La
nuova proposta del Pd sembra fatta su misura per consentire un
accordo post elettorale tra il partito di Matteo Renzi e quello di Silvio
Berlusconi
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Silvio Berlusconi e Matteo Renzi - (foto da alganews.it) |
Il Partito
democratico ha presentato un disegno di legge per modificare l’attuale sistema
elettorale. La proposta prevede un
sistema misto, il 64% dei deputati e dei senatori sarebbe eletto con il
sistema proporzionale ed il restante 36%
con il sistema uninominale. La soglia di sbarramento per le singole liste
scenderebbe al 3%, mentre per le coalizione sarebbe del 10%.
Fotot da affariitaliani.it |
L’iniziativa
dei democratici ha il consenso dei forzisti, della Lega e di Ap. Lo scopo è quello di evitare un
impasse post elettorale che con la legge in vigore è quasi certo. Stando ai
sondaggi il Pd e il M5s sono tra il 25% ed il 30% dei consensi, mentre nel
Centrodestra Fi e la Lega sono intorno al 15% ciascuno e Fdi potrebbe
raggiungere il 4%. Le forze di Sinistra, Mdp, Si, Campo progressista e
Possibile tutte insieme potrebbero ottenere il 10% dei voti. Con questa situazione nessuna forza
politica sarebbe in grado di superare la soglia del 40% necessaria per ottenere
il premio di maggioranza. Inoltre, tutti i possibili accordi post
elettorali non consentirebbero a nessuna forza politica o coalizione di
raggiungere la maggioranza in
Parlamento, l’empasse sarebbe totale. Inoltre, con la legge
elettorale in vigore, per l’ex sindaco di Firenze sarebbe difficile tornare a
Palazzo Chigi. Da qui la proposta di modifica con l’introduzione di una quota
maggioritaria che consentirebbe alle colazioni di avere un maggior numero di
parlamentari e di conseguenza la possibilità di formare un governo centrista
con il Pd, Fi e quello che rimane degli altri 'cespugli' al centro dello
schieramento politico. L’alternativa
potrebbe essere solo un governo del Presidente con una maggioranza
parlamentare di unità nazionale sostenuta oltre che dal Pd, anche da Fi e dalla
nascente forza di Sinistra chiamata ancora una volta a rimediare ai malgoverni centristi o di destra. Il presidente del Consiglio potrebbe essere lo
stesso Paolo Gentiloni o il ministro dell’Interno Marco Minniti. Lo scopo principale sarebbe quello di garantire la
stabilità di governo necessaria per evitare le turbolenze finanziarie che si
potrebbero scatenare sul nostro Paese come nel 2011. Tutto
dipenderà dal risultato che uscirà dalle urne, in particolare da quanti consensi
riuscirà ad ottenere la 'nuova' forza di Sinistra che ancora non esiste, ma
che è già oggi l’ago della bilancia nel futuro panorama politico italiano.
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