Il
peso delle tasse grava soprattutto sui cittadini del Centro e del Nord Italia, ma
il rapporto pubblicato dalla Cgia di Mestre evidenzia anche il notevole divario
economico con il Meridione
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da it.paperblog.com |
Per Paolo Zabeo,
coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, il motivo è il seguente: ‘Come
stabilito dall’articolo 53 della nostra Costituzione tutti sono tenuti a
concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Appare evidente che i territori
più ricchi del Paese versano di più di quelli che lo sono meno e questo
giustifica il forte divario territoriale che emerge in questa analisi. Va
altresì ricordato che laddove il reddito è più alto, il gettito fiscale è
maggiore e, in linea di massima, anche la quantità e la qualità dei servizi erogati
sono più elevati’.
Foto da fiscooggi.it |
Lo
squilibrio tra il Centro-Nord ed il Sud dipende da diversi fattori, come segnala la stessa Cgia. Ecco
alcuni dati. Il 45,7% della popolazione italiana (60,8 milioni) risiede al Nord,
mentre al Sud è del 34,4%. Il 51 per cento degli occupati, che in tutto sono
24,3 milioni, lavora al Nord e solo il 27,3% al Sud. La
ricchezza annua totale è di 1.612 miliardi, il 55,2% è prodotta al Nord e, meno
della metà, il 22,8%, al Sud.
Foto da ilgiornale.it |
’Nel 2016 il fisco – aggiunge Paolo Zabeo - ci concede
una tregua. In attesa della riduzione dell’Ires dal 2017 e nella speranza
che il Governo mantenga la promessa di abbassare l’Irpef dal 2018, quest’anno
le famiglie beneficiano, in particolar modo, dell’abolizione della Tasi sulla
prima casa che ci fa risparmiare 3,6 miliardi di euro di tasse’.
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