La domanda che lo scrittore ed ex senatore Gianrico Carofiglio vorrebbe fare alla premier Giorgia Meloni, ai membri di FdI ed ai nostalgici del fascismo è legittima e la risposta dovrebbe essere ovvia, ma così non è
Foto da @BimbePeppe |
I militari dell’esercito italiano, i
giovani e in genere gli italiani dovettero fare una scelta: arruolarsi nella
Repubblica di Salò fondata dal Duce che intanto era stato liberato dai tedeschi,
iniziare la lotta di Liberazione dall’occupazione nazifascista o rimanere
indifferenti.
Seguirono 19 mesi di massacri,
assassini, fucilazioni, torture, soldati mandati al fronte con le scarpe di
pezza, città distrutte e popolazione ridotta alla fame. Per fortuna a
vincere quella guerra furono coloro che stavano dalla parte giusta: i
partigiani e tutti coloro che li sostennero a rischio della vita.
Il 2 giugno del 1946 gli italiani
scelsero la Repubblica come forma di Governo ed elessero l’Assemblea
costituente che scrisse ed approvò la Costituzione. Ovviamente i padri e le
madri costituenti erano antifascisti.
La disposizione transitoria numero XII della Costituzione italiana sancisce: ‘È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista’.
La domanda che oggi vorrebbe porre lo
scrittore Carofoglio ai nostri attuali governanti è quindi legittima.
Da che parte saresti stato dopo l’8 settembre 1943? Con i
fascisti e i nazisti o avresti lottato per liberare l’Italia dall’occupazione e
dalla dittatura?
La risposta dovrebbe essere ovvia, ma
così non è.
‘Giovani ascoltatemi se non volete
Voi scavarvi la fossa, se non volete che il Vostro domani sia un domani di
servitù e di abiezione. Noi vogliamo difendere questa Repubblica, perché non
c’è stata donata su un piatto d’argento. Questa Repubblica è costata vent’anni
di lotta contro il fascismo, … due anni di guerra di Liberazione. …. Quanti compagni di lotta hanno consumato la
loro giovinezza in carcere, al confino, quanti giovani compagni sono caduti
lungo il cammino della Resistenza. Quindi è una nostra conquista è una
conquista Vostra. Lavoratori che mi ascoltate dovete difenderla, costi quel che
costi’, Sandro Pertini.
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