di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Matteo Salvini - (foto da affaritaliani.it) |
‘Chiediamo
i pieni poteri perché vogliamo assumere le piene responsabilità. Senza i pieni
poteri voi sapete benissimo che non si farebbe una lira – dico una lira – di
economia. Con ciò non intendiamo escludere la possibilità di volonterose
collaborazioni che accetteremo cordialmente, partano esse da deputati, da
senatori o da singoli cittadini competenti. Abbiamo ognuno di noi il senso
religioso del nostro difficile compito. Il paese ci conforta ed attende’.
Questa frase è stata pronunciata alla Camera dei Deputati da Benito Mussolini
in occasione di un suo discorso passato alla storia come Discorso del Bivacco il
16 novembre 1922. Nel 1933 anche Adolf Hitler, emulando
il Duce, pretese i 'pieni poteri'.
Sono
passati 97 anni è la stessa richiesta è stata fatta dal nostro ministro degli
Interni, nonché vicepremier, Matteo Salvini. Sembra un innocente copia ed incolla, invece non è così. L’intento oggi come allora è sempre lo stesso:
l’insofferenza per ogni forma di controllo democratico sulle decisioni che il
‘Capo’ prende in nome del popolo. La separazione dei poteri, lo Stato di
diritto, la libertà di espressione ed i principi di giustizia sociale conquistati con secoli di lotte e
sanciti nella Costituzione antifascista del 1948 sono per il leader leghista un
intralcio da cancellare o quantomeno limitare. La Democrazia è troppo faticosa, occorrono mani
libere, occorre un ‘Capo’ che possa decidere senza se e senza ma.
Il
fan di Albert De Giussan non sopporta i compromessi e le critiche. Lui è l’uomo
del fare e risponde solo al popolo, almeno a quella parte che corrisponde ai suoi elettori. Si sente un Re Mida e purtroppo non è il primo ad essersi affermato sulla scena politica italiana con gli stessi intendimenti. Silvio Berlusconi è stato il maestro, a
cui sono seguiti i suoi emuli: Matteo Renzi e Luigi Di Maio, che però non hanno
avuto il consenso parlamentare che Matteo
Salvini potrebbe acquisire nelle prossime elezioni politiche.
Siamo
tornati indietro di quasi un secolo, ma gli italiani, si sa, sono così: smemorati
e volubili, pur di non prendersi responsabilità sono sempre disposti a
rinunciare alla loro libertà. ‘Un uomo solo al comando’ è una frase che
è entrata nel lessico nazionale, ma, purtroppo, non sempre si riferisce alle splendide
fughe sulle montagne del Giro o del Tour di Fausto Coppi, bensì al ‘Capo’ di
turno. Oggi è il Dj del Papeete Beach, Matteo Salvini, ma potrebbe chiamarsi in
un altro modo, non cambierebbe nulla. Una parte degli italiani da sempre
apprezza i politici che non si intromettono nei loro affari. Il ‘Premier’ faccia
come vuole, basta che non rompa 'i cabbasisi' come direbbe Andrea Camilleri e se combina guai chi se ne frega.
Fonte
wikisource.org
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