lunedì 23 marzo 2020

Coronavirus: tutto chiuso, ora il Pil potrebbe calare dell'8%

Gli effetti economici del Coronavirus potrebbero essere catastrofici, persino più gravi di quelli provocati dalla crisi del 1929

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da repubblica.it
Preoccuparsi oggi delle conseguenze che sta causando la chiusura delle principali attività produttive potrebbe apparire poco opportuno, eppure quando la pandemia dovuta al Coronavirus sarà passata dovremo fare i conti con la recessione e con l’incremento del debito pubblico. La borsa di Milano ha già perso il 40% del suo valore, segnando un record negativo peggiore di quello registrato nel crack di Lehman Brothers ed in quello dell’11 settembre. In poche sedute il Ftse Mib è precipitato da oltre 25.000 punti a circa 15.000 ed il calo probabilmente continuerà.
Alla crisi sanitaria ed a quella finanziaria seguirà quella dell’economia reale. Ed è per questo che le autorità monetarie e politiche di tutto il mondo si stanno attivando. La Bce ha annunciato un incremento degli acquisti già previsti del Quantitative easing, il presidente del Consiglio italiano invoca i Coronavirus bond, la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen ha annunciato di essere favorevole ad uno stop al Patto di stabilità, la Federal Reserve ha abbassato i tassi d’interesse e Donald Trump, dopo le iniziali titubanze, ha annunciato stanziamenti per centinaia di milioni di dollari.
Questi ed altri interventi, seppur necessari, non impediranno la recessione, che sarà pesante e globale. Il ‘mostro’, secondo l’Organizzazione mondiale del Lavoro, provocherà 25 milioni di disoccupati. Alcune stime prevedono un calo del Prodotto interno lordo italiano dell’8%. Nello stesso tempo, per il 2020, sarà inevitabile un notevole incremento del disavanzo di bilancio. Il rapporto tra debito pubblico e Pil raggiungerà valori record che il nostro Paese potrebbe non riuscire a sostenere.
Quindi, limitare il propagarsi dell’epidemia serve anche ad impedire una crisi prolungata e profonda del ‘sistema Italia’. Più a lungo durerà l’emergenza sanitaria, più ardua sarà la ripresa della produzione e dell’economia. Un ulteriore motivo, questo, per rispettare le indicazioni del Governo e per restare a casa.


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