lunedì 21 settembre 2020

Eurostat, cresce il divario tra il sud Italia ed il resto d’Europa

L’annuario regionale 2020 pubblicato da Eurostat evidenzia il crescente divario tra le regione del sud Italia e il resto d’Europa, ecco alcuni dati significativi

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Eurostat, annuario regionale 2020
(Foto da ec.europa.eu)

L’Eurostat ha pubblicato l’annuario regionale 2020. Le informazioni statistiche evidenziano alcuni dati significativi. Tra questi le regioni dell’Unione europea dove più alto è il rischio di cadere in povertà. Tra le prime dieci ci sono la Sicilia con una quota del 40,7%, la Calabria con il 32,7% e, al primo posto, la Campania con il 41,4%. La media europea è del 16,8%. Tra le aree dell’Europa in cui più marcata è la differenza tra il livello di occupazione degli uomini e delle donne ci sono la Campania, la Sicilia, la Calabria, la Puglia e la Basilicata. In media il divario supera il 25%. Il tasso di occupazione femminile in Europa è del 67%. Il più alto è a Stoccolma con l’83,3%. 

Poi ci sono i rischi ambientali. Otto regioni italiane sono al vertice della classifica per erosione del suolo. Al primo posto ci sono le Marche con una quota del 47,6%. Seguono la Sicilia (43,9%), la Calabria (40,2%), la Campania (37,4%), il Molise (37,2%), la Valle d’Aosta 33,9%), la Basilicata (32,1%) e l’Umbria (32%). La media europea è del 5,3%. 

Se invece prendiamo in considerazione l’aspettativa di vita nei primi sei posti ci sono le Provincie di Trento (82,7) e Bolzano, l’Umbria, le Marche, e la Toscana. La media europea è di 78,2. 

L’indagine di Eurostat è impietosa per il Meridione. Rischio povertà ed emergenze ambientali, gap occupazionali, aspettative di vita e non solo, il divario tra il Sud ed il resto d’Italia e d’Europa continua a crescere. Certo ci sono ragioni ‘strutturali’ e territoriali, ma ci sono anche e soprattutto le responsabilità dei governanti nazionali ed europei che si sommano a quelle degli amministratori locali. 

Il Recovery fund e, eventualmente il Mes, predisposti dall’Unione europea per far fronte alla crisi determinata dal Covid-19 serviranno a ridurre queste distanze o continueranno ad accrescerle? Una risposta certa non ci può essere, ma qualche preoccupazione su come i finanziamenti saranno utilizzati i cittadini del sud Europa dovrebbero averla.

Fonte Eurostat


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