Riduzione dell’orario di lavoro, reddito minimo universale, economia circolare e
sostenibile, sono cambiamenti possibili oltreché necessari, ma questa
rivoluzione non ci sarà
La crisi sanitaria causata dal Covid 19, il
crollo del Pil e l’incremento abnorme del debito pubblico potrebbero essere
l’inizio di un mutamento radicale nei rapporti sociali. In questi mesi ci siamo
resi conto che senza l’abnegazione degli operatori sanitari non ci sarebbero
state cure per tutti. Ed ancora, se i lavoratori rimangono a casa l’economia
crolla. Niente produzione e niente ricchezza. Tutto finisce.
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Influenza spagnola, 1918/1920 (foto da vanillamagazine.it) |
La pandemia ci ha insegnato che nessuno
può essere lasciato da solo. Questo principio di solidarietà dovrebbe essere
alla base della società post-Coronavirus. Per realizzare questa ‘rivoluzione’ è
indispensabile ripartire dal lavoro e dalla giustizia sociale. Non è più
accettabile che ci siano pochi individui 'straricchi' e centinaia di milioni di persone che
vivono in povertà. Non ora, almeno, dopo aver constatato la fragilità della
vita e le difficoltà che l’uomo deve affrontare quotidianamente.
E non ci potrà essere crescita economica e
sociale se gli ultimi continueranno ad essere ultimi e se non ci sarà la
consapevolezza che al centro dello sviluppo umano non c’è il capitale, ma il
lavoro ed i lavoratori. Le soluzioni, se si vuole, ci sono e sono semplici: ridurre
l’orario settimanale di lavoro per garantire a tutti un’occupazione dignitosa
ed un reddito minimo universale per eliminare la piaga della povertà e della
miseria. Oggi tutto questo è possibile. Le nuove tecnologie ci permettono di
produrre di più e meglio, ma poi è necessario distribuire la ricchezza creata in modo equo.
Le grandi crisi economiche e sanitarie possono essere
un’opportunità per ridurre le ingiustizie sociali , ma occorre volerlo. Tutela
dell’ambiente ed economia circolare sono già il presente. Riutilizzo delle risorse ed
energie rinnovabili, riduzione delle disuguaglianze e pari opportunità per tutti sono
esigenze necessarie ed ineludibili del sistema economico. Primo o poi questo
sarà. Allora perchè non ora?
Per tanti, la rivoluzione post-Coronavirus
‘non s'ha da fare’. L’individualismo e la logica del profitto, per loro, saranno prioritari nel cammino
dell’uomo ancora per molto tempo. Vedremo. Quello che è certo è che le sofferenze e
le difficoltà vissute in queste settimane non saranno state inutili se l’uomo sarà
capace di fare un passo avanti verso il bene comune ed una maggiore giustizia
sociale.
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