni politiche nazionali è misto e le modalità sono diverse per
l’elettorato passivo.
Il
cosiddetto ‘Mattarellum’, dal nome del primo firmatario, Sergio Mattarella, era
il sistema più equilibrato, ma il Centrodestra appena ha potuto ha approvato
una legge elettorale a proprio uso e consumo. La Sinistra, invece, quando
poteva farlo non vi ha posto rimedio, anzi ha peggiorato i meccanismi di
selezione.
L’ultima
versione, il ‘Rosatellum’, dal nome del primo firmatario della legge, Ettore Rosato,
renziano doc, è un sistema misto. Prevede le liste bloccate come nel ‘Porcellum’
berlusconiano, vale a dire sono i segretari di partito a decidere chi verrà
eletto. Prevede lo sbarramento al 3% se vai da solo ed al 10% per le coalizioni.
Esclude le preferenze ed il voto disgiunto, ma prevede quello di genere e dei
residenti all’estero e, soprattutto, il 37% dei seggi è assegnato nei collegi
uninominali, cioè con il sistema maggioritario. I 147 deputati ed i 74 senatori che saranno eletti con questo sistema saranno decisivi per determinare le maggioranze parlamentari.
I numeri non sono un’opinione. Si vince solo se ci si presenta con un’ampia coalizione.
Gli ultimi sondaggi danno il Centrodestra al 45%,
mentre il Centrosinistra (il Pd con Azione e + Europa e gli altri gruppi) potrà ambire al 30% dei
consensi. Il M5s è dato intorno al 12%. Solo con un’ampia convergenza l'alleanza elettorale guidata da Enrico Letta potrà contendere la vittoria alla Destra, il resto sono solo sterili polemiche
politiche di chi è abituato a fare opinione stando comodamente seduto nei
salotti delle televisioni nazionali.
Se a
questo aggiungiamo il ‘taglio del numero dei parlamentari’ (-200 alla Camera dei
deputati e -100 al Senato) voluto dal Pd e dal M5s, la Destra alle prossime
elezioni politiche potrebbe avere i numeri sufficienti per una modifica sostanziale
della Costituzione e per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica.
Nonostante
questi pericoli per la nostra democrazia, i tanti leader, si fa per dire, del
Centrosinistra anziché allearsi si fanno la guerra e vanno alle elezioni in
ordine sparso, ovviamente per perdere.
Non solo. Sarebbe
bastata una legge elettorale di un solo articolo per tornare al sistema proporzionale e per impedire alla Destra di Giorgia Meloni di mettere un'ipoteca sulla presidenza del
Consiglio con poco più del 20% dei voti. Una stortura della democrazia rappresentativa che già vediamo con
l’elezione di governatori e sindaci. Da un lato aumenta il potere di chi ci governa e dall'altro diminuisce il consenso per ottenerlo.
I governi Conte uno e due e quello Draghi non sono stati capaci di fare questa semplice modifica al sistema elettorale. Il Pd e il M5s avevano i numeri per correggere quest'obbrobrio che è il 'Rosatellum', ma non è successo nulla.
È l’ennesimo regalo alla Destre. A Sinistra, purtroppo, i ‘tafazzisti’ ed i populisti imperversano, ma anche questa non è una novità.
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