L’articolo 92 della Costituzione italiana
sancisce: ‘… Il Presidente della Repubblica nomina
il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.’
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Sergio Mattarella - (foto da wikipedia.it) |
L’articolo 92 della
Costituzione italiana è chiarissimo, a nominare il Presidente del Consiglio è il Capo
dello Stato. Non solo ma è sua
prerogativa nominare, su proposta del Premier, i Ministri. La tiritera che
sentiamo ripetere da oltre due mesi su chi deve essere il prossimo capo del
Governo è falsa. E’ dal cinque di marzo che il leader della Lega, Matteo Salvini, e quello del M5s, Luigi Di
Maio, si attribuiscono un ruolo che solo il Presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella, può conferire. Ovviamente la sua decisione non può non tener
conto della volontà delle forze politiche. Ma, come egli ha detto in una
recente dichiarazione ‘il Presidente non è un notaio’. La prassi istituzionale prevede, infatti,
che sia il Capo dello Stato ad individuare una personalità che sia in grado di
formare un Governo che abbia la fiducia del Parlamento. La procedura che stanno adottando il leader grillino e quello leghista
è, invece, inconsueta e non rientra nella ‘normale’ consuetudine istituzionale.
L’indicazione del premier, che essi dovranno fare al Capo dello Stato, non presuppone una semplice ratifica ‘notarile’. La nomina del Presidente del
Consiglio dei Ministri è un dovere istituzionale del Capo dello Stato ed egli opererà
nell’interesse del Paese e non certo di quello dei partiti che si dovranno
limitare a fare delle proposte. Settantuno giorni di
consultazioni, continue minacce
di ritorno al voto, proclami di rapida risoluzione dei problemi degli italiani,
i due forni, i passi di lato di Berlusconi, i no di Matteo Renzi, il governo di
tregua ed ora queste riunioni convulse. L’inciucio 'pentaleghista' sta per nascere, ma
ancora oggi non conosciamo i contenuti del ‘contratto’, (alla faccia dello
streaming in diretta), e dei nomi dei ministri e del presidente del Consiglio. Non
c’è da stare tranquilli se l’operato del futuro governo giallo-verde sarà così articolato
e complesso come quello a cui abbiamo assistito in questi due mesi di
estenuanti trattative. Intanto, è bene ricordarlo, i poveri, i
disoccupati ed i precari aspettano.
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