Non lo comprendevamo, ma le nostre utopie finirono quel giorno ...
![]() |
Le prime pagine dell'Unità e di Lotta continua del 16 marzo e del 9 maggio 1978 |
Era il 16 marzo 1978, il giorno in cui le Brigate Rosse rapirono Aldo Moro. Ero
a Santo Stefano di Camastra ed ero appena uscito da scuola. Non ricordo come
appresi la notizia, allora non c’era internet e non esistevano i cellulari. Per
avere informazioni certe era necessario ascoltare la radio o guardare la
televisione o, il giorno dopo, leggere i quotidiani.
Allora
andavamo in giro con l’Unità sotto il braccio. Ci fu un periodo in cui U Paisi
arrivava persino Lotta Continua. Due fogli con quattro pagine, poco? Certo, ma
era il simbolo di una generazione, di una generazione oggi tradita.
L’impegno politico e sociale era una necessità quasi fisica. Non era altro che il desiderio di 'cambiare il mondo’, di lottare per renderlo migliore per tutti, nessuno doveva rimanere escluso. Eravamo ingenui? Certo, ma ci credevamo.
La stessa speranza la vedevamo negli occhi delle persone quando facevamo il ‘porta a porta’. Si perché allora ‘fare politica’ era ‘fare militanza’ e non solo in occasione delle elezioni. In tanti si fidavano di noi o semplicemente condividevano anche loro quelle idee di giustizia e libertà.
Si faceva politica tutti i giorni, con i comportamenti, con l’impegno nello studio, con la condivisione di idee, con discussioni che, nello stesso tempo, erano 'accese' e 'inutili', ma allora tutto era possibile.
Un mio compagno di classe delle superiori un giorno mi disse che era fascista. Non riuscivo a capire come fosse possibile. Gli chiesi perché, ma in realtà non lo sapeva neanche Lui. Il fascismo è odio e intolleranza, è ubbidire senza se e senza ma, è negazione del principio di solidarietà, è cancellazione delle libertà, è oppressione dei lavoratori ed ‘i poveri si meritano di essere tali’.
Non solo.
È la negazione della natura sociale dell’uomo, è una contraddizione morale e politica. È la sublimazione insensata e illogica dell’individualismo. Buono solo per pochi, i soliti noti, ma per gli altri, i tanti, cos’è se non ignoranza e rinuncia ad assumersi le proprie responsabilità limitandosi a delegarle al Capo?
Non so se convinsi il mio compagno, di certo lo feci riflettere ed alla fine non mi disse più di essere fascista.
Il 9 maggio del 1978 la televisione fece vedere le immagini del bagagliaio della Renault rossa dove c’era il corpo di Aldo Moro. Non si seppe nulla invece dell’assassinio avvenuto a Cinisi di Peppino Impastato, militante comunista di Democrazia proletaria assassinato dai sicari del boss di Cinisi Tano Badalamenti.
Non lo comprendevamo, ma le nostre utopie finirono quel giorno. La violenza brigatista, quella stragista dei neofascisti e quella mafiosa posero fine alle illusioni, all’idea che un mondo più giusto fosse possibile.
Beppe Fenoglio né il Partigiano Johnny che comunista non era ha scritto: fino a quando ci sarà un patriota che lotta per la libertà e la giustizia la vittoria è possibile, quantomeno è immaginabile e già questo è tanto.
Nessun commento:
Posta un commento