venerdì 17 febbraio 2023

Divisi si perde, è matematico

'Da giovane ho fatto una scelta di vita: stare dalla parte dei più deboli, degli sfruttati, dei diseredati, degli emarginati. E lo farò fino alla fine della mia vita', Enrico  Berlinguer 

di Giovanni Pulvino

Enrico Berlinguer - (foto da twitter.com)
Quando la Sinistra si presenta alle elezioni divisa perde, è matematico. Tutto ebbe inizio nel 2013 con l'elezione del Capo dello Stato. Chi ricorda i famosi 100 elettori o meglio i franchi tiratori che impedirono l’elezione del candidato indicato da Pier Luigi Bersani? Come spesso è successo ai leader della Sinistra, l’ex segretario anziché combattere quanti lo avevano ‘tradito’, si dimise. Fu un gesto di generosità e serietà.

Alla guida del Partito democratico arrivò Matteo RenziNon tutti compresero che l’ex sindaco di Firenze era un democristiano senza se e senza ma. In perfetto stile craxiano, il suo principale avversario non era la Destra ma la Sinistra del suo partito.

Dopo l’exploit alle elezioni europee, il Centrosinistra e in particolare il Pd hanno continuato a perdere consensi. Elettorato che adesso sostiene il M5s, il terzo polo di Calenda o si astiene.

Il sistema maggioritario e le divisioni tra le forze progressiste hanno spianato la strada alla Destra che oggi governa il Paese e la maggior parte delle Regioni e dei Comuni. Cosa ha determinato tutto questo?

Innanzitutto, la secolare contrapposizione tra la Sinistra radicale e quella riformista. Ma Matteo Renzi ha fatto di peggio: ha guidato il Pd come se fosse un partito di Centrodestra. Il disorientamento dell’elettorato progressista è stato inevitabile. Ma c’è di più. Il tentativo di creare una forza politica di Sinistra è naufragato miseramente. Le sigle che si rifanno a quell’area politica sono tantissime, troppe. Non solo, spesso a guidare quelle liste sono dirigenti che non sanno aggregare.

Chi è altruista non trova spazio, chi invece non lo è tende a dividere anziché unire. Una Sinistra che non sa fare la Sinistra e per giunta con una miriade di pseudo leader, è perdente. 

Il popolo progressista è lì che aspetta. E non è vero che il Paese è andato a Destra, i numeri dicono altro. In valori assoluti sono una minoranza.

La differenza tra i due schieramenti sta nella capacità di aggregazione.

Per la Destra è più facile essere compatti, in quell’area politica contano gli interessi del proprio ceto di riferimento. Moralità, serietà, senso del dovere e altruismo sono invece i valori progressisti. Ma gli ideali, si sa, dividono e lacerano le coscienze di eletti ed elettori. 

'Da giovane ho fatto una scelta di vita: stare dalla parte dei più deboli, degli sfruttati, dei diseredati, degli emarginati. E lo farò fino alla fine della mia vita', diceva Enrico Berlinguer. 

Ecco basterebbe questo, non è poi tanto difficile.

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