mercoledì 16 settembre 2020

Referendum, ogni italiano risparmierà 1,33 centesimi all’anno

Tra pochi giorni saremo chiamati a votare per il referendum confermativo sulla riduzione del numero dei parlamentari, ma siamo sicuri che questa sia la riforma giusta per il nostro Paese?

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Fax-simile della scheda sul Referendum confermativo del 20 e 21 settembre - (foto da interno.it)

La legge di revisione costituzionale prevede la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200. La riforma entrerà in vigore con la prossima legislatura se sarà confermata dagli elettori i prossimi 20 e 21 settembre.

I fautori del Si sostengono che essa ridurrà i costi della politica e favorirà una razionalizzazione del sistema politico-istituzionale. Il risparmio sarebbe di circa 80 milioni di euro all’anno. La cifra è irrisoria se consideriamo l’entità del bilancio statale. I soli interessi sul debito pubblico ci costano circa 70 miliardi di euro all’anno. Il taglio dei costi della politica rispetto alla spese per interessi sarebbe dello 0,11%. Se poi facciamo riferimento alla spesa corrente (circa 500 miliardi all’anno) sarebbe dello 0,016%. La percentuale è ancora più insignificante rispetto a tutta la spesa pubblica, cioè circa 850 miliardi di euro. Il taglio inciderebbe per lo 0,009%. La spesa che ogni italiano risparmierebbe sarebbe di un euro e trentatré centesimi all’anno, il costo di un caffè.

Il presunto taglio dei costi della politica, quindi, non è una motivazione valida. È solo ‘demagogia’ o come si dice oggi ‘populismo’. E' la conseguenza dell'interesse elettorale di un solo partito: il M5s. La riforma riduce in modo irrisorio i costi della politica e non abbrevia i tempi di approvazione delle leggi, anzi potrebbe bloccarne il funzionamento. Pochi senatori potrebbero incidere sulle decisioni della maggioranza o far venir meno la fiducia al Governo. Già oggi è così, ma con la modifica costituzionale oggetto del referendum il problema si acuirebbe e di molto.  

I limiti del nostro sistema politico-istituzionale non sono i politici ed il loro numero, ma gli italiani che li eleggono. Ridurre il numero di parlamentari è inutile. Un vero cambiamento ci potrà essere solo con la crescita culturale e civile dei cittadini, ma questo richiederà tempo e pazienza che i politici di oggi non hanno.

Fonte blog.soldionline.it


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