‘Panic selling’ su
tutte le Borse mondiali, il crollo delle contrattazioni di quella cinese ha gettato
nel panico gli investitori, non succedeva dal 2009
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
E’
stato un lunedì nero per le Borse di tutto il mondo. Il Ftse Mib ha chiuso a -5,96%, ma nel
corso delle contrattazioni ha toccato un -7%. A metà seduta il Dow Jones fa segnare
un -2,95%, in apertura aveva fatto registrare un -6,3% e il Nasdaq -9,56%.
La
bufera ha avuto origine con il crollo della borsa cinese che ha chiuso le contrattazioni con
un calo dell'8,49%, il risultato peggiore dal 1996. L’indice CSI 300 di
Shanghai-Shenhen è tornato sui livelli di dicembre, cancellando così i guadagni
di oltre il +50% registrati da inizio anno. Ora la Banca centrale di Pechino è pronta ad intervenire aumentando la
liquidità delle banche di circa 100 miliardi di dollari.
Nelle ultime sedute
le altre Borse avevano reagito alle difficoltà di quella cinese senza
particolari conseguenze. Stamane invece sono crollate a cominciare da quelle
asiatiche. Hong Kong ha ceduto il 5,3%, Tokio il 4,6%, Seul il 3% e Mumbay il 4%.
Venerdì sera Wall
Street aveva chiuso la seduta con un calo del 3%, che ha portato la performance
negativa della settimana a -6%.
Con questi
presupposti l’inizio delle contrattazioni delle borse europee non poteva che
essere negativo, ma nel corso della
seduta la situazione è peggiorata e si è diffuso il ‘panic selling’. In
questi casi è difficilissimo capire quando le vendite si fermeranno e gli investitori
torneranno a comprare.
Nei
prossimi giorni capiremo
se lo strappo di oggi sarà ricucito rapidamente o se si è trattato dello
scoppio dell’ennesima bolla speculativa e se avremo un periodo di forti
turbolenze sui mercati e di conseguenza nell’economia reale così com’è avvenuto
nel 2008 con il fallimento di Lheman Brothers.
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