domenica 10 luglio 2016

Referendum sulla riforma costituzionale, ecco le ragioni del Si e del No

Fra circa tre mesi saremo chiamati a confermare o bocciare la riforma costituzionale, ma molti italiani non ne conoscono i contenuti. Vediamo, in sintesi, le principali ragioni per votare Si e quelle per il No  

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da gonews.it
La riforma costituzionale è stata approvata in via definitiva dalla Camera dei deputati il 12 aprile scorso, ma molti elettori non sono informati sulle modifiche previste dal testo di revisione costituzionale e sui motivi politici ed istituzionali che hanno indotto il Parlamento ad approvare la legge. E’ opportuno, quindi, ricordare le principali ragioni per votare Si e quelle per il No sul referendum confermativo che si terrà in autunno.
Ecco le ragioni per votare Si:
1. Bicameralismo perfetto. Il primo motivo per votare Si è l’abolizione del bicameralismo perfetto, vale a dire del meccanismo che obbliga i parlamentari ad approvare due volte lo stesso disegno o proposta di legge, dilatando così i tempi di entrata in vigore della nuova normativa.
2. Fiducia. Il voto di fiducia al Governo sarà dato solo dalla Camera dei deputati, l’obiettivo è semplificare i tempi di formazione ed entrata in carica dell'Esecutivo.
3. Democrazia diretta. La riforma incrementerà gli strumenti di democrazia diretta introducendo il referendum propositivo e modificando il quorum per quello abrogativo.
4. Costi politica. Caleranno i costi della politica. I senatori si ridurranno da 315 a 100 e sarà abolito il Cnel (Consiglio nazionale per l’economia e per il lavoro).
5. Decreti legge. Sarà limitato il ricorso ai decreti legge.
Foto da gdc.ancitel.it
6. Decentramento legislativo. Le materie strategiche come trasporti ed energia torneranno di competenza del Parlamento e si ridurranno le liti tra Stato e Regioni, sarà compito del Senato dirimere tali controversie.
7. Nessuna deriva autoritaria. La vittoria del Si rafforzerà la capacità di decisione del Governo, ma non ci sarà nessuna deriva autoritaria perché rimarranno i contrappesi che limitano reciprocamente i tre poteri: Legislativo, Esecutivo e Giudiziario.
Ecco le ragioni per votare No:
1. Il bicameralismo rimarrà. Cambieranno le competenze delle due Camere, ma esse continueranno ad esistere ed a legiferare in comune su diverse materie. Non è vero che i ritardi sull’approvazione delle leggi sono determinati dalle norme costituzionali o regolamentari, ma essi dipendono dalla volontà politica delle maggioranze parlamentari. Inoltre, il Senato dovrà essere consultato su diverse leggi, come quella di bilancio.
2. Riduzione costi limitata. I risparmi sarebbero limitati: circa 50 milioni di euro l’anno, ovvero il costo di un F35 ordinato dal Ministero della difesa. La struttura del Senato rimarrà uguale. Il numero dei deputati non cambierà, essi rimarranno 630.
3. Firme per i referendum e le leggi di iniziativa popolare. Le firme per la richiesta dei referendum abrogativi saliranno da 500 mila a 800 mila. Per le leggi d’iniziativa popolare passeranno da 50 mila a 150 mila.
4. Italicum e premio di minoranza. La legge elettorale, l’Italicum, è strettamente connessa alla riforma costituzionale. Pertanto se una lista supererà il 40% dei voti otterrà il premio di maggioranza, ma anche nel caso di successo nel ballottaggio. Saremo governati da una minoranza.
5. Disegni di legge. Il Governo, avendo una corsia preferenziale sui disegni di legge, monopolizzerà l’attività legislativa del Parlamento.
6. Decentramento legislativo e contenziosi. La modifica del Titolo V della Costituzione ridurrà il decentramento legislativo. Aumenteranno i contenziosi tra Stato e Regioni e se ne creeranno di nuovi tra Camere dei deputati e Senato.
7. Democrazia e libertà di voto. La riforma non è stata condivisa da tutte le forze politiche. Ed è allarmante per la tenuta delle istituzioni il fatto che saranno modificati 47 articoli della Costituzione con una maggioranza risicata. Il referendum non inciderà sulle sorti del Governo. Il voto sulla modifica della Costituzione non dovrà essere strumentalizzato a fini politici.

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