lunedì 17 agosto 2015

L’Expo si è fermato ad Eboli

Nella realizzazione di grandi opere o di eventi di rilievo internazionale il Sud non è mai preso in considerazione, ormai nell’opinione comune si è radicato il concetto che investire nel Meridione è uno speco di soldi 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Una scena del film 'Cristo si è fermato ad Eboli'
“Cristo è sceso nell’inferno sotterraneo del moralismo ebraico per romperne le porte nel tempo e sigillarle nell’eternità. Ma in questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è dolore terreste, che sta per sempre nelle cose. Cristo non è disceso. Cristo si è fermato ad Eboli”. Così scrive Carlo Levi nel suo libro ‘Cristo si è fermato ad Eboli’. Lo scrittore per le sue idee antifasciste fu condannato al confino in Lucania e nell’opera, pubblicata nel 1945, racconta quell’esperienza.
La copertina del libro di Carlo Levi
Parafrasando il titolo del libro oggi potremmo scrivere: ‘l’Expo si è fermato ad Eboli’. L’Esposizione universale che si sta svolgendo nel capoluogo lombardo sta registrando un discreto afflusso di visitatori. Le opere architettoniche e di supporto viario che sono state realizzate sono costate allo Stato italiano circa 15 miliardi di euro e, alla sua conclusione è assai probabile che saranno necessari altri finanziamenti per convertirle in strutture utilizzabili per altre attività. La corruzione ed i ritardi nella realizzazione dell’evento hanno costretto il Governo ad intervenire nominando un nuovo amministratore e un commissario anticorruzione.
Le grandi opere e gli eventi di rilievo internazionale si realizzano, da sempre, nelle città del Centro-Nord, l’Expo è solo l’ultima in ordine di tempo. ‘Cristo si è fermato ad Eboli’ ed anche le opere pubbliche e nessuno ha da ridire o da contestare, ormai nell’opinione comune si è radicato il concetto che al Sud ‘si mangiano i soldi’ e che investire nel Mezzogiorno è solo uno spreco di denaro. La Tav, il Mose, Malpensa, l’Alta velocità, la fibra ottica ed internet veloce, le Olimpiadi invernali ed una miriade di altre piccole e grandi opere si sono fermate ad Eboli. I malanni endemici del Sud nessuno può negarli, ma essi sono diventati anche una ‘giustificazione’ addotta dai rappresentanti delle istituzioni per continuare a dirottare gli investimenti pubblici nelle regioni ricche del Paese.
La locandina del film 'Cristo si è fermato ad Eboli'
“Così finì, in un momento interminabile, l’anno 1935, quest’anno fastidioso, pieno di noia legittima, e cominciò il 1936, identico al precedente, e a tutti quelli che sono venuti prima, e che verranno poi nel loro indifferente corso disumano. Cominciò con un segno funesto, una eclisse di sole”.
Il riferimento della frase con cui l’autore conclude l’opera è agli anni più bui del fascismo e della guerra, ma per il Sud quell’eclisse è continuata anche nei decenni successivi e, probabilmente, continuerà in quelli a venire, fino a quando cioè i meridionali non si adopereranno per emanciparsi da una condizione di sudditanza morale e culturale in cui vivono da sempre. 


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