Divisi si perde. È matematico. Le ambizioni personali sono legittime, ma senza un minimo di umiltà creare un’alternativa coesa alla Destra è impossibile
Giuseppe Conte |
Il
Movimento pretende dalle altre forze del Centrosinistra un sostegno
incondizionato, ma non è altrettanto generoso con i suoi alleati, perché?
Cosa
teme Giuseppe Conte? Il M5s non ha una base territoriale solida. Non solo. Il
suo elettorato ha un orientamento ideale indistinto a detta degli stessi
grillini. Non siamo né di Destra, né di Centro, né di Sinistra. Questo modus
operandi funziona solo se si è da soli e se si è all’opposizione, ma quando si
devono fare le scelte concrete o quando si deve aderire ad una coalizione inevitabilmente
si perdono consensi.
Per
il M5s, con Ely Schlein alla guida del Partito democratico, il pericolo di perdere ‘voti’ è concreto. Da qui i distinguo, le precisazioni, i veti al cosiddetto campo
largo.
Divisi si perde. È matematico. Le ambizioni personali
sono legittime, ma senza un minimo di umiltà creare un’alternativa coesa alla
Destra è impossibile.
Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono divisi su temi importanti come la guerra tra
Russia ed Ucraina, sulle politiche europee, sulla coesione nazionale, eppure ad ogni elezione sono compatti, come mai?
Gli elettori
progressisti non si accontentano di un patto elettorale, occorre altro. I contenuti
ci sarebbero, quella che manca è la volontà politica.
Per superare i timori di una perdita di consensi occorre una visione strategica. La prospettiva deve essere quella del medio e lungo periodo. Ed è necessario mettere da parte le ambizioni personali.
Ma i leader del Centrosinistra sapranno essere umili e lungimiranti?
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