La notte di Natale e il Cenone di fine anno del 2020 saranno diversi da tutti quelli che abbia vissuto finora, di certo saranno giorni di festa unici, alternativi
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Giotto, La Natività (foto da wikipedia.org) |
Quello
che sta per terminare è stato un ‘annus horribilis’. Decine di migliaia di morti, milioni di contagiati e sofferenze indicibili per malati ed operatori
sanitari, i veri eroi di questa fase tragica della storia umana. Ed ancora. Limitazioni
delle libertà personali, rinuncia forzata alla socializzazione, anche tra
parenti ed amici, crollo dei consumi e degli investimenti, aumento della povertà e delle disuguaglianze.
Le
privazioni di solito ci rendono ‘migliori’. Chissà se anche stavolta sarà così.
Dubitare è più che lecito. Sentiamo che qualcosa ci manca. E non vediamo l’ora
che ritorni la quotidianità perduta. Tutto nella consapevolezza che la vita fugge via, perché ‘del domani non v’è certezza’.
Oggi,
siamo più soli, siamo più umani. Certo, non è così per tutti, c’è chi nega e si
nasconde dietro al proprio egoismo. In questi giorni possiamo verificare senza
possibilità di sbagliare chi è altruista e chi invece vive pensando solo a sé
stesso, chi ritiene, cioè, di non aver bisogno di nessuno se non del proprio
ego.
Sarà
un Natale ‘alternativo’, qualcuno con tono sarcastico ha detto che sarà ‘al
Covid’. E sarà un Cenone triste. Saranno giorni in cui sarà difficile non
pensare a chi non c’è più. Sentiremo un vuoto ed una mancanza che non si
possono colmare. Solo il tempo potrà scolorirli, ma non potrà rimuoverli, mai.
Se
avessimo saputo e se fosse stato possibile farlo, avremmo dovuto saltare il 2020. Passare dal 2019 al 2021. Anche a costo di rinunciare ad un anno della
nostra vita. Ponendo, però, una condizione: cancellare tutte le vittime e le
sofferenze che questo anno ‘orribile’ ha provocato.
Sta per andarsene il 2020, ma deve rimanere la coscienza che è stato un anno di 'Resistenza' e che l’inizio del 2021 sarà altrettanto complicato. Con la differenza che dopo tanti sacrifici, ora vediamo la luce in fondo al tunnel. Chissà se sapremo essere 'migliori'. Di certo saremo più consapevoli della nostra fragilità e della nostra estemporaneità di essere umani, il resto è solo una tenue speranza.
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