giovedì 6 agosto 2015

Inps: la povertà si sposta tra i 40-59enni

Il Rapporto annuale 2014 dell’Inps rileva un notevole incremento di nuovi poveri tra le famiglie monoparentali under 60

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e il presidente dell'Inps, Tito Boeri
Il calo del Pil tra il 2008 ed il 2013 ha aumentato del 57% il rischio di povertà per le famiglie monoparentali under 60. Lo sostiene l’Inps nel Rapporto annuale 2014.
La lunga crisi economica ha modificato il profilo dei soggetti che sono a rischio d’indigenza. Non sono più minori ed anziani ma persone comprese tra i 40 ed i 50 anni, con incrementi del 70% per quelle tra i 51 e i 59 anni.
Le ragioni di questa situazione sono evidenti. I giovani disoccupati sono oltre il 40% ma essi possono sempre contare sul sostegno dei genitori. Inoltre numerose norme incentivano gli imprenditori ad assume lavoratori anagraficamente più giovani.
Il presidente dell'Inps Tito Boeri
Anche il divario dei tassi di povertà tra il Nord ed il Sud del Paese è aumentato. Nel 2008 il tasso d'indigenza al Settentrione era dell’11%, mentre nelle Regioni meridionali era del 35%. Alla fine del 2013 la distanza è aumentata di sei punti percentuali, passando al 14% nel Nord e al 43% nel Sud.
A pagare la recessione e il calo del Pil sono soprattutto i lavoratori ultracinquantenni, che vivono nel Mezzogiorno e che hanno perso il lavoro ma che non hanno ancora l’età per andare in pensione.
Il Sud sta vivendo un vero e proprio dramma sociale e l’inps con i suoi dati ha solo confermato una situazione che già si conosceva, ma per il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è solo ‘disfattismo’.

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